Io e Paolino l'Alpino
Nonostante l'autunno inoltrato, le temperature e le condizioni si mantengono incredibilmente favorevoli.
Nonostante gli impegni, il trasloco imminente, le festività del 1° novembre e tutto il resto... quando la montagna chiama, rispondiamo presente.
Ci sono giorni in cui non si può proprio dire di no; aggiungiamo il fatto che si tratta sicuramente dell'ultima occasione per scalare a Tremila metri, poi fino a giungo 2015 addio!
L'idea folle prende forma: Traversata Gagliardone (5a AD+ 900 m) da Punta Roma (m 3.070) a Punta Udine (m 3.022), una galoppata entusiasmante al cospetto del Monviso (m 3.841) e della sua parete nord-ovest.
Detto fatto, io e Paolino l'Alpino!
Passo a prenderlo alle 4,35, poi guido rapido verso la Valle Po.
E' la notte di Halloween e puntualmente... una pattuglia dei carabinieri mi ferma a Saluzzo; il militare ci vede agghindati di rosso e capisce subito, un'occhiata fugace ai documenti senza nemmeno registrarli, poi ci augura buona salita e ci saluta.
Parentesi politico-sociale: personalmente continuo a non aver alcun timore che i carabinieri mi picchino o mi sparino, quindi per favore che la piantino con la storia dei santerellini vittime delle forze dell'ordine...
Sono le 5,20 e veleggiamo decisi verso Crissolo; poi oltre, così parcheggio al Pian del Re (m 2.020) alle 6,00 in punto.
E' ancora buio e ci godiamo il fatto che a novembre il parcheggio è gratis!
Ci prepariamo e via, imbocchiamo il sentiero percorso tante volte, sempre con emozione e la giusta tensione rivolte a vie spettacolari in uno dei miei luoghi preferiti, il Monviso!
Pila frontale, ramponcini in caso di verglas, pile, anche se la temperatura è già relativamente alta da qui, al mattino presto; completa l'opera una mezza corda da 60 m, che doppieremo come da relazione ("tiri e calate di massimo 30 m"), oltre alla solita ferraglia all'imbrago:
Bastoncini telescopici, anche se so che daranno fastidio lungo la scalata: del resto ci aspetta un avvicinamento che in genere rappresenta una bella e remunerativa salita già di per sè, la Via Normale a Punta Roma (m 3.070), oltre alla discesa da Punta Udine (m 3.022) fino al Pian del Re!
Pochi minuti dopo la partenza possiamo già spegnere la pila frontale (sperando di non doverla usare di nuovo stasera...) e giocare con le prime luci dell'alba:
Intanto lo sguardo va di frequente al Re, il Monviso (m 3.841), ed al Visolotto (m 3.348), che vegliano su di noi:
Il sole sorge dietro al Viso Mozzo (m 3.019) ed è sempre un'emozione:
La vista verso sud, verso il Monviso:
Autoscatto sulla prima vetta di giornata:
L'infinita cresta che ci aspetta, una successione di torrioni per circa un chilometro:
Beh, cominciamo bene, relazione poco chiara...
Niente di grave, eccoci in cresta.
Paolino parte davanti, procediamo in conserva lunga protetta, grazie ai numerosi spit presenti; porteremo a spasso fettucce, nuts e friends...
