giovedì 2 agosto 2018

CIMA di NASTA (m 3.108): Mai Dire IO

Giovedì 2 agosto 2018
Io e Palla

Grande giornata in Valle Gesso, ancora una volta sulla parete ovest della Cima di Nasta (m 3.108). Stavolta mi lego col mitico Palla, ci conosciamo da un po' ma non abbiamo ancora scalato insieme.
Il meteo ci dà da pensare fino alla sera prima, causa rischio temporale pomeridiano in Val Varaita cambiamo destinazione all'ultimo, dove sembra tutto più stabile.
La scelta cade sulla Nasta, dove vado sempre volentieri, per salire la via Mai Dire IO (6a   TD-   8L   370 m), una bella via del 2009.
L'appuntamento rimane comunque abbastanza presto, un po' perchè non mi è quasi mai capitato di dire lungo una via che è troppo presto, un po' perchè comunque con questo caldo un temporale non si può mai escludere del tutto a priori, meglio essere già scesi...
Ritrovo alle 4,30 da Mario, salto sulla sua auto e via verso Cuneo, sosta colazione e avanti verso il Pian della Casa del Re (m 1.743), dove la strada è sempre piuttosto antipatica nell'ultimo tratto...
Verso le 6,00 siamo in marcia e saliamo al fresco verso il Rifugio Remondino (m 2.430), che raggiungiamo in 1h 20', sotto zaini piuttosto pesanti a causa del materiale che portiamo per sicurezza, soprattutto i ramponi, dato che conosco bene la zona dove attacca la via...
Veniamo accolti dalla sempre mitica Franca e non disdegniamo certo una fetta di crostata con un thè, prima di dire dove andremo e di iniziare l'avvicinamento. Le condizioni delle pareti viste dal rifugio, verso le 7,50:
L'avvicinamento lo conosciamo bene, circa 45' dopo siamo nella conca glaciale sotto le pareti ovest della Nasta:
Siamo accolti da due stambecchi:
Calziamo i ramponi (quelli veri, non i microramponi o roba simile), che secondo me sono indispensabili, visto il pendio lungo 50-60 m da salire con pendenza oltre 45°. Ci aiutiamo coi bastoncini, che infileremo nello zaino, in parete.
La parete inizia con placche piuttosto abbattute e compatte:
Troviamo alcuni spit, ma la situazione è questa: il primo tiro delle vie è ancora in buona parte sotto la neve e soprattutto c'è una terminale spalancata tra neve e roccia... l'unico punto di accesso è appena a sinistra di Lupo Alberto, molto a destra della nostra via. Palla apre la strada, cercando poi di togliere i ramponi in condizioni non proprio comode:
Raggiungiamo in slego la prima sosta di Lupo Alberto, anche se... quando la guardo bene, non mi torna: la ricordo a chiodi e cordoni, non su spit e catena nuovi fiammanti...
Dopo aver "scovato" per caso tra i sassi alla base della parete una sacca piena di spit, ecco quella che sembrerebbe essere una linea nuova, vicino a Lupo Alberto, alla sua sinistra!
Percorriamo la cengia verso sinistra, salendo qualche risalto, fino a trovare la vera prima sosta di Mai Dire IO, su 3 spit e cordoni, con anello di calata.
Palla mi raggiunge:
La sosta:
Sono le 10,25 quando ci leghiamo e l'amico, che ha appesi all'imbrago tutti i rinvii e i friend, va avanti per scalare la seconda lunghezza (6a), lungo un primo strapiombino seguito da placche e muri:

Salgo io poco dopo, divertendomi un sacco:
Procediamo a comando alternato e attacco la terza lunghezza (5c), ancora lungo splendide placche compatte verticali:
Palla segue:
La sosta, con cordoni ormai logori (so che è in vista un restyling, per bocca dei diretti interessati: bravi ragazzi!):
La chiodatura della via è a spit, ma molto ariosa, non più di 40 5 spit per tiro e i tiri sono in media da 45-50 metri:
Alla nostra sinistra la guglia dell'Uja Nord-Ovest di Nasta (m 2.905) e, dietro, l'Argentera (m 3.297):
Andiamo avanti, Palla sale il quarto tiro (5), sempre in placca:
Salgo poi il quinto tiro (5), con 3 spit in 45 metri:
L'amico segue, con la cuspide dell'Uja già lontana, in basso:
L'Argentera (m 3.297), la regina delle Marittime:
La sesta lunghezza (5-) esce un po' dallo schema fin qui seguito: dopo una placca facile il muro si raddrizza e, dopo alcuni diedrini, esce in sosta, di nuovo all'ombra:
Il sole raggiunge la parete poco dopo mezzogiorno e francamente ne facevamo a meno, si stava benissimo in ombra!
Salgo io:


Proseguo poi per la sesta lunghezza (5+), magnifica, un primo muro verticale, poi a sinistra per prendere un sistema di diedri e fessure oblique, da cui esco per una lunga placca, con qualche tratto di quinto, senza più trovare spit, fino alla sosta che vedo alla mia destra:
Palla in azione:
Sono circa le 13,15 quando purtroppo ecco manifestarsi alcune nuvole piuttosto scure, che in pochi minuti si avvicinano e lanciano i primi tuoni minacciosi...
Veloci, Palla sale in fretta l'ottava lunghezza (4+), lungo facili placche fessurate:
Anziché uscire a destra lungo lo Spigolo Vernet, optiamo per la Variante Ghibaudo, rimanendo in cresta fino a una sella, per poi attaccare la parete successiva (4+) che dovrebbe condurci sulla cresta finale.
Il manifestarsi delle nubi sempre più estese, vicine e minacciose mi fa optare per la soluzione Rabino: prendo tutto il materiale e punto dritto a uscire in cresta, senza soste, per proseguire in rapida conserva protetta fino in cima, dove l'amico non è ancora mai stato e dove ci tengo ad arrivare, dunque (non saranno pochi minuti e una foto al volo a cambiare tanto la situazione...).
Traverso in diagonale a sinistra, salendo su blocchi molto poco raccomandabili, con un paio di passi delicati, mettendo giù qualche protezione (ogni 15 o 20 metri), poi quando la corda da 60 m finisce l'amico parte a sua volta:
Esco sulla cresta sommitale, a circa metà: questa è la notizia buona...
La cattiva è quel che vedo davanti a me: un fronte nuvoloso scuro e molto vicino, i primi tuoni... e siamo a 3.100 m di quota...
Proseguo, manteniamo la calma ma diamoci da fare; percorro la cresta verso la cima principale, dopo un po' sbuca in cresta anche Palla:
Pochi minuti dopo sono in cima, raggiunto dall'amico:
Rapido autoscatto, poi via a far su le corde e a cambiare l'assetto (scarpe):
Sono le 14,15.
Un quarto d'ora dopo stiamo già scendendo, la situazione è questa:
Ma oggi giochiamo il jolly, siamo fortunati: scendiamo a cannone lungo la via normale dal Colle della Forchetta, che è in perfette condizioni e senza più neve, e raggiungiamo rapidamente il Lago di Nasta, ancora ghiacciato:
Arriveremo asciutti al rifugio, mentre il temporale se ne va senza colpo ferire e lasciandoci in compagnia di un nugolo di stambecchi:

Il Rifugio Remondino:
Finalmente seduti a rilassarci qualche minuto, possiamo ammirare il gruppo della Nasta, magnifico e con un cielo di nuovo perfetto, con il tracciato della nostra via di oggi:
Ancora stambecchi ovunque:



Ripartiamo, scendendo in poco più di un'ora all'auto, dove mi aspetta la solita agognata Monster!

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