lunedì 30 gennaio 2023

ROCCA SBARUA (m 1.200): Angiolina Ritorna + Tupac Amaru


Lunedì 30 gennaio 2023

Io e Stefano

Oggi Stefano torna a Rocca  Sbarua dopo molti anni.

La situazione e le condizioni sono da prendere con le molle, è nevicato recentemente e fa molto freddo...

Optiamo comunque per scalare in Sbarua, così eccoci sulla sua auto, dato che la mia è ferma ai box, purtroppo... arriviamo al posteggio e dobbiamo tornare indietro, causa neve e ghiaccio sulla strada. Soliti quattro passi piacevoli fino a Casa Canada:

Ci portiamo al Torrione Pacciani per salire la combinazione classica Angiolina Ritorna (5c   4L   100 m) + Tupac Amaru (5c+   7L   200 m).
Risaliamo i sempre disagevoli boschi per raggiungere l'attacco di Angiolina Ritorna:
Salgo il primo tiro (5a):
Stefano prosegue per la seconda facile lunghezza (4c):
Purtroppo c'è neve qua e là:
Vado avanti per la terza lunghezza (5c), preceduta da un tratto in discesa con catena, tratto ingombro di neve, all'insegna del disagio:
Il tiro poi è bellissimo, placca, traverso, placca, tettino e diedrini fino in sosta:
Stefano mi raggiunge:

Poi riparte per il quarto tiro (5c), in diedro fino all'uscita della via:

Riuniti in cima al settore, cambiamo le scarpe e percorriamo il trasferimento che conduce alla via successiva, Tupac Amaru.
Attacco il primo tiro (5b) su placca liscia, poi un tratto un po' sporco e per muri e placche arrivo in sosta:
Stefano prosegue per il secondo tiro (4c), in diagonale a sinistra e poi su per placche articolate:
Salgo il terzo tiro (5c+), lungo una fessura ostica e verticale, tiro molto fisico che sono costretto ad addomesticare un po'; l'amico poi sulle mie tracce:
Purtroppo l'arrampicata si chiude qui... inizia il ravanage condito da buona dose di disagio...
Il previsto trasferimento verso la parte alta della via è già bello scomodo, per dirla con un eufemismo... la neve è parecchia e il combinato disposto con l'erba e le foglie sottostanti la rendono impraticabile...
Quando raggiungiamo il punto, vediamo che l'esposizione infelice causa la presenza di neve sulla parete dove corre il quarto tiro... la decisione è presto presa: se fosse assolutamente necessario passare di là per uscire, proverei; ma gratuitamente così, per salire la via per la seconda o terza volta, anche no.
Proviamo a cercare un'uscita lungo il canalone verso l'alto, ma, varcato un colletto, vediamo che la discesa sul lato opposto è abbastanz aimpraticabile... allora optiamo per tornare alla sosta di uscita della via e calarci in doppia fino alla base del settore, da cui scendiamo a piedi fino al sentiero.
Poco più tardi, dopo un bel ravanamento come si deve, eccoci al sentiero prima di Dairin, con splendida vista sul Monviso:
Alle prossime avventure!

giovedì 12 gennaio 2023

TORRE CASTELLO (m 2.448): Alpi Ovest (prima salita invernale)

Giovedì 12 gennaio 2023

Io e il Pol

E' passato un bel po' di tempo dall'ultima via col Pol, è ora di rimediare!

Naturalmente lui in questi mesi non è certo rimasto a guardare... tra le altre cose, ha aperto con Danilo Collino una nuova super via alla Torre Castello (m 2.448), la via Alpi Ovest (6b   7L   235 m), sulla verticale parete est della Torre. 

Ora la proposta è di effettuare la prima salita invernale della via.

Purtroppo il clima è molto cambiato rispetto a pochi giorni fa... nel senso che ora è inverno davvero, soprattutto per quanto riguarda le temperature. Precipitazioni: la recente nevicata dello scorso weekend non ha lasciato molta neve, come si evince dalla webcam del rifugio Campo Base.

Oggi è previsto sole tra velature, zero termico non troppo alto (2.300 m nelle ore centrali) e soprattutto vento forte... Proviamoci, dai!

Primo problema: l'ennesimo sensore in avaria della mia auto mi impedisce di usarla, così carichiamo il bagagliaio del Pol e partiamo dopo la colazione al solito bar.