Subito un bel muro verticale da scalare:
In cima al risalto ci diamo il cambio, passo avanti io che ora ho tutto il materiale; dopo pochi metri, devo scendere un torrione, con un paio di passi esposti, ma sempre ben chiodati:
Paolino alle mie spalle, ancora sul torrione precedente:
Poi tocca a me:
Massima attenzione: ovviamente in discesa tutto si inverte, il primo disarrampica assicurato dall'alto, mentre il secondo è molto meglio che non cada:
Intanto Paolino si impegna in placca:
Bellissima parete:
Poi salendo spettacolari torri, senza particolari difficoltà:
Avanti, sospesi tra due mondi:
Insomma, movimenti quanto meno molto inusuali:
Anche questo torrione è alle nostre spalle, ora abbiamo un tratto più facile, che ci fa riposare la testa e ci fa guadagnare tempo; alle nostre spalle, la cresta già percorsa è molto lunga e Punta Roma è ora lassù, molto indietro:
Un'altra torre, un'altra parete, senza particolari difficoltà:
Giungo in cima al torrione e ancora mi volto:
Dalla parte opposta mi aspetta un'altra lunga discesa, prima con passaggi particolari lungo placche rivolte verso il basso, poi lungo una paretina, dove subito dopo arriva anche Paolino, legato a 30 m:
e quello che ci aspetta, ancora piuttosto facile, visto da lontano, prima dei due conclusivi, che invece appaiono decisamente più impegnativi:
Dal lato opposto trovo una sosta di calata:
Ci caliamo, poi proseguiamo prima facilmente, già guardando alla parete ripida del torrione che precede la vetta:
Attraversiamo il colle di uscita dalla Traversata degli Angeli, che conosciamo come via di fuga per le vie sulla parete sud-est di Punta Udine, e ci portiamo alla base della parete quasi verticale che ci condurrà con due bei tiri vicini alla vetta.
Paolino avanza su diritto, poi piegando leggermente a destra, è un tiro magnifico (5a), anche se decisamente più lungo di quanto recita la relazione; infatti, con la nostra corda da 60 m sdoppiata non arriviamo in sosta e devo partire pure io, salendo 6 o 7 metri per permettere al socio di raggiungere la sosta:
Proseguo immediatamente verso l'alto, più facilmente (4c):
Esco dalla parete, mentre sollecito il socio a salire a sua volta, procedendo nuovamente in conserva protetta:
Fortunatamente vedo che tra me e la vetta non ci sono più difficoltà e soprattutto non ci sono saliscendi, cioè praticamente siamo fuori!
Paolino mi segue, con parte della nostra stupenda cavalcata alle spalle e la severa parete nord del Monviso (m 3.841):
Gli ultimi facili risalti, che percorro velocemente, quasi camminando:
Incredibile essere qui a novembre!
La discesa la conosciamo bene, l'ho percorsa n volte: scendiamo in pochi minuti all'imbocco del Coulour del Porco, tra la Udine e la Venezia, discendiamo rapidi la ferrata e, giunti in fondo al canalone, ormai privo di neve (o sarebbe meglio dire: ancora privo di neve...), mi volgo indietro a guardarlo per l'ultima volta, quest'anno:
Poco dopo siamo al rifugio Giacoletti, ovviamente chiuso, ma popolato da due signore liguri in compagnia di marito e figlio, che pernotteranno nel locale invernale:
La giornata volge al termine, noi riprendiamo il cammino, osservati da uno stambecco totalmente indifferente alle nostre vicende:
Gli ultimi raggi di sole sula parete ovest del Re di Pietra:
Un'ora dopo siamo ormai in vista del parcheggio al Pian del Re, sotto di noi, e la scena è sempre dominata dal Monviso:
Nonostante gli impegni, il trasloco imminente, le festività del 1° novembre e tutto il resto... quando la montagna chiama, rispondiamo presente.
Ci sono giorni in cui non si può proprio dire di no; aggiungiamo il fatto che si tratta sicuramente dell'ultima occasione per scalare a Tremila metri, poi fino a giungo 2015 addio!
L'idea folle prende forma: Traversata Gagliardone (5a AD+ 900 m) da Punta Roma (m 3.070) a Punta Udine (m 3.022), una galoppata entusiasmante al cospetto del Monviso (m 3.841) e della sua parete nord-ovest.
Detto fatto, io e Paolino l'Alpino!
Passo a prenderlo alle 4,35, poi guido rapido verso la Valle Po.
E' la notte di Halloween e puntualmente... una pattuglia dei carabinieri mi ferma a Saluzzo; il militare ci vede agghindati di rosso e capisce subito, un'occhiata fugace ai documenti senza nemmeno registrarli, poi ci augura buona salita e ci saluta.
Parentesi politico-sociale: personalmente continuo a non aver alcun timore che i carabinieri mi picchino o mi sparino, quindi per favore che la piantino con la storia dei santerellini vittime delle forze dell'ordine...
Sono le 5,20 e veleggiamo decisi verso Crissolo; poi oltre, così parcheggio al Pian del Re (m 2.020) alle 6,00 in punto.
