Sabato 20 agosto 2022Io e Lollo
Non scalo con Lollo da un po'... ora torniamo in pista con una via davvero interessante, avendo scovato sorprendentemente un angolo di Ecrins ancora da me inesplorato...
Si tratta del Vallone di Chambran, valle laterale cui si accede dal paese di Pelvoux sulla destra, in fondo al quale si trova il Rocher du Pierron (m 2.904), una montagna di ottimo granito in pieno stile Ecrins.
La via su cui ho messo gli occhi è Y a Pas le Feu au Lac (6a D+ 13L 400 m), via griffata Cambon e finita di chiodare nel 2008.
Parcheggio a Chambran, ci prepariamo e poco dopo le 8,00 siamo in cammino lungo il pianoro che segue il parcheggio; il sentiero è abbastanza frequentato da escursionisti diretti verso il Lago di Eychauda (m 2.514); ne superiamo parecchi come sempre e dopo circa 45' siamo al cospetto della splendida parete est del Rocher du Pierron, sotto un cielo blu cobalto:
Risaliamo il pendio detritico, la foga di raggiungere la via ci fa percorrere una linea non certo ideale (come capiremo più tardi, quando una seconda cordata di francesi salirà molto più a destra raggiungendo l'attacco in poco tempo...).
Alla fine ci siamo, l'attacco della nostra via è piuttosto evidente, si vedono gli spit e l'ometto nella nicchia poco a destra; ci prepariamo e ci leghiamo, per partire quando sono le 9,30.
Lollo parte per il primo tiro (5a), lungo un bel muro verticale granitico ben protetto a spit:
Esce in cengia e poco dopo trova la prima sosta; lo raggiungo e proseguo lungo la seconda lunghezza (4c), un bel muro ben appigliato:
L'amico sulle mie tracce, poco dopo:
Segue un tratto semplice per superare il cengione detritico (2c), dopo il quale salgo un singolo passo (3a) e una successiva rampa facile, fino alla base della parete verticale che segue.
Lollo sale poi il quinto tiro (5c), una bella sequenza di placche e muri a tacchette:
Il tiro seguente (5b) mi vede impegnato in un primo muro, seguito da placche più semplici e appoggiate, che poi si impennano e mi fanno ribaltare a sinistra in groppa a uno sperone arrotondato:
Poco oltre trovo la sosta, attrezzata per calata: la via di discesa sarà tutta in doppia, con parte delle calate lungo la via, altre furi via; frattanto il socio sale a sua volta il tiro:
Prosegue lungo la settima lunghezza (4c), continuando in placca e finendo un po' fuori via, traviaro proprio da una delle soste di calata...
Intanto è andato aumentando il vento, pure piuttosto freddo: da un lato fa piacere pensare di essersi tolti per un po' dal caldo senza tregua di questa rovente estate, dall'altro il pensiero va subito alle calate, che sarebbero fortemente disturbate dal vento...
Ma intanto proseguiamo: salgo l'ottavo tiro (5c+), guadagnando la cima del pilastrino per placche, traversando a destra per riprendere il filo della via e recuperando Lollo qua in sosta; poi impegno i muri che sormontano la cengetta, piegando a destra per scalare un breve strapiombo ad arco, uscendo prima a destra e tornando poi a sinistra lungo un diedro-camino, chiudendo le danze a sinistra in placca, dove trovo la sosta:
La lunghezza seguente (4c) percorre la facile rampa che prosegue a sinistra, poi supera un passaggio in spaccata a sinistra e sale alla base del punto dove la parete inizia a raddrizzarsi e strapiombare in maniera evidente.
Torno poi avanti per salire il decimo tiro (5c/A0), prima lungo un diedro-rampa verso sinistra, poi per una serie di passaggi strapiombanti (A0), fino alla scomodissima sosta appesa, da collegare:
Arriviamo in sosta belli brasati e già tocca ripartire per la successiva lunghezza (6a), a dir poco splendida, ancora bella fisica, lungo una fessura perfetta, leggermente strapiombante ma con una buona lama continua da tenere; più in alto qualche passo in placca, in particolare l'uscita verso sinistra propone un passo abbastanza impegnativo, prima della sosta attrezzata per calata.
Avanti con il dodicesimo tiro (5c): salgo le prime placche sopra la sosta, poi inizio un lungo traverso a sinistra, fino ad oltre il diedro-canale, dove riprendo la salita fino alla sosta da collegare in cima allo sperone:
Assicuro il compagno, che poco dopo sbuca laggiù:
...E siamo al tredicesimo ed ultimo tiro (5b), siamo stati velocissimi: Lollo sale le placche dell'ultimo muro, un tiro bellissimo, su roccia da urlo, che ci porta in cima:
Salgo poi anch'io e alle 13,45 siamo entrambi in cima:
Frattanto il vento si è calmato, quindi tutto ok.
Ci fermiamo poco tempo in vetta, come sempre; riprendiamo il movimento, attrezzando la prima calata in doppia, prima di una lunga serie (10 calate):
Senza alcun problema riguadagniamo le pietraie basali, da cui possiamo ammirare la parete appena scalata:
Scendiamo poi rapidamente fino al park e via a casa, chiudendo una giornata splendida, in un posto nuovo e soprendente.
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