domenica 26 maggio 2013

BOURCET (m 1.000): Spigolo Grigio

Domenica 26 maggio 2013

Io e Manu

Finalmente si torna in parete!
Dopo la recente paternità e dopo aver atteso che la situazione si stabilizzasse un minimo (si fa per dire...),  fuggo una mezza giornata al Bourcet (m 1.000) in Val Chisone, per salire questa via che ho nel mirino da tempo, essendo la più famosa della zona.
A posteriori devo dire che la via merita i commenti molto positivi che tutti attribuiscono allo Spigolo Grigio (6a   TD-   7L   180 m), magnifica creazione di Fiorenzo Michelin.
L'unico neo è legato al fatto che dopo quasi due mesi di inattività forse potevo scegliere una via meno fisica ed atletica, una placca tranquilla, invece ho dovuto tirare sui muscoli impigriti ghisandomi già al primo tiro!
Inizio di giornata inquietante: prima io non mi sveglio in tempo e vengo bruscamente riportato alla realtà dalla telefonata di Manu.
La cosa è paradossale, visto che proprio io ho insistito con lui per due giorni, prima per partire presto, poi perchè lui fosse puntuale...
Il fatto è che in genere le nostre uscite arrampicatorie sono di sabato, così la mia sveglia alpinistica è settata sul sabato... peccato che oggi sia domenica!
All'appuntamento in piazza manca anche Mimmo, che però ci dice al telefono che ha dormito poco e non ce la fa...
OK, si parte allora.
Guido a manetta, ma a Pinasca cediamo alle tentazioni della carne e ci fermiamo a farci fare un paio di panini, poi al bar per una colazione di livello.
Alle 9,30 parcheggio al Bourcet, dove ci prepariamo e saliamo in pochi minuti alle pareti.
Ci sono altre cordate pronte a partire.
Salendo, l'attenzione è catturata da queste belle creazioni lignee degne di Mauro Corona:


Siamo i primi a giungere all'attacco dello Spigolo Grigio, seguiti pochi minuti dopo da altre due cordate.
Una sceglie di attaccare la vicina Variante, tre tiri di 5c/6a max che si ricongiungono con la via più in alto.
La seconda cordata alla fine sceglie di andare a fare un'altra via.
Bene.
Ci leghiamo e optiamo per lasciare giù tutto, zaini, cibo, bevande e scarponcini: scenderemo in doppia, anche perchè ho premura di tornara a casa presto.
Manu attacca i primi due tiri, concatenandoli: la relazione dice 5b, secondo me un 5c bello pieno ci sta tutto:
Roccia granitica stupenda, perfettamente asciutta:
Devo ammettere che l'inattività si fa sentire parecchio... tiro anche un rinvio, poi raggiungo la sosta S2.
Anche se un po' ghisato, voglio assolutamente riprendere a scalare da primo, quindi prendo il materiale e affronto il terzo tiro (5a), prima su un delicato muro leggermente strapiombante, poi in diagonale a sinistra, dove supero una placca fessurata integrando con un friend medio:
Raggiungo un terrazzino e, grazie alla frecciolina di vernice azzurra, esco in esposizione sulla destra, superando poi il muro terminale fino in sosta, verticale ma ben appigliato, su comoda cengia e con catena su un albero; lì mi raggiunge Manu poco dopo:
Il quarto tiro (6a) è splendido, sembra veramente di essere sui Satelliti del Bianco!
Manu attacca un camino verticale prima ed un diedro perfettamente verticale subito dopo un buon chiodo, con un bel ribaltamento a destra per uscire dal camino:
Più in alto, le difficoltà aumentano, in quanto il diedro piega verso sinistra e presenta un passaggio ostico per raggiungere la faccia sinistra del diedro stesso, cui segue una placca articolata meno complessa:
Dato lo scarso allenamento e la stanchezza già accumulata, lascio andare avanti Manu nel quinto tiro (6a); io chiuderò la via con gli ultimi due tiri.
Partendo dalla comoda sosta su terrazzino aereo, si sale in verticale (5a), quindi si percorre un diedro ad arco verso sinistra:
Fino a raggiungere un pronunciato tetto strapiombante, da superare direttamente con movimenti decisamente faticosi; Manu studia un po' il passaggio, poi lo supera:
Qui devo tirare il mio secondo rinvio, per non esaurire le forze e poter proseguire, quindi supero la lunghezza e torno avanti per il sesto tiro (5a):
Placche ed alcuni risalti, quindi un'interessante fessura da superare con mani e piedi nella fessura stessa, ben protetta da un paio di spit ed un solido chiodo.
Come previsto, raggiungo la sosta S6, rinvio e proseguo lungo la bellissima placca che solca la parte sinistra della parete che segue: in aderenza, quindi piego a destra e raggiungo il diedro finale, cui segue la cima e la croce sommitale.
Recupero Manu per questa bella e lunga cavalcata (60 metri):

Scrivo una dedica sul libro di vetta, poi giù in doppia, con tre calate veloci siamo a terra, dove ci aspettano i panini e la coca:
Commentiamo la bella via, poi si torna a casa, il mio timer dice out... alle 15,30 sono a casa, pronto a dedicarmi ad altre attività...