Mercoledì 20 dicembre 2023Io, Stefano e Giorgio
Scalata natalizia con l'inedita cordata a tre Dani-Giorgio-Stefano.
Oggi le temperature non dovrebbero essere male, anche se il sole si farà vedere solo in tarda mattinata e questo in inverno è un problema soprattutto per la roccia fredda a contatto con le mani... Ma noi ci proviamo!
La scelta cade sui Tre Denti di Cumiana e precisamente sul Dente Orientale (m 1.343) per la via Fratello Non Temere (6a 6L 140 m), una via che ho già salito un paio di volte nel decennio, ma che avevo trovato entusiasmante.
Per di più, in questa stagione mettere nelle gambe un po' di avvicinamento non fa che bene.
Appuntamento a Vigone con Stefano, poi proseguiamo sulla mia auto fino al solito ritrovo invernale di Pinerolo, dove Giorgio ci aspetta per una colazione al volo.
Poi si prosegue, anche se per pochi chilometri, fino a Cantalupa, da cui partiamo per la bella passeggiata sulle pendici dei Tre Denti, che ci impegnerà per circa 1h 20',saleno con calma.
Trovo subito l'attacco della via, quando sono circa le 10,30, anche se la scritta è ormai sbiadita.
Ci leghiamo, Stefano dice che per oggi gli va bene salire da secondo, per cui ci dividiamo i tiri io e Giò.
Parte lui, il primo tiro (5c/6a) è subito una chicca, una successione di placche da salire in aderenza su roccia con grip da urlo, come avevo promesso ai soci:
Traverso a destra molto aleatorio, poi un primo tettino senza problemi, quindi ancora un traverso a sinistra, per poi salire in verticale su prese più nette, in particolare l'ultima bella dulfer per arrivare in sosta.
Poi è il mio turno:
Chiude la comitiva Stefano:
Avanti col secondo tiro (5c), lungo belle placche fino al pronunciato tetto, che presenta fortunatamente buone prese per il superamento:
Un diedro e ancora placche conducono alla comoda sosta.
Una volta riuniti in sosta, ecco Giorgio che riparte per la terza lunghezza (5c), prima lungo piacevoli e "benevole" placche:
Poi issandosi al di sopra di un aspro diedro-camino, strisciando in opposizione e uscendo da una sezione un po' vegetata.
Lo raggiungiamo e c'è il cambio della guardia, passo avanti io.
Frattanto, magicamente ecco uscire un bel sole, molto ben accolto.
Quarta lunghezza (5c/6a): supero un bel diedro verticale, poi mi impegno nel superamento di un tetto alla fine ben appigliato, ma un po' atletico:
Al di sopra, scalo una bellissima sequenza di muri e fessure, fino alla vicina sosta:
Dal mio comodo posto in cengia, faccio salire gli amici:
Quinto tiro (6a), aperto da un passo boulder in partenza, per proseguire lungo magnifiche e yosemitiche sezioni verticali, tra scudi granitici e belle scaglie e fessure, fino alla sosta posta sull'aerea cresta:
Mi seguono i soci, prima Giorgio, poi Stefano:
Il più è fatto, purtroppo la via volge al termine; anche i soci sono entusiasti della qualità della via e della roccia.
Salgo le belle sequenze in cresta o appena al di sotto, senza difficoltà (3, un passo di quarto se lo si va a cercare), fino alla vetta, dove trovo per l'ennesima volta la chiesetta:
Dalla sosta assicuro i soci:
Dalla cima, dopo la solita occhiata al presepe allestito all'interno, ci godiamo il sole e il superlativo panorama:
Verso est, lo sguardo spazia addirittura fino alla zona del
Piz Bernina e del
Disgrazia:
Un corvo reale se ne sta appollaiato in punta alla montagna prospiciente:
Selfie di vetta tradizionale, prima della lunga discesa, condita da chiacchiere su mille argomenti, fino all'auto:
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