Io
Oggi mi regalo una salita in solitaria e mi piace tornare al Bracco, in queste occasioni, dove arrampico sempre in completo relax.
Ho poco tempo, voglio rientrare presto a fare il papà... nonostante tutto, la mia predilezione per le vie lunghe mi fa scegliere per la Diretta Stefano Mulatero (6b/A0 D+ 18L 500 m), confidando sul fatto che la maggior parte dei tiri sono facili e da solo potrò salire rapidamente.
Inoltre, è l'unica via che conduce in vetta al Monte Bracco (m 1.308) e con la splendida giornata di oggi sarà un piacere ammirare il panorama da lassù e percorrere il sentiero di discesa dalla cima fino all'auto.
Parto verso le 7,00, breve sosta a prendere un po' di focaccia alle olive (che dimenticherò in macchina...), ed eccomi al parcheggio sotto al Rifugio Miravidi: sono le 8,00 e non c'è nessun altro. In compenso, la temperatura è altissima, 11,5°C: vento di phoen, che nella notte deve aver soffiato forte, a giudicare dal numero di rami rotti che vedo a terra...
Mi preparo, salirò con una mezza corda da 60 m nello zaino.
Risalgo le pendici del Bracco e mi porto all'attacco della via, che già conosco avendola salita con Paolino l'Alpino alcuni anni fa:
I primi tiri non superano il grado 4c, per cui li percorrerò slegato, calzando le scarpette per sicurezza:
Si parte, sono le 9,00:
Alla mia sinistra appare quasi subito il Monviso (m 3.841), maestoso come sempre:
Qui si fa sul serio, ovviamente estraggo la corda dallo zaino e mi autoassicuro, anche se in maniera molto semplice, con un nodo autobloccante machard sulla corda, dopo aver bloccato un capo al primo spit alla base del tiro e tenendo la corda libera a tracolla.
Fortunatamente nei primi 10 metri, dove la salita è più dura, gli spit sono molto ravvicinati, così posso salire in tranquillità, integrando la sicurezza con la daisy-chain allo spit superiore.
Più in alto, le difficoltà sono di 5b e gli spit si allontanano, ma poco dopo sono su terreno più facile, che percorro comunque senza abbassare la guardia, fino alla sosta.
Attrezzo la calata in doppia e mi calo lungo il tiro, per andare a slegare il capo della corda al primo spit; la doppia è giusta giusta, 30 m:
Il Re di Pietra mi tiene d'occhio:
Ora riprendo a salire lungo placche facili, entro il 4b:
Raggiungo la sommità della struttura, dopo l'ottavo tiro, e traverso a sinistra per 60 m, fino a reperire la base del torrione successivo, sempre in placca:
Oltrepasso le soste senza fermarmi, certo che così i tempi si riducono per forza...
Traverso leggermente a destra, lungo l'11-esimo tiro (4c), per salire un breve strapiombo, con uscita sulla placca soprastante:
La corda è nello zaino, ma nei passi più esposti cerco di rinviare momentaneamente la longe nello spit sopra:
Begli angoli di roccia:
Il muro di 5b:
Posso togliere le scarpette e raggiungere la croce di vetta:
Autoscatto con vista Monviso:
Ho poco tempo, voglio rientrare presto a fare il papà... nonostante tutto, la mia predilezione per le vie lunghe mi fa scegliere per la Diretta Stefano Mulatero (6b/A0 D+ 18L 500 m), confidando sul fatto che la maggior parte dei tiri sono facili e da solo potrò salire rapidamente.
Inoltre, è l'unica via che conduce in vetta al Monte Bracco (m 1.308) e con la splendida giornata di oggi sarà un piacere ammirare il panorama da lassù e percorrere il sentiero di discesa dalla cima fino all'auto.
Parto verso le 7,00, breve sosta a prendere un po' di focaccia alle olive (che dimenticherò in macchina...), ed eccomi al parcheggio sotto al Rifugio Miravidi: sono le 8,00 e non c'è nessun altro. In compenso, la temperatura è altissima, 11,5°C: vento di phoen, che nella notte deve aver soffiato forte, a giudicare dal numero di rami rotti che vedo a terra...
Mi preparo, salirò con una mezza corda da 60 m nello zaino.
Risalgo le pendici del Bracco e mi porto all'attacco della via, che già conosco avendola salita con Paolino l'Alpino alcuni anni fa:
I primi tiri non superano il grado 4c, per cui li percorrerò slegato, calzando le scarpette per sicurezza:
Si parte, sono le 9,00:
Alla mia sinistra appare quasi subito il Monviso (m 3.841), maestoso come sempre:
Dopo il primo tiro, che presenta un paio di passaggi cui porre attenzione, a freddo, lo sperone prosegue piuttosto appoggiato:
Un trasferimento in diagonale a sinistra mi conduce sotto la parete verticale del sesto tiro (6b/A0), tiro chiave della via:Qui si fa sul serio, ovviamente estraggo la corda dallo zaino e mi autoassicuro, anche se in maniera molto semplice, con un nodo autobloccante machard sulla corda, dopo aver bloccato un capo al primo spit alla base del tiro e tenendo la corda libera a tracolla.
Fortunatamente nei primi 10 metri, dove la salita è più dura, gli spit sono molto ravvicinati, così posso salire in tranquillità, integrando la sicurezza con la daisy-chain allo spit superiore.
Più in alto, le difficoltà sono di 5b e gli spit si allontanano, ma poco dopo sono su terreno più facile, che percorro comunque senza abbassare la guardia, fino alla sosta.
Attrezzo la calata in doppia e mi calo lungo il tiro, per andare a slegare il capo della corda al primo spit; la doppia è giusta giusta, 30 m:
Il Re di Pietra mi tiene d'occhio:
Raggiungo la sommità della struttura, dopo l'ottavo tiro, e traverso a sinistra per 60 m, fino a reperire la base del torrione successivo, sempre in placca:
Oltrepasso le soste senza fermarmi, certo che così i tempi si riducono per forza...
Le belle placche percorse:
e quelle di fronte a me:Traverso leggermente a destra, lungo l'11-esimo tiro (4c), per salire un breve strapiombo, con uscita sulla placca soprastante:
La corda è nello zaino, ma nei passi più esposti cerco di rinviare momentaneamente la longe nello spit sopra:
Eccomi in vista delle ultime difficoltà, il muro verticale del 12-esimo tiro (5b):
Clima magnifico, cielo azzurro, ambiente solitario:Begli angoli di roccia:
Il muro di 5b:
pochi istanti dopo, sono al di sopra:
Ora la via è praticamente finita, solo più qualche passo di 3° grado.Posso togliere le scarpette e raggiungere la croce di vetta:
Dopo 2h di salita, sono in cima:
La piatta sommità:Autoscatto con vista Monviso:
Purtroppo ho dimenticato in macchina la focaccia...
Bevo una bibita, poi mi corico su una pietra liscia a godermi il sole, salutando un gruppetto di escursionisti giunti in vetta.
La discesa non pone problemi, in 50' raggiungo l'auto e finalmente posso sfamarmi.