Mercoledì 31 gennaio 2024Io, Giorgio e Alberto
Oggi le condizioni mi consigliano di proporre una via che adocchio da tempo, e con me anche Alberto aspetta di fare da tempo: la via è Yaya (6a 7L 250 m) alla Losa d'Alais (m 2.000), in Val di Viù.
Siamo in tre, passo prima a recuperare Giorgio a Moncalieri, poi a Settimo all'incontro con Alberto; carichiamo la sua auto e via verso le valli di Lanzo.
Ottima colazione a Viù, poi si prosegue fino al parcheggio da cui attacca la traccia di avvicinamento verso la grande placconata dove corre la nostra via:
La temperatura è magnifica, anche se siamo a gennaio a quasi duemila metri.
Dopo un tratto a mezzacosta abbastanza comodo, raggiungiamo la parte attrezzata:
Scendiamo fino al greto del torrente grazie al cavo in loco, ora molto magro, lo guadiamo senza difficoltà:Quindi sul lato opposto saliamo la placca anch'essa attrezzata con cavo:
Proseguiamo poi sostanzialmente a mezzacosta, per salire leggermente la pietraia nell'ultima parte dell'avvicinamento e portarci sotto la grande parete, dove troviamo subito la nostra via:
Ci leghiamo, attacco io il primo tiro (5c), che subito mi sorprende per la qualità della roccia: in genere in Val di Lanzo trovo un serpentino che non mi entusiasma, invece qui il grip è eccezionale!
Supero una serie di muri e tettini:
Esco da un breve strapiombo e trovo la sosta:
Gli amici sulle mie tracce, poco dopo:
Proseguiamo con entusiasmo crescente, la seconda lunghezza (5c) mi propone un lungo tiro in placca, sempre ottimamente chiodato dall'ottimo Andrea Bosticco, autore della richiodatura e valorizzazione della parete:
Grande divertimento e clima perfetto per scalare:
Alberto e Giò salgono poi a loro volta la lunghezza:
Terzo tiro (5c), sempre in placca su per magnifici muri di roccia:
Per qualcuno, se c'è un difetto in queste vie può risiedere nella ripetitività della scalata, nel senso che è un po' tutta uguale. Ma per me invece una salita divertente rimane tale anche se si prolunga nel tempo.
Ecco intanto gli amici raggiungermi in sosta:
A metà via, operiamo il cambio della guardia e passa Giorgio al comando della cordata.
Siamo al tiro chiave (6a), con un bel muro verticale da salire in aderenza, dapprima su tacchette, poi più aleatorio, magnifico e sempre perfettamente chiodato:
Chiudo la comitiva-placchisti:
Dopo alcuni metri facili per oltrepassare la cengia mediana, Giorgio approccia le placche del quinto tiro (5a):
Siamo già a fine via, con Giò che aggira un tratto erboso per portarsi prima a destra, poi diritto (5b), chiudendo la via alla sosta finale, al di sotto del bordo del pratone sommitale:
Poco dopo ci siamo tutti e tre:
Come da copione, scendiamo in doppia, calandoci con 4 calate fino a terra:
Scesi a terra, ripercorriamo il sentiero a ritroso e ritroviamo l'auto; scesi al paese, ci fermiamo allo scenico hotel per una fetta di torta, poi si torna a casa: