Sabato 11 febbraio 2023Io e Giorgio
Dopo una settimana passata all'estero, torno in Italia e subito si scala!
Sembra che l'ondata di freddo stia mollando la presa e forse la nevicata di qualche giorno fa ha fatto meno danni del previsto, per cui io sarei per provare.
Giorgio risponde presente, così organizzo tra un volo e l'altro, da Tolosa a Parigi, fino a casa.
La scelta cade su una via che ho percorso addirittura 15 anni fa!
Ora il mio allenamento è piuttosto scarso, quindi ci sta di togliere un po' di ruggine su una via non estrema, ma comunque lunga e che ricordo come divertente. Saliremo Tuba di Falloppio (5b 10L 300 m) a Rocca di Lities (m 1.442), in Val di Lanzo.
Andiamo sul tardi, per dar modo alle temperature di salire un minimo... Parto da casa con il termometro che segna -8°C...
Carico Giorgio e proseguiamo verso la valle, mentre già mi sono accorto di aver dimenticato a casa il portafogli... ottimo inizio...
La stradina che sale a Lities è pulita dalla neve, molto bene; posteggio e ci prepariamo, mentre la temperatura è già salita a 5 o 6 gradi, senza vento; la vista sulle pareti è confortante, poca neve in giro.
In avvicinamento pestiamo un po' di neve nel bosco, ma senza fastidio; poi usciamo sulla pietraia, completamente pulita, e saliamo tranquilli fin contro la parete, seguendo ometti e bolli di vernice; la prima via in cui ci imbattiamo è la nostra:
Ci prepariamo e ci leghiamo; sono le 10,30 quando Giorgio attacca il primo tiro (5a), salendo un breve muretto e piegando a destra, per poi risalire in verticale in placca:
Lo raggiungo e procediamo alternati; la seconda lunghezza (5a) mi vede salire un muretto fessurato obliquando verso sinistra, doppiare lo spigolo per poi continuare su placca appoggiata, fino alla sosta di destra; poco dopo ecco Giorgio sbucare dallo spigolo:
Terzo tiro (5a): Giorgio sale lo spigolo a destra della sosta, con un primo passo faticoso, per continuare su terreno più
appoggiato, salendo poi un diedrino e, dopo una cengia erbosa con l'aiuto di una corda fissa), una
crestina che conduce in sosta. Poi è il mio turno:
Proseguo lungo la splendida quarta lunghezza (5b), un lungo e continuo muro verticale, con una sequenza di ottime prese a tacche quasi da palestra:
Raggiungo la sosta, in esposizione, da cui posso far sicura all'amico:
La lunghezza seguente presenta una serie di risalti e muretti, fino alla comoda sosta.
Parto poi per una sequenza di due tiri, il sesto (4a), lungo una bella placca in diagonale a sinistra, a vaschette, ed il settimo (4c), ancora in placca dopo la breve cengia, sempre più verticale, fino alla sosta; poco più tardi, ecco il socio in arrivo:
La sosta:
L'ottavo tiro (5a) indica di andare a sinistra e superare un muro a tacche, per poi piegare a destra fino a
raggiungere un diedro, che presenta un passaggio ostico e che Giorgio sale uscendo in placca:
Nona lunghezza (5a): traverso a destra una ventina di metri, prima di impegnare uno splendido spigolo verticale, con buone prese, uscendo poi a sinistra in placca:
Siamo all'ultimo tiro, il decimo (5a), che Giorgio sale con sicurezza, con una bella dulfer dopo un muro verticale su buone prese:
La discesa non è il massimo della vita... troviamo neve nella prima parte, prima su roccia e poi scendendo a sinistra lungo un canalino alberato, poi fortunatamente usciamo verso una selletta che ci riporta in pietraia, spoglia da neve, fino alla base.
La parete salita, in una splendida giornata: