mercoledì 31 dicembre 2014
domenica 28 dicembre 2014
ROCCA SBARUA (m 1.000): Cinquetti + Il Fungo
Domenica 28 dicembre 2014
Io e Paolino l'Alpino
Oggi servivano grandi motivazioni, date le temperature proibitive annunciate e puntualmente verificatesi: -3°C al parcheggio...
Se aggiungiamo il mal di gola che mi attanaglia già da un paio di giorni, il preludio alla frittata è compiuto!
La voglia però come al solito prevale, così eccoci soli al parcheggio a prepararci.
Partiamo, mezz'ora dopo siamo ancora una volta sotto le pareti della Sbarua, perfettamente in ordine nonostante la leggera nevicata di ieri:
L'idea è di salire la via Il Fungo (5+ 4L 100 m), che però si trova in uno dei settori più in alto, quindi decidiamo di arrivarci lungo una via non troppo difficile ed esposta al sole, date le temperature molto rigide...
La scelta cade sulla ripetizione della Cinquetti (5b 8L 200 m), la superclassica che io ho salito una sola volta e che come riscaldamento andrà benissimo:
Ci leghiamo e parto io:
Paolino sul secondo tiro (4c):
La terza facile lunghezza (3+):
Su di noi incombe inconfondibile il grande fungo di granito, che dà il nome al settore.
Alle nostre spalle, il Monviso (m 3.841) fa bella mostra di sè, nelle ultime luci del pomeriggio:
Tentiamo di uscire dall'alto, passando per la cima del Monte Freidour, ma purtroppo, dopo aver raggiunto la cima del torrione, vediamo che non si scende facilmente dal lato opposto e, come del resto indicato in relazione, torniamo all'uscita della via per calarci in doppia:
Facciamo quattro calate con una sola corda da 60 m, ma attenzione: la seconda calata è in realtà leggermente più lunga, mi manca circa un metro e mezzo ad assicurarmi in sosta...
Dalla base della parete, scendiamo lungo il canalone di discesa del Cinquetti, con un ultimo sguardo sul Viso prima che scenda l'oscurità:
La voglia però come al solito prevale, così eccoci soli al parcheggio a prepararci.
Partiamo, mezz'ora dopo siamo ancora una volta sotto le pareti della Sbarua, perfettamente in ordine nonostante la leggera nevicata di ieri:
L'idea è di salire la via Il Fungo (5+ 4L 100 m), che però si trova in uno dei settori più in alto, quindi decidiamo di arrivarci lungo una via non troppo difficile ed esposta al sole, date le temperature molto rigide...
La scelta cade sulla ripetizione della Cinquetti (5b 8L 200 m), la superclassica che io ho salito una sola volta e che come riscaldamento andrà benissimo:
Ci leghiamo e parto io:
Paolino sul secondo tiro (4c):
La terza facile lunghezza (3+):
Il bel quarto tiro (5b), con la dulfer iniziale ed il lungo arco verso destra, a sostare sotto il grande tetto:
Salgo io:
Al sole si sta abbastanza bene, abbiamo fatto bene a non farci scoraggiare.
Il quinto tiro (5b) mi impegna abbastanza:
Sesta lunghezza (4c), con passo strapiombante molto manigliato (anche grazie all'albero):
Il caratteristico traverso a destra della settima lunghezza, esposto ma facile:
La lunghezza conclusiva (5b), valutata facile ma in realtà non così banale:
In cima al Torrione Cinquetti, individuiamo la Torre del Fungo, dove corre la via che avevamo adocchiato.
Perdiamo un bel po' di tempo a far su le corde, incredibilmente intrecciate tra loro...
Intanto Paolino scende lato nord (provvidenziale la catena fissa per scendere le placche oggi ricoperte di ghiaccio...) e sale verso il secondo torrione, alla ricerca dell'attacco della via.
Come sempre in Sbarua si ravana non poco per trovare le vie, vuoi per i sentieri non proprio "da passeggino", vuoi per la frequente assenza di indicazioni e scritte alla base delle vie...
