sabato 10 febbraio 2018

MONTE COUDREY (m 1.100): Olympic Spirit

Sabato 10 febbraio 2018
Io e Renna

Dopo oltre 10 anni, torno su Olympic Spirit (5c   D+   8L   200 m) al Monte Coudrey (m 1.298), in bassa Val d'Aosta.
Io e Renna partiamo con l'idea di scalare al Paretone, ma quando facciamo un caffè all'Arcaden capiamo che il vento, contrariamente alle previsioni, sarà consistente, freddo e fastidioso.
Renna propone di cambiare aria (battuta...) e propongo di andare a dare un occhio alla vicina Albard di Bard, per scalare al Coudrey.
Ok, andata.
Parcheggio, scendiamo e... il vento soffia anche qui, ma sembra sopportabile. Per il resto, splende un sole magnifico.
Renna, si sa, non è amante degli avvicinamenti e qui gli regalo un avvicinamento in discesa, seguito da un ritorno ancora in discesa: più di così...
Una decina di minuti di passeggiata ed eccoci alla targa che segna l'inizio della via:
Ci leghiamo e partiamo, verso le 11,00.
Renna sale il primo tiro (4c), un bel muro verticale ricco di prese:
La chiodatura è plaisir, abbondante a spit.
Salgo a mia volta il tiro, poi attacco il muro verticale seguente, ma dopo un primo spit, laddove la parete si raddrizza bruscamente, non ne vediamo altri e iniziamo ad avere dei dubbi:
Dopo un conciliabolo, apro la pagina web del mio blog, per vedere le foto della mia precedente salita di addirittura 11 anni fa e mi accorgo che la via in realtà sale lungo lo sperone di sinistra e che la sosta a cui arrivare dopo L1 era quella posta 6 o 7 metri a sinistra dall'uscita del muro iniziale...
Tempo perso e spit fuorvianti... pazienza.
Attacco il bel pilastro del secondo tiro (5c), che dopo alcuni metri molto divertenti su roccia rugosa propone un tettino con uscita verso destra, piuttosto ostico, poi ancora in verticale su appigli migliori, fino alla comoda sosta attrezzata. Renna mi raggiunge:
Eccomi su S2, mentre assicuro l'amico in partenza del terzo tiro (5c):
Prima parte su bello spigolo aereo, non difficile, poi un traverso all'ombra per tornare su una bella parete riscaldata dal sole, con un muro verticale con alcuni passi di forza:
Lascio la sosta camminando verso un buco sotto grandi blocchi accatastati, lo supero per arrivare alla base di una splendida placca lavorata, dove mi fermo:
Renna in uscita dal passo del gatto:
Da sotto la parete Renna mi assicura, salgo questa splendida lunghezza (4c), per uscire in placca verso destra fino a una comoda nicchia di sosta, dove mi raggiunge il socio poco dopo:
Quinto tiro (4b), Renna sale il muretto fessurato, poi ha un trasferimento a piedi, fino a tornare a scalare uni speroncino interessante, che via via più facilmente conduce alla sosta:
La sesta lunghezza (3c) sale un facile muro molto articolato, dopo un trasferimento a piedi dalla cima dello sperone fino a trovare nuovamente la parete, a sinistra nel canale:
Settimo tiro (4b) sempre facile e tranquillo, a tratti verticale ma molto appigliato:
Chiudo i giochi con l'ottava e ultima lunghezza (4a), con una bella uscita su roccia sempre ottima:
Renna in uscita:
Foto di vetta in cima alla via:
Sono le 13,15.
Sguardo sul fondovalle, con il paese di Hone:
ed il celebre Forte di Bard:
Scendiamo a piedi in una decina di minuti, tornando all'auto proprio quando il vento è totalmente cessato.
Scendiamo poi al paese di Hone per una foto complessiva dei settori del Coudrey:
Si torna a casa, presto e senza patemi, oggi abbiamo scelto di stare sul velluto, con una via facile e ben protetta, senza soffrire.

sabato 3 febbraio 2018

ROCCA SBARUA (m 1.200): Carlo Giuliani

Sabato 3 febbraio 2018
Io, Renna e Lollo

Ancora in Sbarua, stavolta torno sulla via Carlo Giuliani (6a   9L   200 m), dopo alcuni anni, avendone conservato un ottimo ricordo, nonostante il nome per me decisamente discutibile...
Ma del resto siamo qui per scalare, non per fare politica.
Ormai sappiamo bene dove attacca la via, essendo stati qui pochi giorni fa per la vicina Via della Cricca. Siamo al Torrione Tosco.
Ci leghiamo e attacco io il primo tiro (5c/6a), lungo il muro iniziale e le placche lisce seguenti, con tanto di brevi bombé per nulla facili:
La chiodatura è curiosa, in quanto inizia con una doppia fila di spit paralleli, per i primi metri.
Raggiungo la sosta dopo una quindicina di metri, leggermente spostata sulla destra e recupero i soci:
Il secondo tiro (5a) è splendido: salgo diritto prima in placca fessurata, poi lungo lo spigolo destro, quindi con un deciso traverso a sinistra, fino a doppiare lo spigolino e raggiungere la successiva sosta da collegare:
Renna sale da secondo, in traverso:
Lollo chiude la cordata:
Il terzo tiro (5c) è il più bello della via, a mio parere.
Un tettino iniziale dopo un breve diedro, poi torno a destra e inizio una lunga cavalcata in placca, verticale ma con le giuste rugosità per mantenere l'equilibrio, salendo grazie al grip degli appoggi:
Dopo una cengia formata da una scaglia staccata, la seconda parte del muro offre una fessura a destra ed un'uscita in dulfer, dopo di che sono in ampia cengia e posso guardare gli amici giù in sosta:
Alle nostre spalle, il Re vigila impassibile:
Cambio della guardia, passa avanti Lollo per il quarto tiro (4c), verticale ma ben appigliato:
La chiodatura si mantiene decisamente plaisir, la giornata è splendida, soffia a tratti un po' di vento che ci ricorda di essere a gennaio:
Frattanto, noi in sosta...
Renna sale a sua volta, io chiuderò la fila:
Dopo un breve trasferimento a piedi, ci portiamo alla base del torrione successivo, la Torre del Principe.
Lollo sale il diedro ad arco del quinto tiro (5b), con movimenti particolari e divertenti:

Passa davanti Renna, il sesto tiro (4c) è facile e breve, su placca lavorata:
Lollo torna avanti per la settima lunghezza (5), lungo uno sperone arrotondato che non pone serie difficoltà:
Renna di nuovo in testa per l'ostica ottava lunghezza, gradata 6a ma secondo noi almeno almeno 6a+...
Una facile placca appoggiata iniziale, poi la parete si raddrizza:
Il bello viene poco dopo, dove la via costringe a traversare a sinistra su placche davvero lisce:
Passiamo tutti con un tiretto di rinvio, poi facile fino alla comoda sosta su cengia.
Renna chiude i conti con il nono e ultimo tiro (5c), molto divertente.
Diritto in verticale per una serie di diedrini:
Si esce poi a destra lungo il diedro prima, la parete poi, che conducono fuori dalla via, in cima al torrione:
Dopo un ultimo tratto di facile arrampicata, in slego, la discesa avviene senza problemi, a piedi, nei boschi a sinistra faccia a monte, fino a giungere alla base del Torrione Pacciani e da questo al sentiero principale.