Giovedì 27 maggio 2021Io e Lollo
Oggi si raddoppia, dopo ieri diamo continuità e torniamo a scalare in alta montagna, nel mio giardino preferito. Lollo ha ancora problemi alla spalla, quindi dobbiamo rimandare le due o tre idee che abbiamo in cantiere da quelle parti, ma propongo un itinerario di straordinaria eleganza, la combinazione Spigolo Maria Grazia + Variante Motti (V D 9L 240 m) alla Rocca Castello (m 2.453).
La strada ormai è ben nota, così come orari e punti di riferimento...
Preferiamo il parcheggio basso, sia per non rischiare di squarciare gomme dell'auto (come mi è già successo qui...), sia per cogliere l'occasione per fare un minimo di gamba in avvicinamento, in vista di obiettivi ambiziosi.
L'avvicinamento dunque non pone incognite e dopo circa 45' siamo in vista dell'obiettivo, con il tracciato della via di oggi evidenziato:
Salendo vediamo due ragazzi impegnati al secondo tiro di una via sulla Figari, per il resto non si vede nessuno in giro.
Giunti sotto la via, ormai perfettamente asciutto e privo di neve, ci sediamo e mangiamo qualcosa, sparando le solite cavolate.
Verso le 10 ci leghiamo e vado avanti per salire il primo tiro (IV+), scalando i primi risalti fino al passo più delicato poco sotto il terrazzino di sosta, protetto da un chiodo:
Frattanto due amici arrivano ad attaccare la Fessura Brunilde, scambiamo quattro chiacchiere mentre io sono già quasi alla prima sosta.
E' poi il turno di Lollo raggiungermi:
La giornata è splendida, meteo perfetto, anche se inizia già a soffiare un po' di vento, una costante per ora in questo 2021...
Lollo va avanti lungo lo splendido secondo tiro (IV), traversando a destra per doppiare lo spigolo e salendo poi diritto lungo la parete verticale ben appigliata:
Trova la nuova sosta a spit e catena e mi fa salire.
Salgo poi per l'ennesima volta il bellissimo tetto del terzo tiro (V), dopo un traverso a destra ben protetto a chiodi:
Al di sopra del tetto, salgo in verticale lungo un diedrino, individuando poi il punto giusto in cui traversare a sinistra fino all'aerea nicchia di sosta; questa sosta è ancora l'originale, su 3 chiodi collegati; Lollo poco dopo è sulle mie tracce:
Quarta lunghezza (III+): Lollo traversa a sinistra fin quasi al filo di spigolo, rinvia un chiodo e sale la fessura verticale, poi riprende il filo di cresta e risale un risalto, fino alla sosta a spit.
Lo raggiungo e resta davanti per il quinto tiro, che in genere percorrevo fino al "Terrazzino Rabino", teatro del mio incidente del 2006, seppur con tiraggi di corda non trascurabili.
Stavolta Lollo sale la prima paretina, poi si fa tirare da un chiodo posto un po' a destra, l'unica protezione in loco nell'intero tiro (IV-); io gli indico la direzione, cioè di aggirare lo spigolo un po' a sinistra e riprenderlo oltre, ma lui non si fida a togliere il rinvio, rimanendo così sprotetto, nn riuscendo a integrare in altro modo:
Nessun problema, alla fine fa sosta sul chiodo e un paio di friend, lo raggiungo e proseguo lungo la linea che ricordo, salendo un diedro a metà del quale trovo due spit da collegare; non ricordando bene quanto disti il terrazzino di sosta, mi fermo qui; Lollo mi raggiunge, poi proseguo in sosta, che in realtà è abbastanza vicina.
Qui lasciamo il Maria Grazia per imboccare la Variante Motti, una splendida linea che avevo percorso 6 anni fa con Renna.
Mi porto, con un bel runout improteggibile, sul filo di spigolo in alto a destra, sotto allo strapiombo:
Doppio lo spigolo con attenzione, piazzo un friend e qualche metro più su, sotto un tettino, trovo un chiodo. Bene. Ora il problema sarà trovare o organizzare una sosta, in quanto so già che il tiraggio corde non mi permetterà di sbucare sul cengione.
Proseguo con arrampicata davvero entusiasmante e raggiungo un terrazzino esiguo, logico punto di sosta, dove trovo due chiodi in fessura, a cui aggiungo facilmente un ottimo friend, ricavandone una sosta a prova di bomba, da cui recupero l'amico:
La parete sopra di noi:
A sinistra i primi metri sono invitanti, ma poi strapiombanti; a destra c'è un primo passo impegnativo che mi permette però di raggiungere il filo dello spigolo, ancora con movimenti e roccia super eleganti e divertenti, proteggendomi con un friend medio, per proseguire poi più facilmente fino a raggiungere dopo altri 30 m la cengia superiore, rinviando le corde in una fessurina (nut medio) prima di traversare a sinistra in sosta, all'uscita del diedrone della Balzola, rinviata che permette di direzionare le corde per assicurare il secondo dalla verticale.
Lollo poco dopo sbuca in vista dell'uscita:
Ora non ci resta che l'ultimo tiro, già percorso mille volte come chiusura di mille vie, ma sempre fantastico:
Eccoci di nuovo in vetta, con la cima tutta per noi come quasi sempre:
La piatta sommità della vicina
Torre Castello (m 2.448):
Caliamo in doppia lungo la Diagonale Est, come sempre da un bel po' di tempo a questa parte, per evitare problemi.
Poi recuperiamo i bastoni e torniamo all'auto, già organizzando le future uscite.