E' ancora buio e ci godiamo il fatto che a novembre il parcheggio è gratis!
Ci prepariamo e via, imbocchiamo il sentiero percorso tante volte, sempre con emozione e la giusta tensione rivolte a vie spettacolari in uno dei miei luoghi preferiti, il Monviso!
Pila frontale, ramponcini in caso di verglas, pile, anche se la temperatura è già relativamente alta da qui, al mattino presto; completa l'opera una mezza corda da 60 m, che doppieremo come da relazione ("tiri e calate di massimo 30 m"), oltre alla solita ferraglia all'imbrago:
Bastoncini telescopici, anche se so che daranno fastidio lungo la scalata: del resto ci aspetta un avvicinamento che in genere rappresenta una bella e remunerativa salita già di per sè, la Via Normale a Punta Roma (m 3.070), oltre alla discesa da Punta Udine (m 3.022) fino al Pian del Re!
Pochi minuti dopo la partenza possiamo già spegnere la pila frontale (sperando di non doverla usare di nuovo stasera...) e giocare con le prime luci dell'alba:
Intanto lo sguardo va di frequente al Re, il Monviso (m 3.841), ed al Visolotto (m 3.348), che vegliano su di noi:
Il sole sorge dietro al Viso Mozzo (m 3.019) ed è sempre un'emozione:
Superiamo il Lago Superiore, il bivio per il Rifugio Giacoletti e prendiamo a sinistra:
Di fronte a noi Punta Roma, prima tappa della nostra cavalcata:
Una splendida giornata di sole, senza l'assillo del rischio di temporali tipicamente estivo e con una temperatura incredibilmente mite per essere a novembre:
La salita è piuttosto faticosa, anche perché l'allenamento è già un po' calato rispetto all'estate; ma prendiamo quota; dietro di me la cresta con Punta Gastaldi (m 3.214), Visolotto (m 3.348) e Viso (m 3.841) che si inseguono:
Verso le 8,45 siamo in vetta a Punta Roma (m 3.070), dopo 2h 30':La vista verso sud, verso il Monviso:
Autoscatto sulla prima vetta di giornata:
L'infinita cresta che ci aspetta, una successione di torrioni per circa un chilometro:
Come da relazione, dopo aver sgranocchiato qualcosa e aver indossato le scarpette comode da arrampicata, ci portiamo verso nord-ovest e discendiamo per poi voltare a destra; però finiamo al limitare delle placche da cui sono uscito quest'estate dalla via Trois Rivières, incontrando la sosta prima dell'ultimo tiro...
Che facciamo?
L'unica soluzione è calarci in doppia 30 m più in basso, verso l'intaglio alla base della cresta:
Prima io, poi Paolino:Beh, cominciamo bene, relazione poco chiara...
Niente di grave, eccoci in cresta.
Paolino parte davanti, procediamo in conserva lunga protetta, grazie ai numerosi spit presenti; porteremo a spasso fettucce, nuts e friends...
