Io, Carlo e Paolino l'Alpino
Alcune recenti letture e serate a sfondo alpinistico ci spingono a lasciarci plasmare dal mito e dala storia, così, in questa vigilia di Natale 2007, abbiamo voglia di "pestar neve" al cospetto delle grandi vie, teatro di imprese incredibili compiute da fenomeni che rispondono al nome di Walter Bonatti, Giusto Gervasutti, Gaston Rébuffat, René Desmaison, Riccardo Cassin, Christophe Profit, Chris Bonington, ecc.
Manu dà forfeit.
Partiamo in tre e nel giro di un paio d'ore eccoci di fronte al colosso himalayano, il versante sud del Monte Bianco (m 4.807).
Svoltiamo a sinistra e parcheggiamo all'imbocco della Val Veny; siamo a circa 1.400 m di quota.
Il panorama è già mozzafiato: a sinistra, un mio grande sogno e progetto ancora incompiuto, il Dente del Gigante (m 4.014), da cui si sviluppa la Cresta di Rochefort, una grande classica alpinistica, e, sulla destra, la parete sud delle Grandes Jorasses (m 4.208):
Da noi il tempo è brutto, mentre in Vallée non c'è una nuvola!
Ci prepariamo e partiamo, con andatura tranquilla: oggi ci dedichiamo alla contemplazione, soprattutto.
Alla prima svolta a sinistra, si apre uno dei panorami più grandiosi dell'intero arco alpino: la grande Cresta di Peuteréy, una cavalcata dallo sviluppo di 8.000 m, che prevede nell'ordine: la cresta sud dell'Aiguille Noire de Peuteréy (m 3.773),con le sue cinque torri, la discesa in doppia lungo il sinistro ed interminabile spigolo nord della Noire, la salita dell'Aiguille Blanche de Peuteréy (m 4.112), la discesa al Col de Peuteréy, la salita di misto al Monte Bianco di Courmayeur (m 4.748) e la cresta nevosa finale, fino alla vetta del Monte Bianco (m 4.807)!
Stalattiti di ghiaccio contornano la via:
Eccoci, dopo circa due anni, al Santuario di Notre Dame de la Guérison, incastonato in questo scenario incredibile... Io rimarrei qui giorni interi ad ammirare, a progettare ed a sognare...
Seguo con gli occhi le linee delle vie più celebri, teatro di imprese epiche e di tragedie drammatiche, e con lo sguardo mi par di accompagnare idealmente i protagonisti delle leggende dell'alpinismo, scritte su questi versanti tormentati...
Ecco, per tornare alla realtà, una di queste leggende al mio fianco: chi è, Walter Bonatti? No, è Paolino l'Alpino!
Al centro della foto, davanti all'Aiguille Noire, il Mont Noir de Peuteréy (m 2.928); sulla sinistra, il Mont Rouge de Peuteréy (m 2.941), su cui corrono diverse belle vie moderne; a destra, tra luce ed ombra, il ghiacciaio della Brenva, con il crollo di un seracco:
Dettaglio del seracco distaccato:
Proseguiamo, mi lascio andare a qualche scatto in bianco e nero:
Ancora il Mont Noir:
Foto natalizia, ancora in bianco e nero:
Il sole fa capolino tra i pini carichi di neve:
Giungiamo, praticamente senza incontrare nessuno, cosa che non manca di stupirci vista la bella giornata e la data vacanziera, al minuscolo abitato di Peuteréy, dove in estate sorge un campeggio:
Ci troviamo esattamente sotto il Mont Noir:
Paolino in versione Gigi Buffon:
Rivoli nevosi danno sfogo ai piccoli distacchi di neve fresca lungo la parete, creando un effetto straordinariamente simile ad una cascata d'acqua:
Ci spostiamo ancora verso l'alta valle e si apre un panorama splendido sulla celebre Cresta Sud dell'Aiguille Noire de Peuteréy, una via che prima o poi sogno di scalare:
E' visibile al di sopra di una vasta cengia sospesa, tra il Mont Rouge ed il Mont Noir:
In lontananza, verso la Val Ferret, il Dente del Gigante e le Grandes Jorasses:
E' quasi un dispiacere "rovinare" la neve vergine e lasciare la traccia del nostro passaggio:
Ancora la sequenza di torri che individua la cresta sud: Pic Gamba (3.069 m), Punta Bifida, Punta Welzenbach (3.355 m), Punta Brendel (3.497 m), Punta Ottoz (3.586 m), Punta Bich (3.753 m) e vetta della Noire de Peuterey (3.773 m).
Torniamo indietro, sempre con calma, ammirando ancora la cattedrale di granito e ghiaccio che ci sovrasta:
Prima di arrivare ad Entreves (AO), bisbiglio un arrivederci al Dente del Gigante, poco prima di rivedere l'auto.