Io e Bruno
Si ricompone la cordata con Bruno per una via scovata da lui, in un ambiente favoloso.
L'obiettivo di giornata è la Testa Nord di Bresses (m 2.830), in Valle Gesso, per salire la via Pisolo (6b+ TD+ 8L 240 m), su granito.
La sveglia è normale, alle 3,50; ritrovo a San sebastiano alle 4,45, poi via verso la Valle Gesso e il Pian della Casa del Re (m 1.735), percorrendo la solita orrenda strada distrutta...
Poco dopo le 6 siamo in cammino verso i Laghi di Fremamorta, di cui raggiungiamo il Lago Mediano (m 2.375) verso le 8,00:
Splendido.
La giornata è radiosa, è prevista tale almeno fino a metà pomeriggio, quando ormai non si può escludere il rischio temporale.
In alto, splendidamente esposta al sole, la nostra parete, con la Torre Vittorina di fronte, dove corrono i primi 5 tiri della via:
La via propone diverse opzioni di discesa: la doppia integrale, le doppie fino alla cengia mediana e da qui la discesa dei due canali a destra o sinistra della Torre.
Oppure quella che sceglieremo noi, se il tempo rimarrà stabile e sarà tutto ok: proseguire per cresta fino in vetta e poi magari fino alla Cima Sud...
L'attacco è posto subito a destra di un'evidente fessurone; in alto, un cordone indica uno spit:
Ci leghiamo, attacco io la prima lunghezza (5a), quando sono quasi le 9,00.
Salgo lo spigolo arrotondato, su un granito incredibile ed entusiasmante, poi seguo un diedro-rampa a destra, per poi ribaltarmi al di sopra di un tettino , fino al comodo ballatoio dove trovo i due spit di sosta da collegare, dopo 20 m; poco dopo Bruno mi raggiunge:
La via è chiodata a spit, le soste sono quasi tutte attrezzate per calata (quelle utili).
Nonostante il breve ricaldamento con il veloce primo tiro, siamo già al passo chiave della via, il secondo tiro (6b+), che fortunatamente si sciroppa il socio.
Bruno traversa a sinistra, in piena esposizione sotto un pronunciato tetto:
Sale il tetto, poi supera un muro verticale fessurato, per superare un secondo strapiombo, meno marcato, risolvendolo a sinistra con uscita su belle lame, per poi traversare a destra e salire diritto un tratto magnifico più semplice, fino alla sosta posta anch'essa dopo una ventina di metri.
Torno avanti per la terza lunghezza (4c), un lunghissimo muro verticale ben articolato, che mi conduce dopo 55 m alla sosta posta sul margine destro:
Le protezioni sono molto distanziate, oltre i 20 m, per cui anche se le difficoltà non sono elevate bisogna tenere le antenne ben dritte:
La roccia è fantastica...
Bruno mi segue poco dopo:
Quarto tiro (5c): Bruno sale la breve rampa che conduce alla base di uno strepitoso muro verticale, con un passo leggermente strapiombante, molto ben protetto:
Al di sopra le difficoltà calano e l'amico trova la sosta.
Alle nostre spalle, lo splendido ambiente che ci circonda, con i Laghi di Fremamorta e il Bivacco Guiglia, rosso, sulla piccola altura che li separa:
Quinta lunghezza (6a+): Bruno attacca il diedro-camino che sovrasta la sosta, con passaggi brevi ma molto ostici e particolari... Il passo richiede di essere studiato, poi alla fine si riesce ad incastrare la mano nella fessura e si sale, non senza problemi di equilibrio:
Al di sopra, ancora bei passaggi con difficoltà abbordabili, fino alla sosta in punta alla Torre Vittorina:Qui giunti, traversiamo facilmente, slegati, fino alla sella che collega alla struttura principale, dove troviamo subito la via che continua.
Attacco un magnifico muro verticale (5c), su un granito da urlare di piacere:
Alle nostre spalle, la Torre appena scalata:Proseguo lungo diedrini, placche e fessure, magnifico...
Raggiungo la sosta in una comoda nicchia, dopo 50 m, e recupero il socio:
Quando ci si diverte, il tempo scorre rapido... Siamo già alla settima e penultima lunghezza (6a): Bruno traversa a destra, andando a reperire un bellissimo muro quasi sul filo di un pilastro, per poi uscire su comoda cengia:
La sosta da cui lo assicuro:
Ottava ed ultima lunghezza (6a+): Bruno sale facile fino ad un diedro verticale piuttosto liscio:
Lo supera, uscendo a destra e scalando l'ultimo muretto, bellissimo, fino a sbucare alla sosta finale della via:
Ancora un'occhiata ai laghi sotto di noi, con colori magnifici:
Sono le 12,30.
A questo punto dobbiamo decidere come scendere, tra le diverse opzioni al vaglio.
Nonostante le calate ci siano sembrate apparentemente prive di problemi, scegliamo la via più lunga, la quadratura del cerchio: saliremo prima in vetta alla Testa Nord di Bresses (m 2.830):
Brevemente, dopo esserci slegati, la percorriamo e raggiungiamo la vetta:Di fronte a noi, lo spettacolo del massiccio dell'Argentera (m 3.297):
Decidiamo poi di proseguire la cavalcata verso la Testa Sud di Bresses (m 2.820), lungo una cresta con passi di III grado che di per sè non oppone difficoltà tecniche particolari, ma che, anche a causa della scarsa frequentazione, si presenta con molti tratti esposti di roccia rotta, dove è tutt'altro che da escludere il rischio di volare di sotto abbracciati all'appiglio che si stava stringendo...
La scelta di procedere slegati in lacuni tratti ci è parsa al limite:
Ogni tanto ci volgiamo indietro a vedere da dove eravamo partiti, all'uscita della via Pisolo:A tratti la cresta si allarga e diventa più tranquilla:
Ma è proprio qui che in questi periodo troviamo i punti più delicati, nevai pensili da attraversare in grande esposizione:
Autoscatto, mentre il meteo ha deciso di rimanere ottimo, oggi:
Verso sud-ovest, la zona del Prefouns, la Cresta Savoia e i Giegn:Di fronte, il Corno Stella (m 3.050) splendente di gloria:
Dalla Cima Sud iniziamo la lunga discesa fino a fondovalle, seguendo i bolli blu in direzione sud, scendendo facilmente fino al Colletto di Bresses (m 2.618), da cui scende una traccia comoda e veloce, al fondo della quale mi volgo indietro:
Il sentiero conduce al Lago Superiore di Fremamorta e da lì proseguiamo in discesa verso il Pian della Casa:
La cresta percorsa poco prima:Alle 16,20 siamo alle auto, per oggi diciamo che basta così...
Bellissima giornata, grandiosa via e bella cavalcata con il sempre mitico Bruno.
Alle prossime avventure!
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