Io e Simone
Una grandiosa uscita in alta quota, su uno dei più belli tra i tanti Quattromila svizzeri.
E finalmente per me l'atteso 30-esimo Quattromila in bacheca, che mi dà accesso al Club4000.
Partenza con calma venerdì mattina, poco prima delle 9,00.
Lollo purtroppo non sarà dei nostri, rimaniamo io e Simone.
Guido io, ho un'auto a noleggio per il week-end.
Verso mezzogiorno facciamo una breve sosta a Brig al McDonald's, poi proseguiamo alla volta di Saas-Fee, dove lasciamo l'auto nel parcheggio all'ingresso del paese, paese che trova uno dei punti di forza nel non consentire il traffico veicolare.
Al parcheggio notiamo subito qualcosa di particolare, vale a dire un mega-raduno mormone... ovunque persone vestite e pettinate nel modo ben noto a chi li conosce.
Ma la vista è subito rapita dalla corona di Quattromila che ci circondano, a partire dall'Alphubel (m 4.206), che proprio io e Simone abbiamo scalato un paio di anni fa:
Ci carichiamo come muli con zaini e attrezzatura e attracersiamo il paese fino alla cabinovia che ci porta all'inizio del sentiero.
Qui giunti, prendiamo il sentiero a sinistra, prima in leggera discesa, poi a mezzacosta, per scendere ancora fino ad attraversare due canaloni, uno con un ponte, un altro con l'attraversamento di un canale innevato, senza problemi.
La vista sale subito al nostro obiettivo, il Nadelhorn (m 4.327):
Il sentiero sale a lungo verso il rifugio Mischabelhutte (m 3.340), dove pernotteremo.
Spesso raggiungiamo balconate spettacolari come questa, con vista su Allalinhorn (m 4.027) e Alphubel (m 4.206):
Alle nostre spalle, i giganti al di sopra di Saas Grund: il Lagginhorn (m 4.010) e il Weissmies (m 4.023):
Ho già salito tutti questi 4 splendidi monti, negli anni scorsi.
Dopo circa 1h 30' di salita, inizia la via ferrata, percorso divertente, che rompe la monotonia del lungo sentiero:
Dopo una ventina di minuti, noente popodimeno che una scala metallica bella lunga:
Ad un certo punto, la ferrata finisce, in cima allo sperone roccioso ecco finalmente il rifugio non lontano:
Appena dopo le 16 siamo al rifugio:
Abbiamo impiegato 2h 30' per salire.
Non c'è molta gente, saremo in totale una trentina, bene; d'altronde abbiamo scelto apposta di evitare il week-end vero, essendo oggi venerdì; i posti assegnati per dormire, una bella sistemazione particolare:
Un po' di svacco ci sta.
Poi usciamo ad ammirare e fotografare il panorama, anche grazie alla fantastica vetrata della sala da pranzo del rifugio:
La cena non è male, per essere in Svizzera. Certo, il prezzo è alto.
Il sabato la sveglia è alle 3,30; colazione ok, poi ci prepariamo e alle 4,00 siamo in cammino, prima lungo lo sperone roccioso, poi mettendo piede sul ghiacciaio:
L'alba, sempre un momento magico in montagna, in alta quota:
La giornata si annuncia splendida, noi stiamo bene e saliamo spediti, anche grazie alle condizioni eccezionali del ghiacciaio, con praticamente tutti i crepacci chiusi.
A differenza di quanto ho letto per gli anni scorsi, addirittura la traccia tira dritto nella parte che traversa l'Hohbalm Gletscher sotto la mitica parete nord-est della Lenzspitze (m 4.294), evitando l'ampio semicerchio che si faceva per evitare i crepacci.
Davanti a noi solo un paio di cordate partite prima; ora abbiamo di fronte un bel muro da salire a zig-zag, piuttosto ripido, inizialmente con andamento prevalentemente a destra; poi pieghiamo a sinistra e andiamo a raggiungere il Windjoch (m 3.850), dove subito ci accoglie un vento gelido e persistente (ecco da dove prende il nome...), che ci accompagnerà per tutto il tempo trascorso da qui in su.
Ci siamo, ora prendiamo la parte più bella della via, la favolosa cresta nord-est, mentre è ancora buio, sono le 5,30:
Sulla cresta la traccia è buona:
Arriva il sole a illuminare la giornata, la cresta è splendida:
Alla nostra sinistra, la mitica parete nord-est della Lenzspitze:
La cresta si mantiene nevosa, non difficile, magnifica:
Una scala verso il cielo...
