Io e Simone
Un'altra giornata purtroppo all'insegna di previsioni meteo infami, compatte nel dare pioggia ovunque dalle 11 del mattino in avanti...
Ma noi non ci scoraggiamo e dopo attenta analisi la scelta è convinta: la quarzite amica della Rocca Provenzale (m 2.402), in alta Val Maira, lungo la via Lo Spigolo di Gaia (5c TD- 5L 200 m).
L'avvicinamento è breve e la via è attrezzata per calate in doppia, in caso di necessità di ripiegamento.
Ritrovo relativamente presto, per anticipare il maltempo: 5,30.
Rapida pausa caffè, mentre Simone fa un po' di gasolio.
Poco dopo le 8,00 siamo all'attacco della via.
Simone come sempre apre le danze, al fresco del primo tiro ancora in ombra:
La via è prevalentemente di placca, su roccia ottima.
Salgo anch'io la prima lunghezza (IV+):
Terzo tiro (5c), si alza un po' la posta: parto in leggero diagonale verso sinistra, prima sul facile:
Poi la parete si raddrizza, la chiodatura piuttosto ariosa richiede concentrazione e antenne dritte:
Bellissimo:
Alla fine, dopo una ventina di minuti in cui teniamo duro e rimaniamo fermi in sosta, il cielo si placa.
La roccia è un po' bagnata, ma non eccessivamente.
Aspettiamo ancora qualche minuto, per darle il tempo di asciugare un pochino.
Dobbiamo decidere: parto in fretta per finire la via, dopotutto l'ultimo tiro (5c) è di soli 20 m, oppure ci caliamo.
Ovviamente scegliamo la prima ipotesi: attacco i primi risalti al di sopra della sosta:
Ristabilito al di sopra dello strapiombo, invece della comoda sosta finale trovo ancora un ultimo tettino, faticoso ma non difficile, quindi la meritata sosta.
Poco dopo, mentre torna il sole a far capolino, Simone mi raggiunge ed è con gran soddisfazione che abbiamo letteralmente strappato questa bella via al maltempo:
Poco dopo le 14,00 siamo al parcheggio, pronti per un piatto di pasta al Ciarbonet, mentre diamo il solito arrivederci al gruppo Castello-Provenzale:
Ma noi non ci scoraggiamo e dopo attenta analisi la scelta è convinta: la quarzite amica della Rocca Provenzale (m 2.402), in alta Val Maira, lungo la via Lo Spigolo di Gaia (5c TD- 5L 200 m).
L'avvicinamento è breve e la via è attrezzata per calate in doppia, in caso di necessità di ripiegamento.
Ritrovo relativamente presto, per anticipare il maltempo: 5,30.
Rapida pausa caffè, mentre Simone fa un po' di gasolio.
Poco dopo le 8,00 siamo all'attacco della via.
Simone come sempre apre le danze, al fresco del primo tiro ancora in ombra:
La via è prevalentemente di placca, su roccia ottima.
Salgo anch'io la prima lunghezza (IV+):
Ci alterniamo ed eccoci al secondo tiro (5a), una bellissima sequenza di placche e muri verticali a tacche:
Frattanto sbuca il sole a riscaldarci le terga e sopratutto le mani e la roccia.
Simone in ballo:
Terzo tiro (5c), si alza un po' la posta: parto in leggero diagonale verso sinistra, prima sul facile:
Poi la parete si raddrizza, la chiodatura piuttosto ariosa richiede concentrazione e antenne dritte:
Bellissimo:
Dopo il muro finale, verticale, esco su una rampa inclinata, che percorro verso destra, fino alla sosta sul muro verticale.
Simone poco dopo, fortunatamente al sole:
Ormai speriamo di riuscire a chiudere la via, anche se le nuvole in giro non mancano; nuvole che sembrano però fermarsi un pochino più a valle e non raggiungere il "mio" giardino, la Castello...
Quarto tiro (5c), che la relazione preannuncia bello lungo, quasi 60 m:
Un traverso lungo la rampa permette di raggiungere la parete verticale di fronte, non senza un passo nelle ortiche rigogliose...
I primi metri sono decisamente ostici, anche a causa della chiodatura qui al limite del discutibile (non integrabile...).
Con una digressione a destra siamo sopra all'ostacolo, mentre le nubi vanno aumentando e cade qualche sparuta goccia di pioggia.
La lunghezza è veramente interminabile (chissà perchè, poi...), infine trovo la sosta, dove mi raggiunge l'amico:
La penultima sosta, dove dobbiamo fermarci un po' a causa della leggera grandinata che ci investe:Alla fine, dopo una ventina di minuti in cui teniamo duro e rimaniamo fermi in sosta, il cielo si placa.
La roccia è un po' bagnata, ma non eccessivamente.
Aspettiamo ancora qualche minuto, per darle il tempo di asciugare un pochino.
Dobbiamo decidere: parto in fretta per finire la via, dopotutto l'ultimo tiro (5c) è di soli 20 m, oppure ci caliamo.
Ovviamente scegliamo la prima ipotesi: attacco i primi risalti al di sopra della sosta:
Raggiungo il muro strapiombante giallo ocra che ho superato pochi giorni fa all'uscita di Danza Provenzale, un po' più a destra, e piego a sinistra lungo un bel diedro-rampa:
Questo tiro è ben chiodato, giunto in cima alla rampa devo uscire in fuori per superare il tettino:Ristabilito al di sopra dello strapiombo, invece della comoda sosta finale trovo ancora un ultimo tettino, faticoso ma non difficile, quindi la meritata sosta.
Poco dopo, mentre torna il sole a far capolino, Simone mi raggiunge ed è con gran soddisfazione che abbiamo letteralmente strappato questa bella via al maltempo:
E' mezzogiorno.
Le calate in doppia non ci daranno problemi, decidiamo di non saltare alcuna sosta per non avere problemi.
Del resto, una volta tanto non abbiamo fretta, alla base della parete sono le 13,30.
Splende il sole, abbiamo avuto ragione noi:Poco dopo le 14,00 siamo al parcheggio, pronti per un piatto di pasta al Ciarbonet, mentre diamo il solito arrivederci al gruppo Castello-Provenzale:
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