lunedì 23 dicembre 2019

ROCCA SBARUA (m 1.000): Angiolina Ritorna + Via della Fontana

Lunedì 23 dicembre 2019
Io e Alberto

Riesco finalmente a strappare un giorno infrasettimanale per scalare, dopo i tanti casini e soprattutto un maltempo infinito...
L'appuntamento con Alberto è a Pinerolo, dove ci troviamo puntuali alle 8,30: prima farebbe freddo...
Saltiamo sulla mia auto e puntiamo verso la Rocca Sbarua, dove troviamo il parcheggio deserto... ci avviciniamo al rifugio, salutiamo e proseguiamo verso le pareti: si sta abbastanza bene, a parte un po' di vento non certo caldo.
Decidiamo per Angiolina Ritorna (5c   4L   100 m), al Torrione Pacciani.
Parto io con il primo tiro (5b):
Alberto segue, tornando a posare piede su roccia dopo molto tempo:
Secondo tiro (4c), che salgo in pochi minuti:
L'amico mi raggiunge:
Il panorama alle nostre spalle:
Salgo il terzo tiro (5c), calandomi lungo il primo tratto (cui è stata aggiunta una catena) in arrampicata, per poi salire prima in placca, poi in traverso a sinistra fino al tettino caratteristico:
Un paio di movimenti decisi e sono al di sopra dell'ostacolo, poi proseguo lungo bellissimi diedrini e placche:
Alberto sale a sua volta, prima le placche, poi il tettino:

Il quarto tiro (5c), splendido: scalo il diedro perfetto, per poi impegnarmi in alcuni passi ancora in diedro e in placca:
Il socio, al tepore del sole:

Eccoci in cima allo sperone, a fine via.
Sgranocchiamo qualcosa, poi scendiamo a piedi.
Incrociamo un ragazzo che vuole attaccare la nostra stessa via, da solo, ma è già salito oltre l'attacco, così il nostro incontro gli fa comodo per correggere la direzione.
Noi abbiamo ancora un po' di tempo, così attacchiamo la parte iniziale della Via della Fontana, che ho salito tempo fa con Renna.
Salgo un tiro, poi recupero il socio:
Provo ancora ad attaccare il tiro successivo (5c), ma giunto sotto al tetto sono investito dalla colata d'acqua che ancora piove dall'alto...
Naaa, non mi va; torno sui miei passi, ci facciamo un autoscatto e buttiamo giù le doppie:
Ne approfitto per tornare a casa presto e guadagnare un bonus per un'uscita futura (o almeno così spero)...
Bella giornata, la Sbarua non delude mai.

sabato 7 dicembre 2019

CAPO NOLI (m 20): Cercando sul Mare

Sabato 7 dicembre 2019



sabato 9 novembre 2019

ALBARD - TRUC CHEVERINE (m 650): Antica

Sabato 9 novembre 2019
Io e Lollo

Torno a scalare dopo un mese... era ora!
Appuntamento con Lollo da Mario, non troppo presto, viste le temperature basse e la grande umidità dopo il maltempo e la neve degli ultimi giorni...
Colazione e via, carichiamo la mia auto e la dirigiamo verso la Valle d'Aosta, verso Albard (AO), per andare ad esplorare una parete per noi nuova, dove sono stati aperti alcuni itinerari recenti che sembrano interessanti.
Parcheggio poco prima della piccola frazione di Albard, poi imbocchiamo il sentiero che scende lungo il pendio, segnato da una palina; oltrepassiamo una baita addossata alla parete, poco dopo siamo accompagnati da un affettuoso gatto bianco, probabilmente proprio di stanza in quella baita:
Intanto c'è un bel sole e il temuto freddo è decisamente sotto controllo, del resro abbiamo scelto questa parete proprio in ragione di un'esposizione totale al sole, pieno sud.
Dopo una mezz'ora di piacevole camminata, a parte l'ultimissima parte fuori sentiero, eccoci in vista della parete:
Individuiamo subito la nostra via, Antica (5c   7L   180 m):
La parete è ancora un po' bagnata dopo le recenti precipitazioni, ma tutto sommato sembra ok.
Ci prepariamo, per l'occasione sfoggio le mie nuove scarpette Katana, da provare...
Attacco il primo tiro (5c), con partenza resa ostica dal bagnato, poi supero una placca liscia, traverso leggermente a sinistra per impegnare una fessura verticale, bellissima, quindi per muri e placche più semplici arrivo in sosta, a sinistra:
Lollo segue:
Prosegue poi lungo il secondo tiro (IV), facili placche:
Prosegue oltre la sosta, dopo pochi metri, pensando di raggiungerne un'altra poco oltre: in realtà quella non sarà una sosta, ma un cordone appeso ad uno spit... In pratica Lollo concatena il secondo tiro con il terzo (5c), peraltro molto bello:
Un bel muro, seguito da un traversino a destra, per salire poi un divertente diedro:
Vado avanti per il quarto tiro (V), in traverso a sinistra, poi supero un bello strapiombo ben manigliato, uscendo a sinistra per placca, fino alla comoda sosta:
Appendo le scarpe in sosta, non sono certo comode come le mie vecchie spadrillas...
Il socio in azione:
Lollo sale il breve ma intenso quinto tiro (V+), prima in placca:
Poi cavalcando un diedro perfetto:

