Io, Paolo e Carlo
Giornata magnifica, con la cumpa giusta, un bel giro escursionistico ed una fantastica scalata su granito.
Premesse: in occasione dell'ultima recente grigliata ad Entracque, Paolo e Carlo si sono accordati per una gita in montagna da farsi nei giorni successivi, di ferie.
Io ho voglia di scalare, ma mi piace anche camminare, in più ho una via che mi piacerebbe molto fare, ma che è un pochino... fuori mano, avendo un avvicinamento di oltre 3 ore!
Mettendo insieme i pezzi del puzzle, ecco la mia proposta: una bella uscita tutti e tre, passo a prendere Carlo, poi passiamo da Entracque e carichiamo il Pazzo.
Quindi parcheggeremo al Gias delle Mosche in Valle Gesso e saliremo verso la Testa Sud di Bresses (m 2.820), di cui io e Paolo scaleremo lo Spigolo Sud-Sud-Est o Via Noli-Piana (V- D 5L 200 m).
Perfetto, l'idea va in porto oggi con partenza dal Gias delle Mosche; il giro che ci aspetta:
Ci inerpichiamo lungo il sentiero sotto un cielo piuttosto carico di nuvole, a dispetto delle previsioni meteo abbastanza buone, ottime dalla tarda mattinata...
Dopo circa 3 ore, prendendola abbastanza comoda, eccoci in prossimità del Lago Sottano di Fremamorta:
Dalla nostra destra scende uno splendido sentiero lastricato di pietre piatte, una strada militare; di fronte a noi il primo lago, bellissimo:
Proseguiamo, incontrando un secondo lago e, in alto, il Bivacco Guiglia (m 2.420), che puntiamo per una visita:
Eccoci al bivacco, dopo oltre 3h 30' di cammino ed un cielo ancora livido:
Purtroppo il bivacco è in condizioni non certo ottimali, con sporcizia e rifiuti lasciati da qualche imbecille.
Noi mangiamo qualcosa e ci divertiamo lo stesso:
Penso di essere l'unico che pensa seriamente di scalare la via, ma proprio in questi minuti arriva qualche stralcio di schiarita in cielo: io propongo di iniziare l'avvicinamento alla parete, intanto, visto che ci vogliono almeno 45':
Man mano che saliamo, fuori sentiero visto che non esiste, il vento pare diminuire e le mie speranze aumentano di pari passo.
Continuo a motivare la ciurma, Carlo non arrampica ma sta salendo con noi, magari salirà in cima per la via normale.
Frattanto le condizioni migliorano, anche se sul lato opposto della valle il Corno Stella e l'Argentera restano nelle nubi.
Ci siamo, siamo all'attacco della via, alla base di uno spigolo veramente vertiginoso:
Ormai siamo qui e il mitico Paolo non se la sente di dirmi di no, così ci leghiamo ed attacco il primo tiro (V): prima facile, poi una fessura che permette di salire in dulfer, quindi mi porto oltre o spigolo, traversando leggermente a destra sul lato nord-est:
La descrizione della relazione non torna, dopo i 35 m descritti non trovo alcuna sosta, così proseguo in verticale, incontrando difficoltà a tratti maggiori del previsto.
Alla fine mi ribalto nuovamente a sinistra, doppiando lo spigolo, tornando al sole e seguendolo fin quando non terminano le corde da 60 m... così attrezzo una sosta su un paio di friend ed una fettuccia e faccio salire Paolo:
La roccia è un granito stratosferico, magnifica!
Proseguiamo, resto davanti io: scalo lo spigolo, rinvio un cordone di sosta che a questo punto non so più se sia S1 o S2, supero uno strapiombo e proseguo lungo l'aereo spigolo:
La sosta:
Proseguo sempre verso l'alto, sempre in verticale, tra fessure, camini e diedri magnifici, su roccia dalla qualità e dai colori bellissimi:
Paolo inizia ad accusare la stanchezza, ma tiene duro:
Non è più abituato all'esposizione e non è molto allenato, ma come sempre tiene botta (vedi miracolo sul Bianco!) e mi segue tiro dopo tiro:
Una delle componenti che mi attirava in questa scalata era il fatto che si svolgesse in un angolo di Marittime per me nuovo e soprattutto con un punto di vista grandioso sulla Serra dell'Argentera: direi che le premesse sono rispettate in pieno.
