20 gennaio 2007 Io, Manu e Paolino l'AlpinoContinua l'incredibile ondata di caldo fuori stagione... ieri sera al TG5 hanno detto che il record è spettato al paese di Brossasco (zona Monte Bracco) con addirittura
29,5° C il 19 gennaio!!!
Anche oggi troveremo circa 25°C in bassa Valle d'Aosta...
Per protesta non-violenta contro i furti perpetrati dagli autogrill (un panino, una coca e una barretta di cioccolato: non ce la caviamo mai con 7 o 8 euro!), torniamo a farci il nostro bel panino a casa e passiamo dalla panetteria del mitico Giors al mio paesello per un pezzo di pizza di alto livello.
Evitiamo anche le code in autogrill e alle 9,45 siamo all'attacco della via prescelta per oggi:
T-Rex (6a 9L 300 m).
Se devo essere sincero, la vista della prima parte della via non mi entusiasma granché...
L'avvicinamento è brevissimo e in discesa, lo stesso di Doctor Jimmy, ma ci fermiamo prima.
Parte Paolino l'Alpino (notare il calzino...), il maniaco della magnesite!!!
Ne usa a quintali, secondo noi è tossica, infatti alla fine delle vie ritorna a casa puntualmente in questo stato:
Questo è il primo tiro (4+):
Il secondo tiro (4+) è molto divertente: aereo e sul filo di cresta:
Giunti in sosta, come al solito facciamo gli imbecilli:
Visione artistica di San Rinvio:
La terza lunghezza è tosta: dopo una placchina ed un piccolo tettino da scavalcare, si affronta un diedro, da cui si esce sporgendosi in fuori con passo completamente esposto, per poi obliquare a sinistra lunga una placca ostica (6a); la chiodatura di questo tratto ci fa un po' incazzare e c'è un ramo secco in posizione pericolosa, in caso di volo... Il tiro tocca a Paulin, che smadonnando in qualche modo sale.
Dopo un facile e scocciante tiro di trasferimento, un po' "arbustivo", il quinto tiro inizia con una bellissima placca lavorata, la specialità della zona:
Questa lunghezza se la fa Manu da primo ed è fantastica: è gradata 6a, ma secondo noi sarebbe più corretto dare il 5c; molto divertente la scalata in un accenno di fessura-colatoio con un passo in dulfer:
Seguono un paio di tiri facili (III) su roccette e placchine, passo in testa io.
All'inizio dell'ottavo tiro, siamo indecisi, per via di una relazione che non indica la sosta 8: insomma, ci pare impossibile che in una sola lunghezza di corda (tra l'altro impegnativa, 6a) si debba fare prima un traverso delicato, poi un muro verticale piuttosto inquietante... col rischio, ci pare, che la corda non sia sufficientemente lunga!
Parto per il traverso, al termine del quale non trovo la sosta che speravo e che la logica imporrebbe...
Seguono diversi minuti di incertezza e infatti ci ricordiamo della settimana precedente, quando, uscendo dalla via Doctor Jimmy poco distante, abbiamo visto due ragazzi fermi nello stesso punto della parete per lungo tempo: ebbene, quel punto era proprio quello in cui siamo adesso noi!
Il rischio sarebbe serio, perchè sui tiri di 6a o 6a+, come lo definisce un'altra relazione, non è che abbiamo ancora la super-certezza matematica di salire... e se il tiro fosse molto lungo, non ci sarebbe la possibilità di farmi calare in moulinette, perchè la corda non sarebbe sufficientemente lunga per farmi ritornare in sosta!
Intanto, tra una foto e l'altra, tra un video e l'altro, si son fatte le 16,10 e non è che ci sia luce ancora per molto: OK che faccia un caldo insolito, ma siamo pur sempre al 20 gennaio!
Discutiamo ancora un po' sul da farsi, poi mi assicuro allo spit al termine del traverso e recupero Paolino; Manu rimane in sosta; quando Paolino mi raggiunge, il suo occhio di falco individua la sospirata sosta, qualche metro più in alto sulla placca verticale!
OK, veloci, allora, Paolino si assicura allo spit, io riprendo la scalata assicurato da Manu.
Il problema è che la chiodatura nei metri che mi separano dalla sosta non è propriamente geniale... infatti, innalzandomi sulla placca verticale, non trovo alcuno spit nei 6 metri che devo salire.
Mentre ho nervi e muscoli in tensione e l'adrenalina a mille, quel bastardo di mio fratello sottolinea:
"Occhio, Dani, lo sai che se voli adesso ti ammazzi sugli spuntoni là sotto!"
"Grazie, bastardone, effettivamente me n'ero accorto da solo, ma non mi pare che abbiamo molte alternative..."
In forte spaccata sul baratro, tengo una tacca che lascia spazio alla prima falange di tre dita della mano destra e lancio ad afferrare una bella presa con la sinistra, ovviamente col cuore in gola (e le mutande sporche!)...
Eccola, la tengo!
Accoppio e mi alzo su di una piccola cengia lasciata da un blocco che si è staccato, dove saggiamente si trovano i due spit che formano la sosta.
Mentre recupero e salgono i miei compari di sventure (in cui amiamo cacciarci da soli ogni week-end!!!), entrambi sottolineano la pericolosità di quel passaggio e, soprattutto, la pericolosità gratuita del passo: bastavano uno o due spit ed era tutto OK!
Ora siamo in sosta tutti e tre: la nona e ultima lunghezza (6a o 6a+) appare subito affar serio...
Io ho speso molte energie fisiche e mentali nell'ultima mezz'ora; lascio passare Manu, che sul grado più alto se la cava meglio e più in fretta.
Il tiro è in effetti molto duro, per il nostro livello attuale, ma il gnoc se la cava molto bene ed esce in vetta!
Poi tocca a noi: si tratta di un bel mix tra fisico e tecnica; è abbastanza lungo e le difficoltà si mantengono continue: io scalo bene tre quarti del tiro, poi sono un po' ghisato e sull'ultimo passaggio difficile mi lascio andare a patetica mungitura della corda, anche perchè è quasi buio...
Siamo fuori, ma abbiamo passato un brutto quarto d'ora.
Tutti a casa, stasera pizza, cinema e morosa!!!