Io e Paolino l'Alpino
Dopo aver saltato lo scorso week-end, la voglia è a mille!
Nonostante previsioni meteo negative, sfrutto tutto l'ottimismo che mi è proprio e partiamo io e il fido Alpino alla volta della Vallée, sperando che la pioggia ritardi il più possibile.
Arriviamo a Verrès: non piove e probabilmente la roccia è asciutta.
Il nostro obiettivo è la Via dello Scorpione Rosso (6a 7L 200 m), alle Placche dello Scorpione (m 600).
L'avvicinamento dovrebbe essere piuttosto breve, come si richiede in una giornata in cui minaccia pioggia.
Parcheggiamo poco distante dalla centrale elettrica e partiamo, dopo aver addentato il solito panino.
Una decina di minuti dopo, eccoci sotto la parete.
Ci leghiamo e salgo io il primo tiro (4c), molto breve, quasi un singolo passaggio, cui segue però una rampa verso sinistra ed un traverso che farebbe tirare troppo le corde, per cui mi fermo alla sosta:
Paolino sbuca sulla rampa:
Attacco la quinta lunghezza (4b), su placche molto rugose e scure:
Paolino mi segue:
Sulla cima si alza un venticello che pare foriero di pioggia, ma così non sarà; possiamo iniziare le calate in doppia:
Io non sono ancora sazio, così propongo di andare a scalare un'altra via, essendo solo mezzogiorno.
La scelta cade sul vicino Monte Coudrey (m 1.298), dove abbiamo già salito diverse vie in passato.
E' rimasta da fare Dottor Jimmy Variante Luna (6a 13L 400 m), variante più difficile della classica Dottor Jimmy.
In breve raggiungiamo l'attacco, con tempo molto minaccioso, ma senza pioggia:
Ci prepariamo in fretta e furia, anche perchè si son fatte le 14,30 e viene buio presto, se non pioverà prima...
Non ricordo se le soste sono attrezzate per calata, nel dubbio porto un po' di cordini e fettucce in più.
Paolino attacca il primo tiro (4a), in fretta:
Proseguo per la quarta lunghezza (5a), in aderenza e superando un pilastrino seguito da facile placca:
Il quinto tiro (5c) è splendido, il più bello di tutti: tocca a Paolino, che sale prima la facile placca, poi si sposta a destra a reperire la base di un muro verticale di roccia magnificamente scolpita, di colore rossiccio:
Bellissimi movimenti, spettacolare serie di passaggi prima diritto in verticale, poi in leggero traverso a destra, quindi l'uscita dritta in cengia:
Arriviamo a Verrès: non piove e probabilmente la roccia è asciutta.
Il nostro obiettivo è la Via dello Scorpione Rosso (6a 7L 200 m), alle Placche dello Scorpione (m 600).
L'avvicinamento dovrebbe essere piuttosto breve, come si richiede in una giornata in cui minaccia pioggia.
Parcheggiamo poco distante dalla centrale elettrica e partiamo, dopo aver addentato il solito panino.
Una decina di minuti dopo, eccoci sotto la parete.
Ci leghiamo e salgo io il primo tiro (4c), molto breve, quasi un singolo passaggio, cui segue però una rampa verso sinistra ed un traverso che farebbe tirare troppo le corde, per cui mi fermo alla sosta:
Paolino sbuca sulla rampa:
Il secondo tiro (6a) è subito quello tosto: benché siamo ancora decisamente freddi, ci tocca soffrire.
Paolino sale i primi metri, dove la roccia è piuttosto liscia e non molto rugosa, e in qualche modo riesce a raggiungere l'aerea sosta appesa:
Ok tocca a me, che intanto mi sono mezzo intirizzito, dato che la mia attesa in sosta è stata di... 1 ora!!!
Parto ed arranco pure io, anche perchè la prima parte del tiro presenta roccia veramente liscia, che non ispira molta fiducia nel piede... Più in alto le cose migliorano e mi diverto un sacco:
Raggiungo Paolino in sosta, appesi sotto un bello strapiombo: lo studio un attimo, poi attacco il terzo tiro (5c), bellissimo:
La roccia mi piace molto, la partenza è delicata, ma poco sopra trovo le prese giuste, traverso leggermente a sinistra, poi su diritto, quindi verso destra, con uscita in diagonale ancora a destra, fino alla comoda sosta:
Paolino dietro di me:
Il quarto tiro non presenta difficoltà (3c) e ci permette di trasferirci alla base della lunga placconata finale:Attacco la quinta lunghezza (4b), su placche molto rugose e scure:
Paolino mi segue:
Ci alterniamo, sesto tiro (4c), ancora su muri e placche:
Chiudo le danze salendo la settima lunghezza (5a), molto divertente, su roccia sempre migliore, man mano che saliamo:
Io non sono ancora sazio, così propongo di andare a scalare un'altra via, essendo solo mezzogiorno.
La scelta cade sul vicino Monte Coudrey (m 1.298), dove abbiamo già salito diverse vie in passato.
E' rimasta da fare Dottor Jimmy Variante Luna (6a 13L 400 m), variante più difficile della classica Dottor Jimmy.
In breve raggiungiamo l'attacco, con tempo molto minaccioso, ma senza pioggia:
Ci prepariamo in fretta e furia, anche perchè si son fatte le 14,30 e viene buio presto, se non pioverà prima...
Non ricordo se le soste sono attrezzate per calata, nel dubbio porto un po' di cordini e fettucce in più.
Paolino attacca il primo tiro (4a), in fretta:
Ok, la prima sosta è attrezzata con catena; proseguo rapido lungo il secondo tiro (3c), che mi conduce alla biforcazione, inizio della variante:
Anche questa sosta ha la catena. Paolino prosegue lungo il terzo tiro (6a), prima lungo uno spigoletto, poi superando un muretto breve ma intenso, che però a mio avviso non arriva al 6a:Proseguo per la quarta lunghezza (5a), in aderenza e superando un pilastrino seguito da facile placca:
Il quinto tiro (5c) è splendido, il più bello di tutti: tocca a Paolino, che sale prima la facile placca, poi si sposta a destra a reperire la base di un muro verticale di roccia magnificamente scolpita, di colore rossiccio:
Bellissimi movimenti, spettacolare serie di passaggi prima diritto in verticale, poi in leggero traverso a destra, quindi l'uscita dritta in cengia:
Il vento acquista ulteriore vigore mentre attacco il sesto tiro (5c), caratterizzato da una partenza bella ostica e delicata, cui seguono bei movimenti in placca:
Mentre recupero Paolino, studio il proseguo della via, che qui si raccorda con l'originale: la variante è finita.
Paolino riparte ed attacca il passo boulder che inaugura la settima lunghezza (5c), ma proprio in quel momento inizia a piovere...
Un attimo di studio, poi la decisione è presto presa: si scende, tanto da qui in avanti la via non ci riserverebbe nulla di nuovo, avendola già percorsa due volte; per di più piove ed è tardi.
In breve ci caliamo, la pioggia seria ci risparmierà e torneremo quasi asciutti. Ma per oggi ci siamo "sfamati", avendo scalato oltre 400 m di roccia!