Sulla sinistra, in particolare, ecco distinguersi il trapezio del Corno Stella (m 3.050), che scalerò domani con Bruno e Simone:
Dopo un altro tiro vertiginoso e divertentissimo, dove mi proteggo con i rari chiodi in posto e qualche friend medio, spunto un cima al pilastro e di fronte a me vedo una serie di pinnacoli da superare:
Selfie:
Continuo a trovare soste, segno che siamo sulla via giusta:
Siamo forse all'ultima lunghezza (IV): traverso a sinistra, poi scalo una bella paretina in dulfer grazie ad una fessura provvidenziale, per raggiungere la cresta sommitale:
Di qui senza difficoltà raggiungo l'intaglio che collega l'Anticima alla struttura principale della montagna; a destra un ometto mi suggerisce di salire ancora e di raggiungere la punta estrema, un roccione che rappresenta la vetta dello sperone:
Poco dopo Paolo spunta in cresta, che percorre fino a me:
Ci siamo, la via è terminata.
Verso est, molto più in basso, i laghi Mediano e Soprano di Fremamorta ed in mezzo il bivacco da cui siamo partiti:
Una telefonata a casa e qualche autoscatto celebrativo:
La discesa non si rivela per nulla agevole: torniamo all'intaglio e scendiamo a sinistra lungo un canalino di sfasciumi, molto pendente e franoso, che se possibile peggiora verso la base, dove presenta anche una paretina attrezzata con corda fissa per scendere.
Al di sotto non è ancora finita: per evitare le pietre che il socio inevitabilmente smuove da sopra, perdo l'equilibrio e cado da fermo su un paio di spuntoni di granito, aprendomi lo stinco sinistro...
Quando finalmente incontriamo Carlo, salito un po' incontro, possiamo tornarcene alla base della via, ormai in ombra, ed ammirare l'estetica ed elegante linea appena scalata:
Il sentiero di ritorno è infinito, soprattutto per Paolo, che ha realmente esaurito le energie; lo matengo in piedi con qualche sorsata di coca-cola, ma sarà una discesa lenta e penosa.
Finalmente verso le 21,15 siamo all'auto e possiamo riportare Paolo ad Entracque, consegnandolo alle amorevoli cure di Ilaria.
La cosa più assurda è che io devo tornare, che raggiungerò alle 23,30, per essere di nuovo qui al Gias delle Mosche... domattina alle 6,50!!!
Per salire fino al Bozano e scalare il Corno Stella lungo lo pigolo Superiore...
Premesse: in occasione dell'ultima recente grigliata ad Entracque, Paolo e Carlo si sono accordati per una gita in montagna da farsi nei giorni successivi, di ferie.
Io ho voglia di scalare, ma mi piace anche camminare, in più ho una via che mi piacerebbe molto fare, ma che è un pochino... fuori mano, avendo un avvicinamento di oltre 3 ore!
Mettendo insieme i pezzi del puzzle, ecco la mia proposta: una bella uscita tutti e tre, passo a prendere Carlo, poi passiamo da Entracque e carichiamo il Pazzo.
Quindi parcheggeremo al Gias delle Mosche in Valle Gesso e saliremo verso la Testa Sud di Bresses (m 2.820), di cui io e Paolo scaleremo lo Spigolo Sud-Sud-Est o Via Noli-Piana (V- D 5L 200 m).
Perfetto, l'idea va in porto oggi con partenza dal Gias delle Mosche; il giro che ci aspetta:
Ci inerpichiamo lungo il sentiero sotto un cielo piuttosto carico di nuvole, a dispetto delle previsioni meteo abbastanza buone, ottime dalla tarda mattinata...
Dopo circa 3 ore, prendendola abbastanza comoda, eccoci in prossimità del Lago Sottano di Fremamorta:
Dalla nostra destra scende uno splendido sentiero lastricato di pietre piatte, una strada militare; di fronte a noi il primo lago, bellissimo:
Proseguiamo, incontrando un secondo lago e, in alto, il Bivacco Guiglia (m 2.420), che puntiamo per una visita:
Eccoci al bivacco, dopo oltre 3h 30' di cammino ed un cielo ancora livido:
Purtroppo il bivacco è in condizioni non certo ottimali, con sporcizia e rifiuti lasciati da qualche imbecille.
Noi mangiamo qualcosa e ci divertiamo lo stesso:
Penso di essere l'unico che pensa seriamente di scalare la via, ma proprio in questi minuti arriva qualche stralcio di schiarita in cielo: io propongo di iniziare l'avvicinamento alla parete, intanto, visto che ci vogliono almeno 45':
Man mano che saliamo, fuori sentiero visto che non esiste, il vento pare diminuire e le mie speranze aumentano di pari passo.
