lunedì 17 agosto 2015

ROCCA CASTELLO (m 2.452): Rinaudo


Lunedì 17 agosto 2015
 Io e Stefano

Peccato che il lunedì non sia sempre così magnifico...
Salita organizzata all'ultimo, con un nuovo compagno di cordata (che già conoscevo da tempo, ma con cui si era sempre solo detto di organizzare qualcosa...), con cui il feeling è stato immediato.
Ritrovo alla nota piazza di Dronero alle 6,15, Stefano è già sul posto; veloce trasbordo di materiale e via, verso la cima della splendida Val Maira.
L'obiettivo è la via Rinaudo (V   D+   7L   210 m) alla Rocca Castello (m 2.452), dopo il mio tentativo primaverile con Renato, sfumato per sfiga a pochi metri dall'attacco della via...
Parcheggiamo alle Grange superiori, per raggiungere in mezz'oretta il Colle Gregouri ed affacciarci sulle magnifiche pareti est del gruppo per l'ennesima volta, sempre con emozione:
Ci prepariamo, non c'è nessun altro, se non un paio di cordate all'attacco della Sigismondi.
Decidiamo di procedere a comando alternato e Stefano si propone di salire il primo tiro (V): dopo una facile placca iniziale, rinvia un primo chiodo in una fessura e si porta al di sotto dell'evidente tetto giallo:
Piazza subito un buon nut (sarà il refrain della giornata), poi traversa a sinistra al di sotto del tetto:
Qui si sale un diedrino e la seguente fessura leggermente aggettante, con alcuni movimenti delicati, protetti da chiodi e da un nut incastrato:
Stefano raggiunge il terrazzino sopra a sinistra e sosta su un paio di spit (di cui uno senza piastrina) ed un chiodo, dove lo raggiungo poco dopo.
Proseguo in diagonale verso destra, raggiungo la vecchia sosta a chiodi, da cui lo fotografo:
Affronto poi le splendide placche articolate della celebre quarzite del gruppo Castello-Provenzale, per un secondo tiro (IV+) molto molto divertente, su roccia ottima:
Salgo sostanzialmente diritto, svariando un pochino prima a sinistra e poi a destra, rinviando almeno un paio di buoni chiodi e raggiungendo un comodissimo terrazzino di sosta, da cui recupero il socio:
La sosta:
Stefano sale a sua volta il tiro:

Qui combino un pasticcio, nel senso che la sosta è talmente comoda da "mettermi a mio agio" e da... dimenticare almeno 3 fettucce... chi le trovasse (una gialla lunga, due bianche corte), sa di chi sono...
La terza lunghezza (IV) è più facile, ma sempre interessante: Stefano sale il diedro a sinistra della sosta, trovando subito un chiodo, poi il terreno non pone particolari difficoltà e dopo una serie di pilastrini e paretine conduce alla sosta a sinistra del diedro di 80 m della Diagonale Est, in corrispondenza di un grande masso staccato:
Stefano decide saggiamente di andare a sostare un paio di metri a sinistra, usando una delle soste della via King Line, a spit.
Lo raggiungo e proseguo in traverso a sinistra, per 10 m, per la quarta lunghezza (V):
Il traverso presenta un buon chiodo verde, dopo circa 3 metri.
Un singolo passo un po' delicato, poi la cengetta si allarga ed arrivo comodo alla base della fessura gialla strapiombante che caratterizza il tiro:
Rinvio un friend incastrato subito, poi non c'è più nulla fino al terrazzino con pianta secca dove c'è la sosta, a destra; non fatevi fuorviare dalla mia frase: le prese ci sono tutte, occorre solo un po' di attenzione a gestire il peso e l'equilibrio quando la fessura piega a sinistra, ma il fatto che non vi siano chiodi per me non è stato negativo: fermarsi rimanendo sulle braccia a rinviare o tentare di piazzare qualcosa secondo me è ben più scomodo che piazzare quattro manate e salire fuori dai problemi!
Stefano alla base della fessura, poco dopo:
La sosta da cui lo assicuro:
Passaggio stupendo:

Quinto tiro (IV+): Stefano sale il diedro verticale, in parte in opposizione, in parte in placca sulla faccia destra:
Dopo un tiro decisamente lungo, di circa 40 m, raggiunge la parte alta del diedro di 80 m della Diagonale Est e sosta, al di sotto della parete gialla con cui si esce sulla cengia sommitale della montagna, che io ben conosco, essendo passato di qui in solitaria qualche settimana fa:
Salgo così rapidamente il sesto tiro (III+) e dalla sosta (mitragliata di spit e chiodi...) posta poco sopra l'uscita del Diedro Calcagno assicuro l'amico in salita:
In sosta faccio la conoscenza di un gruppo di ragazzi che stanno salendo la Diagonale Est, i quali mi riconoscono subito come l'autore di questo blog, come accade quasi sempre...
Mentre salgono in 4 o 5 lungo la classica paretina verso la sinistra del castello sommitale, Stefano decide di salire più a destra, lungo un interessante diedro-camino al centro (IV):
Si ferma pochi metri sotto la vetta e mi recupera da lì; io proseguo direttamente verso la croce di vetta, che raggiungo per l'ennesima volta, e seguo con partecipazione empatica la prima volta di Stefano sulla Rocca Castello (m 2.452):
Autoscatto in cima:
Sono le 13,00 ed è una giornata strepitosa; non siamo assolutamente i soli, essendo arrivati altri ragazzi dalla via Sigismondi:
La vicina Torre Castello (m 2.448), con una cordata appena giunta dalla Placca Gedda:
Visto che tutti si caleranno lungo la Diagonale Est, King Line o Solo per Bruna, propongo a Stefano di scendere lungo la classica Balzola, su soste a prova di bomba attrezzate su 3 spit:
Poco dopo siamo a terra e possiamo riposarci sgranocchiando qualcosa al Colle Gregouri, dove ci portiamo anche per evitare qualche pietra fatta cadere da tutte le cordate che stanno scendendo...
Frattanto riconosco un amico impegnato su una via dura alla Punta Figari.
Poi torniamo all'auto chiacchierando: un ultimo sguardo alle pareti e via, alle prossime avventure!

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