Ormai siamo a buon punto, mentre alla nostra destra vediamo l'ultima parte della Nadelgrat, la via di cresta che unisce 4 vette di 4.000 m; non lontano da noi, lo Stecknadelhorn (m 2.241):
Continuiamo a salire la nostra scala verso il cielo:
La prima parte della Nadelgrat:
Abbiamo quasi raggiunto le due cordate davanti, ma è presto, non c'è fretta in effetti:
E finalmente per me l'atteso 30-esimo Quattromila in bacheca, che mi dà accesso al Club4000.
Partenza con calma venerdì mattina, poco prima delle 9,00.
Lollo purtroppo non sarà dei nostri, rimaniamo io e Simone.
Guido io, ho un'auto a noleggio per il week-end.
Verso mezzogiorno facciamo una breve sosta a Brig al McDonald's, poi proseguiamo alla volta di Saas-Fee, dove lasciamo l'auto nel parcheggio all'ingresso del paese, paese che trova uno dei punti di forza nel non consentire il traffico veicolare.
Al parcheggio notiamo subito qualcosa di particolare, vale a dire un mega-raduno mormone... ovunque persone vestite e pettinate nel modo ben noto a chi li conosce.
Ma la vista è subito rapita dalla corona di Quattromila che ci circondano, a partire dall'Alphubel (m 4.206), che proprio io e Simone abbiamo scalato un paio di anni fa:
Ci carichiamo come muli con zaini e attrezzatura e attracersiamo il paese fino alla cabinovia che ci porta all'inizio del sentiero.
Qui giunti, prendiamo il sentiero a sinistra, prima in leggera discesa, poi a mezzacosta, per scendere ancora fino ad attraversare due canaloni, uno con un ponte, un altro con l'attraversamento di un canale innevato, senza problemi.
La vista sale subito al nostro obiettivo, il Nadelhorn (m 4.327):
Il sentiero sale a lungo verso il rifugio Mischabelhutte (m 3.340), dove pernotteremo.
Spesso raggiungiamo balconate spettacolari come questa, con vista su Allalinhorn (m 4.027) e Alphubel (m 4.206):
Alle nostre spalle, i giganti al di sopra di Saas Grund: il Lagginhorn (m 4.010) e il Weissmies (m 4.023):
Ho già salito tutti questi 4 splendidi monti, negli anni scorsi.
Dopo circa 1h 30' di salita, inizia la via ferrata, percorso divertente, che rompe la monotonia del lungo sentiero:
Dopo una ventina di minuti, noente popodimeno che una scala metallica bella lunga:
Ad un certo punto, la ferrata finisce, in cima allo sperone roccioso ecco finalmente il rifugio non lontano:
Appena dopo le 16 siamo al rifugio:
Abbiamo impiegato 2h 30' per salire.
Non c'è molta gente, saremo in totale una trentina, bene; d'altronde abbiamo scelto apposta di evitare il week-end vero, essendo oggi venerdì; i posti assegnati per dormire, una bella sistemazione particolare:
Un po' di svacco ci sta.
Poi usciamo ad ammirare e fotografare il panorama, anche grazie alla fantastica vetrata della sala da pranzo del rifugio:
La cena non è male, per essere in Svizzera. Certo, il prezzo è alto.
Il sabato la sveglia è alle 3,30; colazione ok, poi ci prepariamo e alle 4,00 siamo in cammino, prima lungo lo sperone roccioso, poi mettendo piede sul ghiacciaio:
L'alba, sempre un momento magico in montagna, in alta quota:
La giornata si annuncia splendida, noi stiamo bene e saliamo spediti, anche grazie alle condizioni eccezionali del ghiacciaio, con praticamente tutti i crepacci chiusi.
A differenza di quanto ho letto per gli anni scorsi, addirittura la traccia tira dritto nella parte che traversa l'Hohbalm Gletscher sotto la mitica parete nord-est della Lenzspitze (m 4.294), evitando l'ampio semicerchio che si faceva per evitare i crepacci.
Davanti a noi solo un paio di cordate partite prima; ora abbiamo di fronte un bel muro da salire a zig-zag, piuttosto ripido, inizialmente con andamento prevalentemente a destra; poi pieghiamo a sinistra e andiamo a raggiungere il Windjoch (m 3.850), dove subito ci accoglie un vento gelido e persistente (ecco da dove prende il nome...), che ci accompagnerà per tutto il tempo trascorso da qui in su.
Ci siamo, ora prendiamo la parte più bella della via, la favolosa cresta nord-est, mentre è ancora buio, sono le 5,30:
Sulla cresta la traccia è buona:
Arriva il sole a illuminare la giornata, la cresta è splendida:
Alla nostra sinistra, la mitica parete nord-est della Lenzspitze:
La cresta si mantiene nevosa, non difficile, magnifica:
Una scala verso il cielo...
