venerdì 9 agosto 2019

VISOLOTTO (m 3.348): Normale in solitaria

Venerdì 9 agosto 2019
Io

Ogni tanto ne ho bisogno, salire da solo qualche bella via in posti con valore speciale.
Il Visolotto (m 3.348) è il fratellino minore del Re di Pietra; già questo fatto lo rende meno famoso, anche se una cima splendida da tutti i punti di vista.
Se aggiungiamo il fatto che raggiungerne la cima è decisamente più impegnativo rispetto al fratello maggiore, ne consegue che non ci sale quasi nessuno... invece a me il Visolotto è sempre sembrato magnetico, dalla prima volta che lo salii nel 2006. Da allora l'ho scalato lungo la via Normale (4a   AD   350 m), lungo la Cresta Sud-Est con traversata delle Tre Punte, lungo la Cresta Sud-Ovest e lungo la via Mauri.
Oggi ritornerò a salirne la Normale, ma in solitaria.
Parto presto, come sempre; parcheggio a Pontechianale, frazione Castello; oggi il meteo è previsto buono.
Mi porto imbrago e una mezza corda da 60 m per le calate in doppia, quindi salirò con uno zaino non indifferente...
Alle 6,45 transito sotto il Triangolo della Caprera, senza aver incontrato anima viva:
L'obiettivo, il Visolotto, ancora in ombra:
Oltrepasso il Rifugio Vallanta, dove qualcuno inizia a muoversi, per lo più gruppi impegnati nel Giro del Viso, che salgono il sentiero verso il Passo di Vallanta, alla mia sinistra.
Mi guardano incuriositi mentre io invece prendo a destra e punto da solo verso il canalino incassato che dà accesso ai ghiaioni alti, in direzione Cadreghe di Viso e Visolotto.
All'uscita dal canalino inizio l'inevitabile penoso arrancare lungo pietraie infinite, fino a sbucare sul fronte morenico sotto la parete sud-ovest:
Saltellando da un masso all'altro, riesco anche a cadere a causa di un blocco apparentemente grande e stabile, che invece si ribalta quando lo carico... e vabbè... avanti, per non perdere quota e non scendere giù, traverso a mezza costa su terreno che diventa sempre peggio... Quando ne esco, salgo l'infinita pietraia della valle, cercando di evitare la neve.
Finalmente, poco prima delle 9, eccomi all'altezza dell'attacco della via, finalmente abbandono la pietraia e inizio a scalare:
Attraverso in direzione della parete, salgo un tratto su neve residua, poi detriti, quindi finalmente... roccia solida!
Salgo una serie di diedri-rampa, fino al conoide triangolare dove ricomincio a camminare alternando a brevi passi di arrampicata facile:
Supero una serie di soste di calata, immerso in un ambiente incredibile...
Ora sono nel grande diedro-rampa che percorre tutta la parete sud fino in cima; qualche preoccupazione mi viene solo dal rischio di caduta pietre, che in tal caso troverebbero proprio in questo colatoio lo sfogo geometricamente più naturale, quasi scontato:
Sempre con le antenne dritte, che comunque sarebbero tali in qualsiasi condizione, a maggior ragione in arrampicata solitaria, continuo a salire, con passi di III grado e qualche breve passi di IV-:
La roccia è buona, sufficientemente solida; mi diverto un mondo...
Salgo spedito, non dovendo fare alcuna manovra di corda e conoscendo bene la via, senza incertezze; meno di un'ora dopo sono già al passo chiave della via (IV), un muretto verso destra che mi fa sbucare in corrispondenza di una sosta di calata; il passo è molto esposto, ma non difficile e si sale bene con le scarpe da avvicinamento:
Oltrepasso la sosta e percorro una facile cengia, che mi conduce alla base della parete rocciosa successiva:
E' splendida, di colore giallo-ocra, salgo con solo un paio di passi un po' esposti ma non difficili, che mi conducono sulla cresta che collega le tre cime del Visolotto:
Sono quasi le 10 quando mi volgo a sinistra e punto ai pochi metri che mi separano dalla vetta del Picco Lanino (m 3.448), la cima principale del Visolotto:
Che posto incredibile, che cima fantastica!
C'è appena il posto per un paio di persone sulla vetta, da cui si gode una vista mozzafiato sulla parete nord-pvest del Monviso (m 3.841):
Uno sguardo verso il vallone di Vallanta, con la strada percorsa fin qui:
La giornata è splendida, si sta bene, solo un po' di vento; il Re mi tiene d'occhio:
Verso ovest, i giganti del massiccio degli Ecrins:
Verso est, la lunga cresta che unisce le tre vette del Visolotto:
Sgranocchio qualcosa, una telefonata a casa, mi godo il momento.
Come sempre, però, non riesco a rimanere troppo tempo in cima e oggi sono qui da 40 minuti, tantissimo per me...
Ripercorro la cresta a ritroso, disarrampicando con attenzione, torno a dove ero sbucato in cresta e scendo i primi metri, dove trovo l'ancoraggio per la prima calata in doppia; vedo che è stato migliorato, è stato un aggiunto uno spit al cordone passato attorno ad uno spuntone nemmeno troppo pronunciato:
Arrivo alla cengetta, che percorro verso ovest fino al prossimo ancoraggio per doppia, da cui mi calo nel canalone di salita, trovando le varie soste di calata.
A mezzogiorno sono alla base della parete, ormai al sicuro:
Sgranocchio di nuovo qualcosa, poi mi aspetta l'infinita pietraia di aspetto lunare, infinita... con pazienza, ripetendomi il solito mantra (anche i peggiori sentieri prima o poi sono sempre giunti al termine... sarà così anche oggi).
Raggiungo il bordo della morena, mi volgo indietro ad ammirare ancora il Visolotto:
Scendo i ghiaioni, poi il canalino incassato, percorro il piacevole falso piano erboso e raggiungo il rifugio Vallanta alle 13,30; da qui la vista della mia montagna è sensazionale, sembra vvolta da una sorta di aura magica:
Da qui in avanti, solo pazienza e il sempre bellissimo sentiero che percorre tutto il vallone di Vallanta, fino al sospirato parcheggio e all'auto...
Si chiude una giornata sensazionale, mentre già penso e programmo la prossima...

1 commento:

berutti marco ha detto...

complimenti per la relazione completa e miticolosa...l,ho fatto ieri seguendo il tuo percorso,,,grazie spero di incontrarti per le montagne