Traverso poi a sinistra, aprendo il sesto tiro (V), poi salgo la placca e proseguo in diagonale a sinistra lungo un muro stupendo a tacchette, fino alla comoda nicchia di sosta:
Lollo en plein gaz, come dicono i francesi:
La temperatura è ottima, abbiamo scelto bene il luogo dove giocarci questo sabato!
Siamo già alla settima ed ultima lunghezza (IV+): un breve passo verticale, poi si ribalta sullo spigolo e sale il muro a destra:
Un'ultima placca senza problemi conduce alla sosta finale, dove ci riuniamo poco dopo per il selfie celebrativo:
La discesa è quasi inesistente, nel senso che in pochissimi minuti di passeggiata siamo di ritorno all'auto, con un ottimo hamburger nel mirino, appena torniamo a Donnas!

venerdì 11 ottobre 2019

PUNTA UDINE (m 3.027): Alice 120-80

Venerdì 11 ottobre 2019
Io e Lollo

Cerchiamo di sfruttare al meglio le ultime belle giornate della stagione per avventurarci ancora in alta quota.
C'è una via che ho adocchiato da tempo, che stranamente nessuno prende in considerazione, nonostante presenti caratteristiche potenzialmente appetibili: recente, spittata, a pochi minuti dal rifugio Giacoletti, lungo una bella linea su una bella cima di Tremila metri...
Dove sta l'arcano?
La via in questione è Gipsy Krin (5b   D   5L   200 m) a Punta Udine (m 3.027), che attacca a pochi metri dal Diedro Raffi-Rattazzini, bellissima via che ho salito qualche anno fa.
Giorno di ferie, meteo splendido, ovviamente inizia a far freddo ma lo zero termico è alto: via, si va.
Appuntamento 6,20, passo a prendere Lollo e partiamo alla volta del Pian del Re.
Parcheggio: no comment... già sono molto polemico e arrabbiato per come viene gestito in estate, al prezzo assurdo di 10 € al giorno mascherati da finta iniziativa ambientale (se così fosse, basterebbe chiudere o limitare le auto a un numero stabilito...); ora hanno lasciato il parcheggio incustodito con una sorta di parchimetro che tra le altre cose non dà resto...
Parcheggiamo e alle 8,20 siamo in cammino, con il Re a vigilare su di noi:
La temperatura è di 7°C.
Saliamo per il Coulour del Porco basso, dove il clima non è più propriamente estivo...

In compenso la neve della recente spruzzata sembra essersene andata tutta, bene; ecco la parete nord-est di Punta Udine:
Il Rifugio Giacoletti, chiuso:
La via che cerchiamo al momento è al sole, bene:
Poco dopo le 10 eccoci all'attacco, ben segnalato dalla scritta:
Studiando il primo tiro dal basso inizio già a sospettare di aver capito il motivo per cui nessuno sale la via... Mi lego e parto per la prima lunghezza (data 5b), il tiro chiave, e dopo una quindicina di metri è tutto definitivamente chiaro: la via è in placca, nel tratto chiave presenta un paio di bombé assolutamente improteggibili e gli spit sono distanti 8-10 metri... roba da ammazzarsi.
Ecco perchè non la sale nessuno.
Supero una cengetta e mi porto sotto il tratto chiave: la roccia qui sappiamo non avere molto grip, la via è di aderenza e spittata molto lunga, in caso di volo è MATEMATICO andarsi a spaccare le ossa sulla cengia...
Non mi va di sfracellarmi: mollo un maillon e scendo:
Ora, riflettendo a mente fredda continuo a pensarla così: a me stanno bene le vie trad e mi stanno bene le vie chiodate lunghe, laddove si possa integrare. In zona Giacoletti tutti vengono per scalare plaisir in un ambiente fantastico; persino le vie in fessura sono spittate corte; domanda: che senso ha lasciare una via improteggibile chiodata così lunga???
Una via di 5b, poi... I forti vanno a fare altro e gli altri non si avventurano col rischio di ammazzarsi, rischio che obiettivamente avrebbero anche i suddetti forti, col grip che c'è qua...
Ok, abbiamo perso un po' di tempo, visto che le giornate sono corte...
Ora sono quasi le 11 e dobbiamo scegliere una via alternativa; quelle esposte al sole sono tutte troppo lunghe, si fa tardi; non ci resta che salire una di quelle dietro l'angolo, in parete nord-est, 8 o 9 tiri, sperando non faccia troppo freddo...
Tempi Moderni è bellissima, ma l'ho già salita 2 volte, l'ultima volta solo 2 o 3 anni fa...
L'altra è Alice 120-80 (5c   D+   8L   320 m), che sale parallela alla prima, che avevo salito una decina di anni fa, di cui conservo bei ricordi.
Bene, vada per questa:
Sono circa le 11,00 quando attacco il primo tiro (5a), breve strapiombo ben ammanigliato, seguito da facili risalti in diagonale a destra:
Qui invece gli spit abbondano, poco dopo Lollo mi segue:
Il secondo tiro (5c) è molto bello, con un paio di passaggi impegnativi:



La via sale la grande parete nord-est caratterizzata soprattutto da placca con belle banchette orizzontali e tacche, sempre ben protetta:

Il freddo è sopportabile, io non lo soffro particolarmente e riesco a non avere le mani gelate, nonostante il contatto con la roccia sia al limite:
Anche qualche diedro interessante:

Alle nostre spalle emergono dalle nebbie i colossi del Cervino (m 4.478) e del massiccio del Monte Rosa:
Intanto proseguo la cavalcata senza problemi, salendo nella parte alta anche un bel diedro:
La sosta è spostata qualche metro a destra, non immediatamente visibile; al di sopra, una facile placca conduce a destra verso una paretina:

Trovo la sosta ad una selletta:
Ancora placca divertente, sempre su roccia ottima:
L'ultimo tiro mi conduce finalmente al sole:
Anche Lollo esce "a riveder le stelle", anzi la luce:
La adiacente Punta Venezia (m 3.095):
Gli Ecrins, dove abbiamo scalato pochi giorni fa:
Giù in basso, il rifugio Giacoletti:
Facciamo su le corde e ci spostiamo di pochi metri, fino alla vetta, che raggiungiamo alle 13,50.
La magnifica sequenza di vette, dalla Udine alla Gastaldi (m 3.214) al Visolotto (m 3.348)... prima del Monviso (m 3.841):
Verso est, la nebbia ricopre la pianura, mentre noi quassù ci godiamo uno splendido sole:
Autoscatto celebrativo, come da copione:
Sgranocchiamo qualcosa, una telefonata, poi scendiamo lungo la facile via Normale e giù per i tratti attrezzati del Coulour del Porco, fino a tornare al rifugio, da cui ammiriamo la parete nord del Viso:
Il rifugio chiuso mette un po' di tristezza:
Scendiamo con calma, troveremo il Pian del Re immerso nella nebbia, chiudendo così l'ennesima magnifica giornata in montagna di questa stagione che speriamo non si chiuda qui.