Alla fine individuiamo una linea di spit che potrebbe essere quella giusta:
Salgo il primo tiro (5+), prima in placca, poi superando un breve strapiombo in diagonale verso sinistra:
Paolino segue:
La seconda lunghezza (5) prosegue sostanzialmente in placca, sempre leggermente verso sinistra:
Il terzo tiro (5) sale una splendida placca in aderenza, poi piega decisamente a sinistra:
Dopo un traverso di 6 o 7 metri, supero un tettino e vado a sostare sulla placca verticale soprastante, dove Paolino mi raggiunge:
L'ambiente è magnifico, un oceano di granito!
L'ultimo tiro vede Paolino salire a sinistra una ripida placca, poi portarsi ancora verso sinistra:
La sosta è al di sopra dell'ultimo passaggio, a sinistra:Su di noi incombe inconfondibile il grande fungo di granito, che dà il nome al settore.
Alle nostre spalle, il Monviso (m 3.841) fa bella mostra di sè, nelle ultime luci del pomeriggio:
Tentiamo di uscire dall'alto, passando per la cima del Monte Freidour, ma purtroppo, dopo aver raggiunto la cima del torrione, vediamo che non si scende facilmente dal lato opposto e, come del resto indicato in relazione, torniamo all'uscita della via per calarci in doppia:
Facciamo quattro calate con una sola corda da 60 m, ma attenzione: la seconda calata è in realtà leggermente più lunga, mi manca circa un metro e mezzo ad assicurarmi in sosta...
Dalla base della parete, scendiamo lungo il canalone di discesa del Cinquetti, con un ultimo sguardo sul Viso prima che scenda l'oscurità:
Tornati al parcheggio, il termometro segna -3°C...
Dal giorno successivo comincerà un raffreddore infinito e fortissimo, condito dai proverbiali "te l'avevo detto" in famiglia...
sabato 20 dicembre 2014
TRE DENTI di CUMIANA (m 1.348): Via dei Diedri
Sabato 20 dicembre 2014
Io e Paolino l'Alpino
Un bel sabato dal sapore tipicamente primaverile, anche se il calendario recita 20 dicembre...
La meta sono i Tre Denti di Cumiana (m 1.348), dove abbiamo già scalato altre volte e dove mi trovo particolarmente a mio agio.
Partiamo alle 7,00 e un'ora e mezza dopo siamo in cammino, dopo aver parcheggiato a Cantalupa.
La temperatura è fresca, ma le previsioni parlano di condizioni primaverili e così sarà.
La vista sui Denti è spettacolare:
L'avvicinamento è relativamente lungo (1h 20'), per una via invernale con le giornate corte e certamente fa un bel po' di selezione; niente falesisti puri, da queste parti, di solito...
L'obiettivo è la Via dei Diedri (5b 7L 180 m), una via recentissima, chiodata nel 2014 completamente a chiodi, tranne le soste a spit.
Ci prepariamo e verso le 10,00 Paolino attacca la prima lunghezza (5a):
Come previsto, la giornata è radiosa e fa un caldo incredibile.
Paolino sale a sua volta, raggiungendo la sezione finale con un ulteriore diedro, un unico passo un pochino tecnico:
La terza lunghezza (5b+) è semplicemente splendida: una serie di diedri rovesci, da affrontare sfruttando la straordinaria aderenza del granito per l'appoggio sul piede destro:
La chiodatura è ottima, piuttosto generosa, per essere una via protetta a chiodi:
Lungo la via non ci sarà bisogno di integrare con nulla.
Paolino sale la fessura al di sopra del tetto, dopo la quale occorre spostarsi nuovamente a destra per riprendere il filo dello spigolo e raggiungere la sosta senza più difficoltà:
Scaliamo in compagnia: di fianco a noi addirittura due cordate di simpatici climbers locali stanno salendo la mitica via Gervasutti.
