7-8 luglio 2006 Io, Manu e SimoGrande avventura, splendidi ricordi di questa due giorni "selvaggia", in un angolo quasi dimenticato, fuori dalla frequentazione che caratterizza i dintorni del Monviso... I motivi? L'avvicinamento lungo e difficoltoso, la parete remota e solitaria (se ti succede qualcosa, sei piuttosto fuori mano...), la scalata mai difficile, ma comunque tale da escludere completamente gli escursionisti e i trekker; infine, la discesa delicata.
Risultato? Una vetta toccata da pochissimi alpinisti. Nonostante il Visolotto sia visibile da tutta la pianura Padana, "seduto" alla destra del Re di Pietra, il suo libro di vetta è incredibilmente vecchio e spoglio...
Venerdì 7 luglio, dopo il lavoro, ci fiondiamo di corsa a Castello di Pontechianale (m 1.603), lasciamo l'auto e imbocchiamo il sentiero che percorre il bellissimo Vallone di Vallanta.
E' tardi, ci siamo incamminati dopo le 20,30 e corriamo contro il buio. L'obiettivo sarebbe montare la tenda nei dintorni del
Rifugio Vallanta (m 2.450), ma, anche a causa degli enormi zaini che portiamo, ci ritroviamo a vagare al buio per un sentiero che si fa difficile da seguire...
Sono le 22,40: giunti in uno slargo prativo alla quota di circa 2.200 m, quasi sotto alle placche rocciose del Triangolo della Caprera, decidiamo di montare il campo.
In pochi minuti la tenda è pronta, fuori i fornelletti e via con la cena!
La temperatura non è bassa e in più abbiamo sacchi a pelo himalayani!
Sabato 8 luglio: sveglia alle 6,00. Lasciamo la tenda montata e partiamo leggeri (zainetto 20 l da parete, imbrago, attrezzatura e casco già indossati, corde in spalla).
Risaliamo il vallone, oltrepassiamo il rifugio ed imbocchiamo una stretta gola ancora invasa dalla neve; la risaliamo con fatica, poi ci aspettano etsenuanti (e scoglionanti) pietraie, ancora nevai e la morena che delimita la stretta valle superiore che termina alle
Cadreghe di Viso (m 3.190).
Questa valletta corre sotto l'imponente parete Sud del Visolotto.
Inizialmente, siamo indecisi se scalare la Cresta Sud-Est, che compie la traversata delle tre cime (Picco Montaldo, Picco Coolidge e Picco Lanino), più lunga, oppure salire la
Parete Sud (3c AD 350 m), una via più diretta e veloce; le difficoltà tecniche sono le medesime.
Optiamo per la seconda, soprattutto perchè sappiamo essere attrezzata con alcuni ancoraggi per calate in corda doppia: in sostanza, garantisce una via di fuga in caso di maltempo o di incidente...
Attacchiamo la parete verso le 9,30.
Saliamo abbastanza agili, slegati, cercando di memorizzare l'ubicazione esatta delle soste attrezzate per le calate, per poterle ritrovare in caso di discesa nella nebbia.
Scaliamo il tratto più impegnativo, anche perchè su roccia bagnata, a tiri di corda: saliamo così per 4 lunghezze, fino a sbucare sulla cresta che unisce il Picco Coolidge al Picco Lanino (la cima vera e propria).
Una aerea traversata in cresta e ci ergiamo sulla cima!!!
Complimenti a tutti!
La discesa è stata effettuata in corda doppia: occhio alla caduta pietre, specie durante il recupero delle corde tra una calata e l'altra, è tutto instabile!
E domani sera ci aspetta la FINALE dei MONDIALI!!!
Po-po-po-po-po-po-poooooo!!!