Poco dopo le 8,30 parcheggiamo al bivio per il rifugio; oltre la strada è ingombra di neve. Ci prepariamo e in pochi minuti di cammino siamo al parcheggio "basso" della Provenzale; da qui proseguiamo lungo il sentiero, parzialmente innevato, ma senza problemi di sorta. La temperatura in partenza è di -1 grado.

Un'oretta più tardi eccoci all'attacco della via:

La relazione:
Purtroppo proprio nel momento in cui arriviamo ecco arrivare il maledetto vento... come previsto... forte e gelido... Speriamo ancora che lungo la via, posta vicino al diedrone del Camino Palestro, possiamo rimanere un po' riparati... purtroppo non sarà così.
Alla base della via c'è un nevaio, abbastanza marmoreo: saliamo con attenzione, grazie ai bastoncini, e ci portiamo sulla prima cengetta pulita, dopo il primo spit della via, per prepararci:
Non è agevole prepararsi così, c'è neve anche su questa cengetta... Sono le 10,10 quando il Pol attacca la prima lunghezza (6a), subito completamente verticale:
La roccia è splendida, ovviamente; la chiodatura è sicura e intelligente, ma abbastanza esigente: infatti l'obbligatorio (6a+) è molto prossimo al grado massimo (6b).
Il vento gelido ci sferza, le mani sono subito insensibili.
Il Pol arriva in sosta, tocca a me; non ho ancora salito due metri che già non sento più le mani...
La vedo molto, molto dura completare tutta la via...
Salgo tranquillo, le soste sono a prova di bomba:

Date le difficoltà e il mio scarso grado attuale di allenamento, è chiaro che il Pol tirerà tutta la via.

Il secondo tiro (6a+) è spettacolare: verticalmente su placca articolata, fino all’evidente tetto, superandolo sul suo lato sinistro; l'uscita risulta poi piuttosto delicata, con un ribaltamento a destra e gli ultimi metri più facili, fino in sosta:

Quando è il mio turno, soffro maledettamente il freddo alle mani, come anche l'amico poco prima, e tutto intirizzito fatico a ribaltarmi a destra, prima dell'uscita in sosta:

Andiamo avanti, dai, stringiamo i denti...

La terza lunghezza (5b) è l'unica che da un po' di respiro, l'unico sotto il sesto grado. Si sale in verticale pochi metri, proseguendo leggermente a sinistra sullo spigolo, per uscire su una rampa meno verticale dopo alcuni tratti molto divertenti:

Salgo a mia volta:

Quarto tiro (6a): la via si fa più verticale, salendo placche compatte ed evitando così il fondo del diedro del Camino Palestro; il Pol raggiunge poi l’evidente spigolo e sosta sul filo, sempre su solidissime soste a fix nuovi fiammanti:

Ormai abbiamo tacitamente deciso di proseguire.

A tratti il vento sembra dare un attimo di tregua... in compenso però... tra poco andremo in ombra, il sole sta per scomparire dietro allo Spigolo Castiglioni...

Il Pol si lancia deciso lungo lo splendido quinto tiro (6b), forse il tiro più bello della via: Pol segue il filo sino ad una placca delicata, che sale sulla sinistra, andando a reperire un tratto di roccia rossastra leggermente strapiombante, grazie a buone prese, e sostando nuovamente sul filo dello spigolo, a destra:

Quando salgo, riesco a divertirmi come un pazzo, nonostante le condizioni davvero dure:

Siamo al sesto e penultimo tiro (6b): una placca tecnica e muretto verticale su roccia bellissima, su tacche piccolissime che richiedono la massima precisione, poi più facilmente in verticale sino ad una grande nicchia a destra dei grandi strapiombi della Torre:

Lo sguardo corre alla sella tra la Rocca e la Torre, ora vicina lassù, dove ho passato una notte imprevista quasi due anni fa, a febbraio:
Salgo il tiro, veramente spettacolare anche questo:
Salendo mi fermo e mi volto a destra, in basso, per individuare e fotografare la nicchia di sosta dove Stefano è rimasto tutta quella notte:
Poco sopra di me il Pol mi assicura in sosta:
Indosso i guanti, a tratti, quando l'arrampicata lo permette:

Ormai siamo alla settima ed ultima lunghezza (6a+), fa freddo, siamo in ombra e sappiamo che in vetta il vento sarà terribile, così il Pol indossa il duvet prima di ripartire.

All'ultimo tiro, salendo in parallelo alla Placca Gedda, si può pensare che manchi poco, che sia finita.