Alle nostre spalle, un panorama magnifico, dominato da sua maestà il Monviso (m 3.841):
Quarto tiro (5a), molto divertente e particolare: mi muovo sotto il grande tetto, verso destra, superando in placca un paio di passi in aderenza:
La terza sosta:
In uscita dalle placche, scalo un bel muro, rinvio un paio di chiodi molto vecchi ed esco alla sosta in comune con la Gervasutti.
Paolino in uscita dal muro:
La quinta lunghezza (4c) è semplice, ma divertente: un breve muretto, poi a destra lungo una rampa, sotto ad uno strapiombo, fino a doppiare lo spigolo e sostare sulla grande cengia:
Il sesto tiro (5b), bellissimo, lungo la parete finale:
La meta sono i Tre Denti di Cumiana (m 1.348), dove abbiamo già scalato altre volte e dove mi trovo particolarmente a mio agio.
Partiamo alle 7,00 e un'ora e mezza dopo siamo in cammino, dopo aver parcheggiato a Cantalupa.
La temperatura è fresca, ma le previsioni parlano di condizioni primaverili e così sarà.
La vista sui Denti è spettacolare:
L'avvicinamento è relativamente lungo (1h 20'), per una via invernale con le giornate corte e certamente fa un bel po' di selezione; niente falesisti puri, da queste parti, di solito...
L'obiettivo è la Via dei Diedri (5b 7L 180 m), una via recentissima, chiodata nel 2014 completamente a chiodi, tranne le soste a spit.
Ci prepariamo e verso le 10,00 Paolino attacca la prima lunghezza (5a):
Prima si salgono belle placche, poi ci si sposta a sinistra a prendere il marcato diedro; con un ultimo movimento, ci si ribalta a sinistra al di sopra del diedro, per uscire in sosta:
Proseguiamo a comando alternato; il secondo tiro tocca a me (5a): diritto lungo l'evidente diedro, ribaltandosi a sinistra dopo una decina di metri:Come previsto, la giornata è radiosa e fa un caldo incredibile.
Paolino sale a sua volta, raggiungendo la sezione finale con un ulteriore diedro, un unico passo un pochino tecnico:
La terza lunghezza (5b+) è semplicemente splendida: una serie di diedri rovesci, da affrontare sfruttando la straordinaria aderenza del granito per l'appoggio sul piede destro:
La chiodatura è ottima, piuttosto generosa, per essere una via protetta a chiodi:
Lungo la via non ci sarà bisogno di integrare con nulla.
Paolino sale la fessura al di sopra del tetto, dopo la quale occorre spostarsi nuovamente a destra per riprendere il filo dello spigolo e raggiungere la sosta senza più difficoltà:
Scaliamo in compagnia: di fianco a noi addirittura due cordate di simpatici climbers locali stanno salendo la mitica via Gervasutti.
Alle nostre spalle, un panorama magnifico, dominato da sua maestà il Monviso (m 3.841):
Quarto tiro (5a), molto divertente e particolare: mi muovo sotto il grande tetto, verso destra, superando in placca un paio di passi in aderenza:
La terza sosta:
Dopo una prima placca, ne incontro una seconda, che offre una bella lama da accoppiare:
In uscita dalle placche, scalo un bel muro, rinvio un paio di chiodi molto vecchi ed esco alla sosta in comune con la Gervasutti.
Paolino in uscita dal muro:
La quinta lunghezza (4c) è semplice, ma divertente: un breve muretto, poi a destra lungo una rampa, sotto ad uno strapiombo, fino a doppiare lo spigolo e sostare sulla grande cengia:
Il sesto tiro (5b), bellissimo, lungo la parete finale:
Salgo in diagonale verso destra, poi su diritto con un passo leggermente aggettante ma ben appigliato; torno a sinistra ed in diagonale raggiungo la sosta:
Paolino segue a ruota, roccia magnifica:
Settima ed ultima lunghezza (5a): un singolo breve passo in uscita dal diedrino sopra la sosta, poi a sinistra e via lungo lo spigolo finale:
Eccomi poco sotto la cima, dove mi aspetta la chiesetta arroccata in posizione incredibile:
Etichette:
alpinismo,
arrampicata,
climbing
Ubicazione:
Cumiana TO, Italia
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