sabato 3 agosto 2019

VISO MOZZO (m 3.019): Diedro Michelin - Carignano

Sabato 3 agosto 2019
Io, Lollo e il Pol

Si riunisce il gruppo completo, dopo un bel po' di tempo...
Io, Pol e Lollo, alla grande!
Io strappo il sabato libero all'ultimo momento e mi aggrego alla cumpa; ritrovo alle 6 da Mario, obiettivo dichiarato il Diedro Michelin-Carignano (6c   TD   8L   200 m) al Viso Mozzo (m 3.019), all'ombra della sua parete nord.
Saltiamo sulla macchina del Pol, dopo il caffè, e via verso la Valle Po... e verso il furto dei 10 € al giorno per il parcheggio al Pian del Re (m 2.020)!
Alle 7,30 siamo in cammino, io e Lollo portiamo le corde, Pol la ferraglia.
Saliamo verso il Lago Fiorenza, poi il Lago Chiaretto, da dove ecco il nostro obiettivo, in ombra tutto il giorno:
Di fronte a noi ora la parete nord-est del Monviso (m 3.841), inondata di sole:
Accanto, la mole del mio amato Visolotto (m 3.348), fratello minore a torto dimenticato dalla folla (anche perchè di accesso ben più difficile del fratello maggiore... Ogni volta mi piange il cuore pensare che su questo versante non ci sia una via di roccia solida da scalare:
Ora sopra di noi la nostra via di oggi si fa evidente:
Prima della morena detritica tra Viso Mozzo e Monviso, ecco la svolta a sinistra, a lasciare il trafficato sentiero verso il Rifugio Quintino Sella, per raggiungere la cupa parete di oggi:
Alle 9,20 ci leghiamo e parto io per la prima metà della via davanti.
Il primo tiro (5b) sale la faccia destra del grande diedro che segnerà la nostra via fino in cima, lungo placche arrotondate e un po' lichenate, con qualche spit piuttosto distanziato ma messo al posto giusto dal sempre ottimo Fiorenzo Michelin:
Via!


Fa abbastanza freschino, a tratti avremo addirittura freddo; qualche minuto dopo sono in sosta, dopo 30 m:

Salgono gli amici, prima Pol, poi Lollo:
Resto davanti, il secondo tiro (5c) pone subito un primo strapiombo da superare, alla fine trovo i giusti movimenti:
Sopra, una bella sequenza di diedri, con un altro breve strapiombo, più abbordabile:
La sosta è su una logica cengetta, sotto un muro strapiombante; recupero i soci:
Lollo sale da secondo, Pol chiude la fila:
Come ci aspettavamo, nessun altro da queste parti, su questa parete. In lontananza giungono le voci dei tanti che percorrono il sentiero verso il Quintino Sella.
Intanto siamo già al terzo tiro (5c), breve ma bellissimo: traverso a sinistra lungo la cengia, poi impegno una bella fessura (ben protetta con 2 spit), da cui con qualche passo in dulfer guadagno la nicchia incassata che la sormonta, dopo aver rinviato un vecchio cordone pendente da un cuneo di legno ormai bello marcio...
Resto davanti ancora per la quarta lunghezza (5a), facilmente lungo il diedro-camino che sale oltre la sosta, divertente e verticale, fino a uscire in cima:
Cambio della guardia, passo le corde al Pol, che menerà le danze da qui in avanti.
Il quinto tiro (6a) dovrebbe essere di quinto grado... non sappiamo bene il perchè ma noi troviamo difficoltà decisamente superiori...
Un primo traverso a destra:
poi una successione di placche e diedro su roccia ottima, fino alla sosta sull'aereo ballatoio in cima:
Salgo come ultimo:
Siamo al tiro chiave, il sesto (6c): una bella serie di placche iniziali facili, poi un passo interessante in diagonale verso sinistra introduce ad un diedro-rampa che a sua volta deposita alla base del diedro strapiombante finale:
Anche il Fortissimo trova un paio di passaggi che lo impegnano (finalmente), ma sale in libera fino alla sosta soprastante.
Io e Lollo lo seguiamo a ruota, ma la libera va a farsi benedire... fuori scala...
Il settimo tiro (5a) è divertente, salendo il muro verticale che sormonta la sosta, fino a spuntare al sole al di sopra del diedro:
Seguono facili placche verso sinistra (oltrepassiamo la sosta in uscita dal diedro, quindi in realtà accoppiamo settimo e ottavo tiro), quindi uno spigolo aereo e divertente, fino alla fine delle difficoltà, dopo 45 metri:
Alla nostra destra, il Re vigila su di noi:
La divertita foto di vetta, col gruppo riunito:
La discesa avviene prendendo a mezza costa gli sfasciumi della parete ovest del Mozzo; io mi rifiuto di arrivare fino al Colle di Viso e scendo prima, diretto sul sentiero:
Grande giornata, che terminiamo davanti a un gigantesco hamburger in quel di Revello.

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