domenica 25 dicembre 2011
sabato 10 dicembre 2011
PUNTA TRE CHIOSIS (m 3.080): Normale invernale in solitaria
Sabato 10 dicembre 2011
Io
Altra uscita in solitaria: stavolta decido di tornare a Punta Tre Chiosis (m 3.080) dopo tanti anni.
Parto con calma e lascio l'auto alle ultime case di Pontechianale (m 1.700), quando sono già quasi le 9,00.
Passo davanti al Rifugio Savigliano e tiro dritto, salendo lungo la stradina asfaltata, che poi diventa sterrata: incredibile, non sembra assolutamente di essere a metà dicembre...
Erba ovunque e neve solo in alto:
C'è il sole e si sta benissimo: presto tolgo il pile e continuo a salire, fino ad incontrare la prima neve:
Ora risalgo pendii lunghissimi, su neve portante, anche se con le racchette da neve ai piedi:
Bellissimo, nessuno in giro:
Ecco la cima, Punta Tre Chiosis (m 3.080), celebre soprattutto per l'incredibile punto di osservazione sul versante nord-ovest del Monviso e dei suoi satelliti:
Incredibilmente, non c'è anima viva, salgo in un silenzio irreale, che ormai si trova solo più qui, in alta quota:
Ad un certo punto, da una piega della crosta di neve modellata dal vento, ecco partire di corsa una magnifica lepre bianca, disturbata dalla mia presenza mentre si riparava dal vento.
Passo davanti al Rifugio Savigliano e tiro dritto, salendo lungo la stradina asfaltata, che poi diventa sterrata: incredibile, non sembra assolutamente di essere a metà dicembre...
Erba ovunque e neve solo in alto:
C'è il sole e si sta benissimo: presto tolgo il pile e continuo a salire, fino ad incontrare la prima neve:
Ora risalgo pendii lunghissimi, su neve portante, anche se con le racchette da neve ai piedi:
Bellissimo, nessuno in giro:
Ecco la cima, Punta Tre Chiosis (m 3.080), celebre soprattutto per l'incredibile punto di osservazione sul versante nord-ovest del Monviso e dei suoi satelliti:
Incredibilmente, non c'è anima viva, salgo in un silenzio irreale, che ormai si trova solo più qui, in alta quota:
Ad un certo punto, da una piega della crosta di neve modellata dal vento, ecco partire di corsa una magnifica lepre bianca, disturbata dalla mia presenza mentre si riparava dal vento.
La Cresta Savaresch si avvicina:
Alle mie spalle, Roc de la Niera (m 3.177) e Rocca Bianca (m 3.064):
Lo sguardo è rapito continuamente dalle pareti incrostate di neve del Viso, alla mia destra:
Percorro tutta la cresta, fino al pendio finale:
Con un ultimo sforzo, raggiungo la croce di vetta, che trovo un po' demolita:
La Cresta Savaresch appena percorsa:
Sono in cima, da solo:
Il Pic d'Asti (m 3.219), vicino al Colle dell'Agnello:
Da sinistra, i satelliti del Viso: Granero (m 3.170), Punta Venezia (m 3.095), Punta Udine (m 3.022), Punta Roma (m 3.070) e Punta Gastaldi (m 3.214):
Punta Gastaldi (m 3.214), la piccola Punta Due Dita (m 3.147) ed il Visolotto (m 3.348), magnifico, per cui coltivo una passione particolare:
Magnifica e potente visione:
Giù in fondo, il Rifugio Vallanta, sommerso dalla neve, ed il lago ghiacciato:
Mangio una piadina seduto su una roccia, ammirando il panorama eccezionale che ho di fronte:
Alle mie spalle, Roc de la Niera (m 3.177) e Rocca Bianca (m 3.064):
Lo sguardo è rapito continuamente dalle pareti incrostate di neve del Viso, alla mia destra:
Percorro tutta la cresta, fino al pendio finale:
Con un ultimo sforzo, raggiungo la croce di vetta, che trovo un po' demolita:
La Cresta Savaresch appena percorsa:
Sono in cima, da solo:
Il Pic d'Asti (m 3.219), vicino al Colle dell'Agnello:
Da sinistra, i satelliti del Viso: Granero (m 3.170), Punta Venezia (m 3.095), Punta Udine (m 3.022), Punta Roma (m 3.070) e Punta Gastaldi (m 3.214):
Punta Gastaldi (m 3.214), la piccola Punta Due Dita (m 3.147) ed il Visolotto (m 3.348), magnifico, per cui coltivo una passione particolare:
Magnifica e potente visione:
Giù in fondo, il Rifugio Vallanta, sommerso dalla neve, ed il lago ghiacciato:
Mangio una piadina seduto su una roccia, ammirando il panorama eccezionale che ho di fronte:
Il mio unico compagno, oggi:
In particolare, studio per bene il Visolotto (m 3.348), di cui voglio salire la Cresta Sud-Ovest (AD+):
Il panorama è spettacolare, con le cime che si inseguono all'infinito:
Sono arrivato in vetta alle 12,30: ora inizio la discesa, verso le 13,20.
In particolare, studio per bene il Visolotto (m 3.348), di cui voglio salire la Cresta Sud-Ovest (AD+):
Il panorama è spettacolare, con le cime che si inseguono all'infinito:
Sono arrivato in vetta alle 12,30: ora inizio la discesa, verso le 13,20.
Di fronte a me spicca la parete nord del Pelvo d'Elva (m 3.064):
lunedì 5 dicembre 2011
COLLE delle ARMOINE (m 2.689): Solitaria invernale
Sabato 3 dicembre 2011
Io
Oggi ho necessità di tornare a casa presto, quindi parto il prima possibile, in modo da arrivare nel primissimo pomeriggio.
Alle 7,30 sono al Pian Melzé (m 1.713), appena fa giorno.
Non c'è nessuno e persino il rifugio è ancora chiuso...
Il panorama però è già magnifico, dominato dal Monviso (m 3.841) e dal Visolotto (m 3.348):
Mi avvio verso il Pian del Re (m 2.020), che raggiungo in poco tempo e quasi senza incontrare neve; punto deciso verso il Meidassa (m 3.105):
Il meteo non è molto promettente...
Il panorama però è già magnifico, dominato dal Monviso (m 3.841) e dal Visolotto (m 3.348):
Mi avvio verso il Pian del Re (m 2.020), che raggiungo in poco tempo e quasi senza incontrare neve; punto deciso verso il Meidassa (m 3.105):
Il meteo non è molto promettente...
Il Viso Mozzo (m 3.019):
Sono completamente solo nella valle; infilo le racchette da neve all'altezza del sentiero che conduce al Rifugio Giacoletti e proseguo tranquillo:
Finalmente il sole sembra prevalere:
Il Couloir Nord di Punta Venezia (50° PD+/AD- 500 m):
Le nuvole riappaiono, mentre mi rivolgo al Viso Mozzo ed al Viso:
Ad un certo punto mi trovo a dover attraversare una zona pericolosa, un conoide di neve a schiena d'asino, per di più sotto il tiro di un pendio che appare instabile... insomma, non mi ispira fiducia, quindi faccio dietro-front e punto al Colle delle Armoine (m 2.689):
Punto dritto al colle, mentre tornano a farsi minacciose le nubi:
Quando vi arrivo, mi affretto a scendere, dopo alcune foto:
L'atmosfera è un po' irreale, ma a suo modo affascinante:
Torno al Pian Melzé, prima di rientrare:
Sono completamente solo nella valle; infilo le racchette da neve all'altezza del sentiero che conduce al Rifugio Giacoletti e proseguo tranquillo:
Finalmente il sole sembra prevalere:
Il Couloir Nord di Punta Venezia (50° PD+/AD- 500 m):
Le nuvole riappaiono, mentre mi rivolgo al Viso Mozzo ed al Viso:
Ad un certo punto mi trovo a dover attraversare una zona pericolosa, un conoide di neve a schiena d'asino, per di più sotto il tiro di un pendio che appare instabile... insomma, non mi ispira fiducia, quindi faccio dietro-front e punto al Colle delle Armoine (m 2.689):
Punto dritto al colle, mentre tornano a farsi minacciose le nubi:
Quando vi arrivo, mi affretto a scendere, dopo alcune foto:
L'atmosfera è un po' irreale, ma a suo modo affascinante:
Torno al Pian Melzé, prima di rientrare:
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