Io e Paolino l'Alpino
Bella uscita in alta montagna, ancora nelle nostre Marittime.
Il meteo non è uniforme nei giudizi, ma prevale il positivo, almeno fino al pomeriggio.
L'obiettivo è l'Uia Sud-Ovest di Nasta (m 2.975), dove siamo stati lo scorso anno ad ottobre per la via Oblò; stavolta saliremo la via Relax (V- D 9L 450 m).
Abbiamo già capito che, seppure la difficoltà tecnica non sia elevata, di Relax non ci sarà moltissimo, soprattutto in ragione del fatto che la via non viene mai ripetuta da nessuno e su 450 m di sviluppo sono presenti solamente una dozzina di spit...
Ma questo per me è il bello della via!
Paolino passa a prendermi alle 5,40 e ci dirigiamo verso il Pian della Casa del Re (m 1.743), che quest'anno ho colpevolmente trascurato fino a fine estate...
Verso le 7,30 siamo in marcia alla volta del Rifugio Remondino (m 2.430), che presto vediamo su in alto, di fronte alle grandi pareti del gruppo della Nasta, uno dei miei preferiti in Marittime:
In 1h 20' siamo al rifugio, che si sta animando per le colazioni:
Paolino riempe la bottiglia alla fontana, mentre io studio le amate pareti di gneiss:
Proseguiamo: un numero incredibile di persone sta salendo le pietraie, lungo la via normale alla Nasta, al Baus o al Brocan.
Nessuno fortunatamente si dirige verso le pareti, che dovrebbero essere tutte per noi!
Poco più tardi, eccoci al cospetto della parete sud dell'Uia Sud Ovest di Nasta (m 2.975), ove individuo senza alcun dubbio l'attacco della via, giusto al termine del minuscolo nevaio che ancora tiene duro:
Paolino sembra decisamente meno entusiasta di me, visto che lungo il primo tiro (IV+) non si vede alcun chiodo o spit e la parete si presenta bella verticale:
La sosta, con chiodo e spit:
Dopo attenta riflessione, il socio decide che ci alterneremo e prosegue lui nel secondo tiro (IV+): un tiro bellissimo, prima lungo placche piuttosto bagnate, poi superando un bel tetto grazie ad una marcata fessura, che permette di salire in dulfer:
Trovo una sosta uguale alle precedenti e recupero il socio.
Paolino sale il pilastro della quarta lunghezza (IV-):
Il tiro seguente (V-), il quinto (sesto secondo la relazione dell'apritore, che tiene conto anche del trasferimento dopo L2), è magnifico: la roccia si presenta subito perfetta:
Sesta lunghezza (IV-): lungo traverso a sinistra, facile, prima di salire la placca chiara, nei pressi del diedro di destra:
L'ottava lunghezza (V-) è molto bella: Paolino sale il facile diedrino appena a sinistra della sosta, quindi approccia il muro verticale che conduce sul filo di cresta:
Poco sopra, trova la penultima sosta:
Un meritato primo piano sull'ottimo gneiss delle Marittime:
Ultimi passi, prima della fin dell'arrampicata, per oggi:
Autoscatto di vetta, vetta che raggiungiamo per la seconda volta:
La "mia" Nasta, di fronte a noi:
Foto in sua compagnia:
Il Lago di Nasta, in direzione del quale ci caliamo con un'unica doppia, fino alla fine delle corde:
Dietro la Cima di Nasta (m 3.108), la vetta dell'Argentera (m 3.297) tra le nuvole:
Paolino in doppia:
Il lago, ancora in parte ghiacciato, nonostante siamo ormai a fine estate:
Torniamo al rifugio, da cui riprendo le pareti del gruppo della Nasta ed in particolare il tracciato della via appena percorsa, sulla destra:
Il meteo non è uniforme nei giudizi, ma prevale il positivo, almeno fino al pomeriggio.
L'obiettivo è l'Uia Sud-Ovest di Nasta (m 2.975), dove siamo stati lo scorso anno ad ottobre per la via Oblò; stavolta saliremo la via Relax (V- D 9L 450 m).
Abbiamo già capito che, seppure la difficoltà tecnica non sia elevata, di Relax non ci sarà moltissimo, soprattutto in ragione del fatto che la via non viene mai ripetuta da nessuno e su 450 m di sviluppo sono presenti solamente una dozzina di spit...
Ma questo per me è il bello della via!
Paolino passa a prendermi alle 5,40 e ci dirigiamo verso il Pian della Casa del Re (m 1.743), che quest'anno ho colpevolmente trascurato fino a fine estate...
Verso le 7,30 siamo in marcia alla volta del Rifugio Remondino (m 2.430), che presto vediamo su in alto, di fronte alle grandi pareti del gruppo della Nasta, uno dei miei preferiti in Marittime:
In 1h 20' siamo al rifugio, che si sta animando per le colazioni:
Paolino riempe la bottiglia alla fontana, mentre io studio le amate pareti di gneiss:
Proseguiamo: un numero incredibile di persone sta salendo le pietraie, lungo la via normale alla Nasta, al Baus o al Brocan.
Nessuno fortunatamente si dirige verso le pareti, che dovrebbero essere tutte per noi!
Poco più tardi, eccoci al cospetto della parete sud dell'Uia Sud Ovest di Nasta (m 2.975), ove individuo senza alcun dubbio l'attacco della via, giusto al termine del minuscolo nevaio che ancora tiene duro:
Paolino sembra decisamente meno entusiasta di me, visto che lungo il primo tiro (IV+) non si vede alcun chiodo o spit e la parete si presenta bella verticale:
Ma io non sto nella pelle e, mentre il socio si imbraga e si prepara, già attacco la via, tanto la sua sicura a poco servirebbe, visto che non c'è nulla di rinviare per un bel po'...
Salgo la bellissima placca verticale, fino a raggiungere una fessura che sale ad arco verso destra; qui trovo finalmente uno spit e proseguo diritto in verticale, su muri e placche dapprima a tratti delicati, poi più facilmente, fino alla sosta attrezzata.
Purtroppo ieri sera è piovuto, per cui la parete è un po' bagnata, ma su queste difficoltà ci può stare.
Paolino mi segue, lamentando freddo alle mani:
La sosta, con chiodo e spit:
Dopo attenta riflessione, il socio decide che ci alterneremo e prosegue lui nel secondo tiro (IV+): un tiro bellissimo, prima lungo placche piuttosto bagnate, poi superando un bel tetto grazie ad una marcata fessura, che permette di salire in dulfer:
La relazione parla ora di traverso a sinistra per 50 m: in realtà si sale una quindicina di metri e si traversa per una trentina.
La terza lunghezza (III+) è un po' strana: la relazione parla di traverso in diagonale a sinistra verso uno spit, spit che non trovo; salgo fin sotto uno strapiombo, ma non può essere qui... nessuna protezione e passaggi ben oltre il III+...
Torno indietro, traverso più deciso a sinistra, ma la parete è bagnata... Allora traverso a destra, compio un paio di passi delicati, ma poi supero la fascia rocciosa e torno a sinistra al di sopra delle difficoltà:
Giungo così su una vasta cengia erbosa, da cui riparte la parete più verticale.Trovo una sosta uguale alle precedenti e recupero il socio.
Paolino sale il pilastro della quarta lunghezza (IV-):
Il tiro seguente (V-), il quinto (sesto secondo la relazione dell'apritore, che tiene conto anche del trasferimento dopo L2), è magnifico: la roccia si presenta subito perfetta:
Salgo diritto in placca, a tratti articolata, a tratti un po' più delicata.
Non trovo alcuna protezione, al punto che, dopo essere salito una decina di metri in verticale, individuo una buona fessurina e pianto un buon chiodo a lama:
Un paio di metri più su, leggero traverso a sinistra e finalmente rinvio uno spit, giusto all'altezza di un passo in aderenza per superare una fessura, sopra la quale posiziono un friend medio:
Pochi metri ed esco a sinistra in sosta, su un comodo pulpito, da cui recupero il socio:
Un tiro veramente magnifico!Sesta lunghezza (IV-): lungo traverso a sinistra, facile, prima di salire la placca chiara, nei pressi del diedro di destra:
Sono fortunato, anche oggi mi toccano in sorte i tiri più divertenti, a mio avviso: il settimo (IV) mi vede salire direttamente per magnifiche placche chiare, verticali ma ben articolate, poi esco in cima alla parete leggermente sulla destra, dopo aver rinviato un paio di spit:
Alla mia destra il panorama è magnifico e ormai inizio a pensare che dal punto di vista meteo non corriamo più alcun rischio, dopo aver tenuto d'occhio le nuvole scure che per ore sono rimaste confinate nella valle accanto grazie alle correnti d'aria:
Paolino fa capolino, al di sopra delle nebbie che di tanto in tanto ci avvolgono:L'ottava lunghezza (V-) è molto bella: Paolino sale il facile diedrino appena a sinistra della sosta, quindi approccia il muro verticale che conduce sul filo di cresta:
Poco sopra, trova la penultima sosta:
Un meritato primo piano sull'ottimo gneiss delle Marittime:
Salgo a mia volta il tiro:
A sinistra, il Lago di Nasta:
Parto per l'ultimo tiro (III+), lasciando Paolino appeso in sosta:
Salgo lungo il filo di cresta, poi doppio una forcella e scalo la paretina finale, fino in vetta:
Vado a sostare alla vicina sosta di calata, per comodità.
Paolino attacca il tiro, in cresta:
Autoscatto di vetta, vetta che raggiungiamo per la seconda volta:
La "mia" Nasta, di fronte a noi:
Foto in sua compagnia:
Il Lago di Nasta, in direzione del quale ci caliamo con un'unica doppia, fino alla fine delle corde:
Dietro la Cima di Nasta (m 3.108), la vetta dell'Argentera (m 3.297) tra le nuvole:
Paolino in doppia:
Il lago, ancora in parte ghiacciato, nonostante siamo ormai a fine estate:
Torniamo al rifugio, da cui riprendo le pareti del gruppo della Nasta ed in particolare il tracciato della via appena percorsa, sulla destra: