Io e il Pol
Una grande via, in un posto che amo moltissimo, una via che avevo da tempo nel mirino.
Alpi Marittime, Torrione Querzola (m 2.857), via L'Uccello di Fuoco (6b TD+ 8L 300 m).
Ritrovo col Pol al bar Mario, come sempre, anche se in orario un po' tardo per motivi lavorativi dell'amico.
Tutti in carrozza sulla mia auto e via verso la famigerata strada che dalle Terme di Valdieri sale fino al Pian della Casa del Re (m 1.743); sorprendentemente la strada sembra un pelo meno brutta degli anni scorsi e la mia auto piuttosto bassa riesce a passare, anche non fino alla fine. Posteggio pochi metri prima, anche a causa di un bergé che trasporta i suoi animali... con tutta calma...
Ci prepariamo, il Pol va a mettere le lattine di Monster al fresco nel torrente, per il ritorno, io mi imbrago già qui come sempre e via, verso il Rifugio Remondino (m 2.430), che raggiungiamo in poco più di un'ora.
Proseguiamo dritti verso la pietraia e la morena detritica, quindi sbuchiamo al di sotto del Torrione.
Triboliamo un po' a trovare l'attacco della via, anche perchè scopriamo infine che il primo spit si trova al di sotto del labbro del nevaio terminale:
Sono le 11,00 quando partiamo e la via è ancora in ombra, anche se come temperatura si sta benissimo anche all'ombra.
Optiamo per partire slegati, con scarponcini ai piedi, per ovviare alla fastidiosa presenza di neve all'attacco; superiamo il breve muretto in partenza con passaggio ostico, poi saliamo verso sinistra su terreno più facile in direzione di uno strapiombetto, di cui restiamo a sinistra:
L'esposizioneinizia a farsi sentire, quindi decido di fermarmi, mentre il Pol sale fino alla prima sosta del primo tiro (5c), aggirando lo strapiombo a destra, per recuperarmi poi fino in sosta:
Da qui procediamo in cordata con scarpette, normalmente: vado davanti per il secondo tiro (5c), salendo il bel diedrino a destra della sosta e continuando per una successione di placche e muretti, con bella e divertente arrampicata, protetta con qualche spit:
Il Pol mi raggiunge:
La sosta:
Resto davanti per il terzo tiro (5c), superando facilmente le placche che seguono, per poi attraversare un canalino e scalare un bel muro lavorato, alla fine del quale reperisco la sosta:
Il Pol:
Placca finale, con alcuni passi carini in aderenza:
La roccia è splendida, come ci aspettavamo.
Quarto tiro (5c): salgo, in verticale sopra la sosta, la vaga fessura che solca la parete:
In cima al muro piego a sinistra, in aderenza su terreno più appoggiato, fino alla sosta (spit da collegare) posta sotto ad un grande tetto:
L'amico sale a sua volta il tiro:
Cambio della guardia, passa avanti il Pol per il tiro chiave, il quinto (6a+), che sale il tetto verso destra;
Poi in placca delicata, sempre in diagonale verso destra, poi diritto fino alla vicina sosta, dopo circa una ventina di metri:
Salgo anch'io, bellissimo:
Sesta lunghezza (6a+): Pol scala la magnifica placca verticale con arrampicata tecnica; è un tiro bellissimo e continuo con chiodatura piuttosto ariosa, che richiede un po' di decisione:
Tocca a me, spettacolo:
Ancora più bello è il settimo tiro (6a), sempre dritto lungo le placche magnificamente lavorate, con la qualità della roccia che migliora sempre più, man mano che saliamo, non solo cromaticamente:
Seguo:
L'ottava e ultima lunghezza (4a) è una rapida formalità, la salgo io in pochi minuti, essendo anche molto breve:
Scalo un pilastrino a sinistra della sosta e in breve sono in vetta al Torrione, da cui si gode una splendida vista sulla Cima Paganini (m 3.051) e sull'Argentera (m 3.297):
Sono le 14,20.
Autoscatto in vetta, poi si sgranocchia qualcosa:
La vista verso il Rifugio Remondino:
e sulla vicina Cima di Nasta (m 3.108), dove torneremo tra pochi giorni:
Iniziamo le calate in doppia, che svolgiamo senza difficoltà, in meno di 1 ora, salvo che nell'ultimo recupero della corda quando siamo con le chiappe a terra (anzi, sulla neve basale), ci pensa il Pol a recuperarle:
Scendiamo le pietraie e mi volgo indietro ad ammirare il Torrione e la splendida linea appena scalata:
Il Pol scende a cannone lungo le pietraie, anticipandomi al punto di farsi una birra al rifugio prima del mio arrivo...
Prima di scendere verso valle, un ultimo sguardo innamorato alle pareti del gruppo della Nasta, viste dal rifugio:
La via salita, stra-consigliata:
Scendiamo a cannone entrambi, fino alla meritata Monster che ci aspetta all'auto!
Alpi Marittime, Torrione Querzola (m 2.857), via L'Uccello di Fuoco (6b TD+ 8L 300 m).
Ritrovo col Pol al bar Mario, come sempre, anche se in orario un po' tardo per motivi lavorativi dell'amico.
Tutti in carrozza sulla mia auto e via verso la famigerata strada che dalle Terme di Valdieri sale fino al Pian della Casa del Re (m 1.743); sorprendentemente la strada sembra un pelo meno brutta degli anni scorsi e la mia auto piuttosto bassa riesce a passare, anche non fino alla fine. Posteggio pochi metri prima, anche a causa di un bergé che trasporta i suoi animali... con tutta calma...
Ci prepariamo, il Pol va a mettere le lattine di Monster al fresco nel torrente, per il ritorno, io mi imbrago già qui come sempre e via, verso il Rifugio Remondino (m 2.430), che raggiungiamo in poco più di un'ora.
Proseguiamo dritti verso la pietraia e la morena detritica, quindi sbuchiamo al di sotto del Torrione.
Triboliamo un po' a trovare l'attacco della via, anche perchè scopriamo infine che il primo spit si trova al di sotto del labbro del nevaio terminale:
Sono le 11,00 quando partiamo e la via è ancora in ombra, anche se come temperatura si sta benissimo anche all'ombra.
Optiamo per partire slegati, con scarponcini ai piedi, per ovviare alla fastidiosa presenza di neve all'attacco; superiamo il breve muretto in partenza con passaggio ostico, poi saliamo verso sinistra su terreno più facile in direzione di uno strapiombetto, di cui restiamo a sinistra:
L'esposizioneinizia a farsi sentire, quindi decido di fermarmi, mentre il Pol sale fino alla prima sosta del primo tiro (5c), aggirando lo strapiombo a destra, per recuperarmi poi fino in sosta:
Da qui procediamo in cordata con scarpette, normalmente: vado davanti per il secondo tiro (5c), salendo il bel diedrino a destra della sosta e continuando per una successione di placche e muretti, con bella e divertente arrampicata, protetta con qualche spit:
Il Pol mi raggiunge:
La sosta:
Resto davanti per il terzo tiro (5c), superando facilmente le placche che seguono, per poi attraversare un canalino e scalare un bel muro lavorato, alla fine del quale reperisco la sosta:
Il Pol:
Placca finale, con alcuni passi carini in aderenza:
La roccia è splendida, come ci aspettavamo.
Quarto tiro (5c): salgo, in verticale sopra la sosta, la vaga fessura che solca la parete:
In cima al muro piego a sinistra, in aderenza su terreno più appoggiato, fino alla sosta (spit da collegare) posta sotto ad un grande tetto:
L'amico sale a sua volta il tiro:
Cambio della guardia, passa avanti il Pol per il tiro chiave, il quinto (6a+), che sale il tetto verso destra;
Poi in placca delicata, sempre in diagonale verso destra, poi diritto fino alla vicina sosta, dopo circa una ventina di metri:
Salgo anch'io, bellissimo:
Sesta lunghezza (6a+): Pol scala la magnifica placca verticale con arrampicata tecnica; è un tiro bellissimo e continuo con chiodatura piuttosto ariosa, che richiede un po' di decisione:
Tocca a me, spettacolo:
Ancora più bello è il settimo tiro (6a), sempre dritto lungo le placche magnificamente lavorate, con la qualità della roccia che migliora sempre più, man mano che saliamo, non solo cromaticamente:
Seguo:
L'ottava e ultima lunghezza (4a) è una rapida formalità, la salgo io in pochi minuti, essendo anche molto breve:
Scalo un pilastrino a sinistra della sosta e in breve sono in vetta al Torrione, da cui si gode una splendida vista sulla Cima Paganini (m 3.051) e sull'Argentera (m 3.297):
Sono le 14,20.
Autoscatto in vetta, poi si sgranocchia qualcosa:
La vista verso il Rifugio Remondino:
e sulla vicina Cima di Nasta (m 3.108), dove torneremo tra pochi giorni:
Iniziamo le calate in doppia, che svolgiamo senza difficoltà, in meno di 1 ora, salvo che nell'ultimo recupero della corda quando siamo con le chiappe a terra (anzi, sulla neve basale), ci pensa il Pol a recuperarle:
Scendiamo le pietraie e mi volgo indietro ad ammirare il Torrione e la splendida linea appena scalata:
Il Pol scende a cannone lungo le pietraie, anticipandomi al punto di farsi una birra al rifugio prima del mio arrivo...
Prima di scendere verso valle, un ultimo sguardo innamorato alle pareti del gruppo della Nasta, viste dal rifugio:
La via salita, stra-consigliata:
Scendiamo a cannone entrambi, fino alla meritata Monster che ci aspetta all'auto!