Continuo a motivare la ciurma, Carlo non arrampica ma sta salendo con noi, magari salirà in cima per la via normale.
Frattanto le condizioni migliorano, anche se sul lato opposto della valle il Corno Stella e l'Argentera restano nelle nubi.
Ci siamo, siamo all'attacco della via, alla base di uno spigolo veramente vertiginoso:
Ormai siamo qui e il mitico Paolo non se la sente di dirmi di no, così ci leghiamo ed attacco il primo tiro (V): prima facile, poi una fessura che permette di salire in dulfer, quindi mi porto oltre o spigolo, traversando leggermente a destra sul lato nord-est:
La descrizione della relazione non torna, dopo i 35 m descritti non trovo alcuna sosta, così proseguo in verticale, incontrando difficoltà a tratti maggiori del previsto.
Alla fine mi ribalto nuovamente a sinistra, doppiando lo spigolo, tornando al sole e seguendolo fin quando non terminano le corde da 60 m... così attrezzo una sosta su un paio di friend ed una fettuccia e faccio salire Paolo:
La roccia è un granito stratosferico, magnifica!
Proseguiamo, resto davanti io: scalo lo spigolo, rinvio un cordone di sosta che a questo punto non so più se sia S1 o S2, supero uno strapiombo e proseguo lungo l'aereo spigolo:
La sosta:
Proseguo sempre verso l'alto, sempre in verticale, tra fessure, camini e diedri magnifici, su roccia dalla qualità e dai colori bellissimi:
Paolo inizia ad accusare la stanchezza, ma tiene duro:
Non è più abituato all'esposizione e non è molto allenato, ma come sempre tiene botta (vedi miracolo sul Bianco!) e mi segue tiro dopo tiro:
Una delle componenti che mi attirava in questa scalata era il fatto che si svolgesse in un angolo di Marittime per me nuovo e soprattutto con un punto di vista grandioso sulla Serra dell'Argentera: direi che le premesse sono rispettate in pieno.
Sulla sinistra, in particolare, ecco distinguersi il trapezio del Corno Stella (m 3.050), che scalerò domani con Bruno e Simone:
Dopo un altro tiro vertiginoso e divertentissimo, dove mi proteggo con i rari chiodi in posto e qualche friend medio, spunto un cima al pilastro e di fronte a me vedo una serie di pinnacoli da superare:
Selfie:
Continuo a trovare soste, segno che siamo sulla via giusta:
Siamo forse all'ultima lunghezza (IV): traverso a sinistra, poi scalo una bella paretina in dulfer grazie ad una fessura provvidenziale, per raggiungere la cresta sommitale:
Di qui senza difficoltà raggiungo l'intaglio che collega l'Anticima alla struttura principale della montagna; a destra un ometto mi suggerisce di salire ancora e di raggiungere la punta estrema, un roccione che rappresenta la vetta dello sperone:
Poco dopo Paolo spunta in cresta, che percorre fino a me:
Ci siamo, la via è terminata.
Verso est, molto più in basso, i laghi Mediano e Soprano di Fremamorta ed in mezzo il bivacco da cui siamo partiti:
Una telefonata a casa e qualche autoscatto celebrativo:
La discesa non si rivela per nulla agevole: torniamo all'intaglio e scendiamo a sinistra lungo un canalino di sfasciumi, molto pendente e franoso, che se possibile peggiora verso la base, dove presenta anche una paretina attrezzata con corda fissa per scendere.
Al di sotto non è ancora finita: per evitare le pietre che il socio inevitabilmente smuove da sopra, perdo l'equilibrio e cado da fermo su un paio di spuntoni di granito, aprendomi lo stinco sinistro...
Quando finalmente incontriamo Carlo, salito un po' incontro, possiamo tornarcene alla base della via, ormai in ombra, ed ammirare l'estetica ed elegante linea appena scalata:
Il sentiero di ritorno è infinito, soprattutto per Paolo, che ha realmente esaurito le energie; lo matengo in piedi con qualche sorsata di coca-cola, ma sarà una discesa lenta e penosa.
Finalmente verso le 21,15 siamo all'auto e possiamo riportare Paolo ad Entracque, consegnandolo alle amorevoli cure di Ilaria.
La cosa più assurda è che io devo tornare, che raggiungerò alle 23,30, per essere di nuovo qui al Gias delle Mosche... domattina alle 6,50!!!
Per salire fino al Bozano e scalare il Corno Stella lungo lo pigolo Superiore...
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