Ormai siamo a buon punto, mentre alla nostra destra vediamo l'ultima parte della Nadelgrat, la via di cresta che unisce 4 vette di 4.000 m; non lontano da noi, lo Stecknadelhorn (m 2.241):
Continuiamo a salire la nostra scala verso il cielo:
La prima parte della Nadelgrat:
Abbiamo quasi raggiunto le due cordate davanti, ma è presto, non c'è fretta in effetti:
L'ultimo tratto è più verticale e ghiacciato, saliamo con attenzione e finalmente alle 6,30 siamo in vetta:
Siamo stati decisamente veloci, salendo in sole 2h 30'.
Il panorama, con qualche nuvola come previsto:
Dalla parte opposta la vista è dominata dall'imponenza della parete del Dom de Mischabel (m 4.545):
Ci assicuriamo alla croce di vetta, essendo la vera cima davvero esile ed esposta (le altre cordate non si sono spinte fino a qui, ma si sono fermate qualche metro più in basso), per un selfie celebrativo:
Per me è il 30-esimo Quattromila.
Verso ovest, la cresta che collega il Nadelhorn con la Lenzspitze:
Non ci fermiamo molto, anche perchè il vento continua a sferzarci gelido e inoltre la strada fino a valle è lunghissima.
Scendiamo disarrampicando con estrema attenzione, rimanendo più sulle rocce a sinistra (faccia a monte) rispetto alla salita, sia per evitare il ghiaccio, sia per non incrociare chi sta giungendo in vita della vetta:
Ripresa la cresta nevosa, possiamo leggermente rilassarci, la parte più delicata è andata, ora ci godiamo la lunga ma piacevolissima discesa su cresta e ghiacciaio, incrociando diverse cordate in salita:
Ancora uno sguardo allo scivolo impressionante della Lenzspitze:
Felicità:
Torniamo al Windjoch e appena iniziamo a scendere il pendio nevoso ci ritroviamo al riparo dal vento, oltre che al sole, per cui possiamo svestirci un po' e sgranocchiare qualcosa:
La traccia rimane più alta rispetto alla parte di ghiacciaio più tormentata dai crepacci e seracchi, al cambio di pendenza:
Alle 8,30 siamo già di ritorno al rifugio: incredibile...
Mangiamo ancora qualcosa, poi cambiamo assetto e scendiamo in maglietta, anche se con gli zaini carichi, prima la parte attrezzata, poi il lungo sentiero, fino alla cabinovia e quini al paese.
In perfetto orario per l'ora di pranzo, siamo al McDonalds di Visp e poi via verso l'Italia!
Siamo stati decisamente veloci, salendo in sole 2h 30'.
Il panorama, con qualche nuvola come previsto:
Dalla parte opposta la vista è dominata dall'imponenza della parete del Dom de Mischabel (m 4.545):
Ci assicuriamo alla croce di vetta, essendo la vera cima davvero esile ed esposta (le altre cordate non si sono spinte fino a qui, ma si sono fermate qualche metro più in basso), per un selfie celebrativo:
Per me è il 30-esimo Quattromila.
Verso ovest, la cresta che collega il Nadelhorn con la Lenzspitze:
Non ci fermiamo molto, anche perchè il vento continua a sferzarci gelido e inoltre la strada fino a valle è lunghissima.
Scendiamo disarrampicando con estrema attenzione, rimanendo più sulle rocce a sinistra (faccia a monte) rispetto alla salita, sia per evitare il ghiaccio, sia per non incrociare chi sta giungendo in vita della vetta:
Ripresa la cresta nevosa, possiamo leggermente rilassarci, la parte più delicata è andata, ora ci godiamo la lunga ma piacevolissima discesa su cresta e ghiacciaio, incrociando diverse cordate in salita:
Ancora uno sguardo allo scivolo impressionante della Lenzspitze:
Felicità:
Torniamo al Windjoch e appena iniziamo a scendere il pendio nevoso ci ritroviamo al riparo dal vento, oltre che al sole, per cui possiamo svestirci un po' e sgranocchiare qualcosa:
La traccia rimane più alta rispetto alla parte di ghiacciaio più tormentata dai crepacci e seracchi, al cambio di pendenza:
Alle 8,30 siamo già di ritorno al rifugio: incredibile...
Mangiamo ancora qualcosa, poi cambiamo assetto e scendiamo in maglietta, anche se con gli zaini carichi, prima la parte attrezzata, poi il lungo sentiero, fino alla cabinovia e quini al paese.
In perfetto orario per l'ora di pranzo, siamo al McDonalds di Visp e poi via verso l'Italia!