Beh, l'ultimo tiro è innanzitutto fantastico, in più è forse il più continuo di tutti, sempre verticale, insomma impegnativo fino all'ultimo metro:

Salgo con entusiasmo, ma per oggi va bene così, emergo in vetta anche io, raggiungendo il Pol sferzato dal vento gelido:
Autoscatto di soddisfazione, la prima invernale della via è realtà:
La vicina vetta della Rocca Castello (m 2.453):
La piatta sommità della Torre Castello (m 2.448):

La temperatura in vetta è di zero gradi:


Iniziamo presto le calate, dopo aver (stavolta sì) firmato il libro di vetta; la discesa in doppia non comporta problemi particolari e con 5 doppie siamo giù:
Gli ultimi metri della mia discesa:

Ora possiamo rilassarci...

La discesa è piacevole come sempre, nessuno in giro, perfetto.

Alle prossime avventure!

giovedì 5 gennaio 2023

PILASTRO VIGNAL (m 1.400): Gaido - Marone


Giovedì 5 gennaio 2023

Io e Giorgio

Prima via della cordata Dani-Giorgio! 

E prima via del 2023.

Le temperature sono quelle che sono, ovviamente, per cui non possiamo esagerare con gli obiettivi... ma oggi andiamo a colpo sicuro sulle placche assolate del Pilastro Vignal (m 1.400), in Val Chisone, per salire la via Gaido-Marone (5c   D   10L   280 m).

Il ritrovo è al casello di Carmagnola, carichiamo la mia auto e puntiamo la rotta verso la borgata di Vignal, dove parcheggio comodamente; ci prepariamo, fa freddo ma non troppo; l'avvicinamento ci impegna per una ventina di minuti, salendo nel bosco lungo una traccia ben segnalata dai famosi bolli blu di Michelin, fino a raggiungere la targhetta di attacco della via:
Ci leghiamo e partiamo; saliremo la via originale, completa della parte bassa, la cui chiodatura è stata sistemata da Fiorenzo Michelin poco tempo fa.
Giorgio attacca il primo tiro (4c), salendo una bella placca, fino a raggiungere la sosta sul filo di cresta:
Lo raggiungo e proseguo in cresta, facilmente, con un tiro di quarto divertente e breve:

Terza lunghezza (4a), un passo per superare un muretto, poi lungo la cresta fino alla sosta comoda:

Al sole si sta benissimo, meglio del previsto.
Proseguo per il quarto tiro (4b), prima in discesa lungo la cresta con due brevi passi, poi raggiungendo un colletto alla base del pilastro vero e proprio; faccio sosta su un albero e recupero l'amico:
La quinta ed ultima lunghezza della parte bassa della via (5b): Giorgio risale un diedro, poi uno sperone fino a incrociare la corda fissa di accesso alle varie vie del settore superiore, salendo ancora direttamente fino ad un grosso pino, dove trova la sosta:
L'attacco della parte alta è in comune con la via Eclissi di Spit, con cui condivideremo anche le soste successive:
Parto io: il primo tiro, o meglio il sesto tiro di oggi (5b), è bellissimo, superando una serie di placche su roccia splendida:

Raggiungo la sosta e posso far salire il socio:
Oggi non c'è anima viva, tanto per cambiare: benissimo.
Giorgio va avanti quindi lungo i bei muri e placche del settimo tiro (5a), con un singolo passo da interpretare:
L'ottava lunghezza tocca a me, con una serie di magnifiche placche (5a) inframezzate da una caratteristica vena di quarzo:

Il nono tiro (5c) presenta il passo chiave della via; Giorgio, come da relazione, traversa a destra leggermente, seguendo una rampa, per poi salire direttamente oltre un gradone, superare un tettino e issarsi verso i più facili risalti che conducono in sosta:
Lo raggiungo, continuando a gioire per la qualità della roccia, poi proseguo per chiudere le danze con il facile undicesimo e ultimo tiro (3a), fino in vetta, dove troviamo una scenica croce di vetta:


La Val Chisone in uno sguardo verso la zona della Cristalliera:
La discesa non pone alcuna difficoltà: a piedi sul versante opposto, seguendo poi la strada per Chambellier, e, quasi al fondo di questa, un comodo sentiero in piano che torna a Vignal, lungo il quale possiamo ammirare ancora le assolate pareti appena scalate:
In tutto la discesa impegna circa 45' di chiacchiere; l'epilogo della giornata ci porta ad un ottimo panino in un bar lungo la strada, poi anche questa bella piccola avventura volge al termine.