mercoledì 12 agosto 2015

CORNO STELLA (m 3.050): Spigolo Superiore

Mercoledì 12 agosto 2015
Io, Simone e Bruno

Una via sognata da tempo, che ha rispettato in pieno le attese, nonostante le premesse folli da parte mia: la giornata di ieri, in cui sono partito alle 4,30 e sono rientrato a casa alle 23, per essere di nuovo qui al Gias delle Mosche questa mattina alle 7,00...
Il fisico regge, io e Simone incontriamo Bruno, che da par suo non scherza, essendo venuto qui in giornata da Albenga!
Comunque alle 7,00 siamo tutti qui, la giornata si preannuncia radiosa ed imbocchiamo il sentiero che ci condurrà al Rifugio Bozano (m 2.453), al cospetto del Corno Stella (m 3.050), che scaleremo lungo lo Spigolo Superiore (V+   D+   9L   260 m + 150 m di trasferimento su facili placche):

In 1h 30' siamo al rifugio, accolti da Marco come al solito alla grande.
Io come al solito non resisto alla sua crostata di castagne con un thè, accompagnato da Bruno...
La parete:
Dopo la colazione, ripartiamo, lasciandoci l'accogliente rifugio alle spalle:
Passiamo sotto al Corno e proseguiamo verso lo spigolo sud-est, a destra:
Qui dobbiamo risalire una lunga serie di placche e diedri, piuttosto facili, anche se resi insidiosi dal bagnato:
Decidiamo di procedere in slego; la via attacca all'incirca in prossimità della vena di quarzo che attraversa tutta la parete:
Raggiungiamo la sosta di attacco di Touche la Pierre e decidiamo di legarci, essendo l'esposizione notevole e la roccia come detto a tratti bagnata.
Sotto di noi, l'orrido canalone percorso:
Come detto, ci leghiamo e va avanti Simone.
Non ci sono protezioni e non si può integrare tanto facilmente, anche se le difficoltà non superano il III+.
Non trova la prima sosta, che scoverò io poco dopo molto più a destra di quanto ci aspettassimo, così prosegue e attrezza una sosta su nut e spuntoni.
Poi prosegue, sempre su roccia a tratti bagnata, e reperisce la seconda sosta:
Dove ci ritroviamo tutti e tre:
Cambio della guardia, passo avanti io per il secondo tiro, proseguendo lungo il diedro e la placca di destra, salendo fino al restringimento e portandomi sotto al muro nero, a sua volta al di sotto del grande strapiombo giallo ben visibile già dal basso:
Qui trovo la sosta e recupero i soci.
Riprendo poi lungo il terzo tiro (V): dopo qualche metro, attacco direttamente la fessura lievemente strapiombante alla mia sinistra, dove trovo due vecchi chiodi vicini, poi scalo il bellissimo muro nero lavorato, quindi rinvio un chiodo e traverso a sinistra per una decina di metri, anche in leggera discesa, con qualche passo reso delicato dall'acqua che gocciola dal tetto giallo soprastante:
Trovo un'ottima sosta a spit, da cui recupero gli amici:
La quarta lunghezza (IV) è decisamente particolare: un traverso completo a sinistra, inaugurato da una discesa di 4 o 5 metri in disarrampicata, senza problemi:
L'esposizione è totale, ma le difficoltà contenute:
Sosto su un pilastro arrotondato, da cui faccio venire gli amici:
Intanto il sole ci sta per raggiungere.
Di fronte a noi un tiro che normalmente non dà grossi problemi (IV+), ma che nelle condizioni attuali mi darà qualche grattacapo:
Il diedro è verticale e sarebbe piuttosto bello, se non fosse bagnato:
Infatti, la relazione recita:
Salire il diedro canale fino alla zona detritica: 4 ch. (35 m.) sosta a spit a dx. Ben appigliato ma un po' disturbato da erba e muschio, delicato se umido.
Comunque alla fine ne vengo a capo:
ed esco su una vasta placconata abbattuta, a risalti, che ci condurrà alla sella ed all'attacco del vero e proprio Spigolo Superiore del Corno.
Riunitici in sosta, ci sleghiamo e saliamo le placche che ci condurranno alla sella, dove incontriamo un'altra cordata proveniente dalla Michelin-Rossetto, che fortunatamente ci lascerà andare avanti per primi.
Si sale, ora sotto il sole pieno:
Alla sella, mi affaccio sul lato Lourousa e devo dire che fa una bella impressione...
L'intenzione era di sgranocchiare qualcosa qui, ma visto che l'altra cordata ci lascia andare davanti, non posso fermarmi e mettermi a mangiare... Anche Simone ci rimane male, ma... si va avanti!
Cambio della guardia, ora si farà qualche tiro Bruno da primo.
Per noi è il sesto tiro (IV): Bruno sale direttamente per 10 m, traversa a sinistra e scala un muretto fessurato, poi di nuovo verso destra rinviando un chiodo. Traversa quindi la placca a sinistra e raggiunge la base dello strapiombo centrale dello spigolo, dove sosta:
Tocca a me, mi diverto un sacco:
Alle mie spalle, il Canalone di Lourousa in versione estiva:
Chiude la cordata Simone:
La settima lunghezza (V+) è decisamente la più bella, anche se oggi forse non la più impegnativa per me, dopo il diedro bagnato che ci ha portati alla forcella.
Bruno si porta sul filo per alcuni metri, in bella esposizione e con passi divertenti:

Per poi traversare a sinistra verso sistema di lame e fessure per raggiungere lo strapiombo, solcato da una fessura, poi continua per fessura (friend incastrato) fino a un comodo punto di sosta:
In realtà il passo non è azzerabile come descritto nelle relazioni, credo sia venuto via un chiodo sopra l'uscita...

Salgo il tiro a mia volta, entusiasta, anche perchè qui sullo spigolo la roccia è perfetta ed asciutta...
Anche a causa del fatto che non abbiamo mangiato e bevuto nulla, Simone ha qualche problemino a superare l'ostacolo, a causa di fastidiosi crampi che lo assalgono alle mani.
Dopo una sciolta ed un breve riposino, sale deciso ed eccoci tutti nuovamente in sosta.
Il Lourousa dietro di noi fa una certa impressione:
Autoscatto con vista top sulle cime regine delle Marittime:
Poco dopo sto già assicurando Bruno nell'ottavo tiro (IV), in cresta:

Bruno si porta fino alla croce di vetta, passando per la vera cima qualche metro prima, da cui ci recupera:
Raggiungo per l'ennesima volta la cima del Corno Stella:


Autoscatto:
Il lungo e caratteristico plateau sommitale del Corno:
Il Monte Matto (m 3.080):
Scendiamo verso le linee di calata, Barone Rampante o Campia, entrambe partono piuttosto in basso:
Un ultimo sguardo indietro alla vetta:
Volevo provare a scendere lungo Barone Rampante, perchè non l'ho mai fatto e per dare un occhio alla via.
Invece c'è gente che si cala di lì, così andiamo alle solite calate sulla Campia, libere:
Dopo la discesa, ripassiamo dal rifugio, un ultimo scatto alla splendida pala del Corno, poi giù a cannone lungo il sentiero:
Ieri ho fatto tardi, stavolta nonostante la stanchezza accumulata voglio assolutamente rientrare prima; Bruno ha le stesse necessità, dovendo ritornare ad Albenga in serata...
In soli 55' percorriamo il sentiero che dal Bozano conduce al Gias delle Mosche, poi si torna a casa.

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