Subito un bel muro verticale da scalare:
Seguito da un traverso a destra ed un bellissimo muro, stavolta solcato da una marcata fessura:
Paolino mi segue:
Proseguo sul filo:Paolino alle mie spalle, ancora sul torrione precedente:
Proseguiamo, tenendo come riferimento il rifugio Giacoletti, giù in basso:
Arriviamo ad una parete da scendere in disarrampicata; prima Paolino, sotto il mio sguardo:Poi tocca a me:
Massima attenzione: ovviamente in discesa tutto si inverte, il primo disarrampica assicurato dall'alto, mentre il secondo è molto meglio che non cada:
Avanti col torrione successivo:
Intanto alla mia sinistra lo sguardo è colto dai colossi del massiccio francese degli Ecrins, per noi una seconda patria; Pelvoux, Barre des Ecrins e tutti gli altri:Intanto Paolino si impegna in placca:
Bellissima parete:
Che poi salgo a mia volta:
Passo avanti io, prima per facili risalti:Poi salendo spettacolari torri, senza particolari difficoltà:
Avanti, sospesi tra due mondi:
Paolino dietro, col Viso che spunta:
Eccoci ad un altro punto delicato, una discesa senza calata in doppia, con sorpresa finale:
Sorpresa che consiste in un profondo baratro da superare in grande spaccata, in discesa:Insomma, movimenti quanto meno molto inusuali:
Anche questo torrione è alle nostre spalle, ora abbiamo un tratto più facile, che ci fa riposare la testa e ci fa guadagnare tempo; alle nostre spalle, la cresta già percorsa è molto lunga e Punta Roma è ora lassù, molto indietro:
Un'altra torre, un'altra parete, senza particolari difficoltà:
Poco dopo la metà, ci alterniamo al comando e mi aspetta un bel passaggio, una paretina prima in placca, poi in diedro:
Per uscire sulla destra, sporgendosi in fuori, con rare prese in uscita ed il fastidio dei bastoncini (troppo lunghi, i miei...) che toccano la parete sopra, spingendomi in fuori:Giungo in cima al torrione e ancora mi volto:
Dalla parte opposta mi aspetta un'altra lunga discesa, prima con passaggi particolari lungo placche rivolte verso il basso, poi lungo una paretina, dove subito dopo arriva anche Paolino, legato a 30 m:
Il torrione successivo è facile, una piacevole sequela di risalti, in pieno sole:
Il torrione alle nostre spalle:e quello che ci aspetta, ancora piuttosto facile, visto da lontano, prima dei due conclusivi, che invece appaiono decisamente più impegnativi:
Dal lato opposto trovo una sosta di calata:
Ci caliamo, poi proseguiamo prima facilmente, già guardando alla parete ripida del torrione che precede la vetta:
Poi lungo un tratto non difficile, ma che richiede attenzione, in piena esposizione, col filo di cresta tra le mani:
Ridiscendiamo, mentre l'orologio avanza spietato; non è tardissimo, ma è pur sempre novembre, le giornate sono corte e la parete finale inizia già ad essere in ombra:Attraversiamo il colle di uscita dalla Traversata degli Angeli, che conosciamo come via di fuga per le vie sulla parete sud-est di Punta Udine, e ci portiamo alla base della parete quasi verticale che ci condurrà con due bei tiri vicini alla vetta.
Paolino avanza su diritto, poi piegando leggermente a destra, è un tiro magnifico (5a), anche se decisamente più lungo di quanto recita la relazione; infatti, con la nostra corda da 60 m sdoppiata non arriviamo in sosta e devo partire pure io, salendo 6 o 7 metri per permettere al socio di raggiungere la sosta:
Salgo a mia volta, divertendomi un mondo:
Proseguo immediatamente verso l'alto, più facilmente (4c):
Esco dalla parete, mentre sollecito il socio a salire a sua volta, procedendo nuovamente in conserva protetta:
Fortunatamente vedo che tra me e la vetta non ci sono più difficoltà e soprattutto non ci sono saliscendi, cioè praticamente siamo fuori!
Paolino mi segue, con parte della nostra stupenda cavalcata alle spalle e la severa parete nord del Monviso (m 3.841):
Gli ultimi facili risalti, che percorro velocemente, quasi camminando:
La vetta!
Pochi istanti dopo, eccoci in cima per la foto ricordo:Incredibile essere qui a novembre!
La discesa la conosciamo bene, l'ho percorsa n volte: scendiamo in pochi minuti all'imbocco del Coulour del Porco, tra la Udine e la Venezia, discendiamo rapidi la ferrata e, giunti in fondo al canalone, ormai privo di neve (o sarebbe meglio dire: ancora privo di neve...), mi volgo indietro a guardarlo per l'ultima volta, quest'anno:
Poco dopo siamo al rifugio Giacoletti, ovviamente chiuso, ma popolato da due signore liguri in compagnia di marito e figlio, che pernotteranno nel locale invernale:
La giornata volge al termine, noi riprendiamo il cammino, osservati da uno stambecco totalmente indifferente alle nostre vicende:
Gli ultimi raggi di sole sula parete ovest del Re di Pietra:
Un'ora dopo siamo ormai in vista del parcheggio al Pian del Re, sotto di noi, e la scena è sempre dominata dal Monviso:
Fantastica giornata, sono le 17,30, ora scendiamo rapidi a telefonare a casa per dire che anche oggi c'è stato solo divertimento!