Io e Simone
Dopo una settimana di tempo stabile e caldissimo, ecco che purtroppo per il weekend torna l'instabilità...
Decidiamo così per una via che ho già tentato un paio di anni fa con mio fratello, quando avevamo dovuto calarci per un freddo terribile sopraggiunto, nonostante fosse agosto.
La via in effetti raggiunge i 3.219 m della vetta del Pic d'Asti, in zona Colle dell'Agnello, e si tratta di Fant'Asti (5c+ D+ 5L 250 m), una via moderna che supera al centro la parete sud-est del cosiddetto Cervino del Queyras, il Pic d'Asti.
Il meteo dovrebbe consentirci di scalare fino al primo pomeriggio, poi il rischio temporali si fa concreto.
Partiamo verso le 5,30 e poco dopo le 7,00 parcheggiamo poco sotto il Colle dell'Agnello; ci prepariamo e ci mettiamo in cammino lungo l'infinità pietraia a lose e lastroni che scende dalla montagna:
La forma elegante del Pic d'Asti:
Eccoci all'attacco della via:
Perfetto, siamo qui proprio quando il sole arriva ad illuminare la via e le nostre membra:
Ora sono ansioso di vedere come si presenta il canalino innevato che vedevamo dal basso e che dovremo attraversare per proseguire.
In effetti troviamo qualche difficoltà: aggirarlo dal basso è pericoloso, c'è molto detrito in equilibrio molto precario e in posizione esposta, che potrebbe cedere improvvisamente.
Simone si lancia allora in un traverso su neve dura con scarpette ai piedi, ancora una volta gradinando con una pietra in mano.
Raggiunta la roccia dal lato opposto, si assicura ad uno spit e mi assicura.
Ok, abbiamo perso un po' di tempo, ma possiamo proseguire.
Cambio al comando, passa avanti Simone.
La terza lunghezza (5b+) propone una serie di passaggi aerei molto divertenti:
A circa metà tiro, un passo risulta particolarmente delicato, anche a causa di roccia friabile in questo punto, ma riusciamo a salire:
Le prime nuvole iniziano a raggiungerci, insieme al vento, senza destare eccessiva preoccupazione.
Decidiamo comunque di accelerare e di toglierci in fretta dalla parete.
Salgo in pochi minuti il quarto tiro (5a/b), sempre in diagonale verso destra:
Facile e divertente:
Alla nostra destra, il Visolotto (m 3.448) e la parete nord-ovest del Monviso (m 3.841):
Simo mi raggiunge sugli ultimi facili risalti:
Prosegue poi immediatamente per la quinta ed ultima lunghezza (4c), a destra fino a reperire un diedro, poi (manco a dirlo...) in diagonale a destra, fino alle facili cenge detritiche che anticipano la croce di vetta:
Nuvole attorno al Viso:
Di fronte a noi, la tipica linea della Crete de la Taillante (m 3.185):
Il Re:
Non ci fermiamo molto tempo, sgranocchiamo qualcosa, una telefonata e quattro chiacchiere con una cordata da tre giunta in vetta lungo la Normale, poi scendiamo a nostra volta lungo la Cresta Sud-Est:
Anche Simone "atterra" dopo la doppia, poi una cengia comoda ci riposta in cresta, che scenderemo con qualche passo che richiede piede fermo:
Alla Sella d'Asti ci accoglie la neve; la vista da qui è magnifica, tutta la cresta e la croce bianca ben visibile, in cima:
Alla fine il maltempo non arriva, meglio così, ma bene tornare a casa presto, una volta tanto.
Ripassiamo di fronte alla parete scalata:
Poi via lungo l'infinita pietraia a lastroni.
Un ultimo sguardo poco prima di raggiungere l'auto, verso le 14,00:
Decidiamo così per una via che ho già tentato un paio di anni fa con mio fratello, quando avevamo dovuto calarci per un freddo terribile sopraggiunto, nonostante fosse agosto.
La via in effetti raggiunge i 3.219 m della vetta del Pic d'Asti, in zona Colle dell'Agnello, e si tratta di Fant'Asti (5c+ D+ 5L 250 m), una via moderna che supera al centro la parete sud-est del cosiddetto Cervino del Queyras, il Pic d'Asti.
Il meteo dovrebbe consentirci di scalare fino al primo pomeriggio, poi il rischio temporali si fa concreto.
Partiamo verso le 5,30 e poco dopo le 7,00 parcheggiamo poco sotto il Colle dell'Agnello; ci prepariamo e ci mettiamo in cammino lungo l'infinità pietraia a lose e lastroni che scende dalla montagna:
La forma elegante del Pic d'Asti:
Notiamo subito un nevaio ancora presente a metà parete, proprio dove dovremo traversare per raggiungere la seconda parte della via.
Ho già capito che quello che in genere è un comodo trasferimento a piedi potrebbe diventare il punto più scabroso della salita...
Giunti alla base della parete, alle 8,30, troviamo ancora un nevaio anche per raggiungere la parete e l'attacco della via:
Il nevaio è abbastanza ripido, così ci dobbiamo ingegnare e intaglio dei gradini nella neve dura usando un pezzo di roccia affilato a mo' di piccozza.Eccoci all'attacco della via:
Perfetto, siamo qui proprio quando il sole arriva ad illuminare la via e le nostre membra:
Ci leghiamo e ci prepariamo, i primi tiri toccano a me:
Supero il primo avancorpo, poi mi porto sulla parete vera e propria, per una prima lunghezza (5c+) di oltre 50 m molto divertente, su roccia buona (rimanendo nella via) e ben chiodata, anche se un pochino distanziata:
Subito prima di un caratteristico arco di roccia quasi del tutto staccato dalla parete, per sicurezza piazzo un buon friend medio-piccolo, poi cerco comunque di non caricare il peso, come si dice "mi faccio leggero" e passo.
Fin qui mi sono mosso sempre in diagonale verso destra, poi salgo verticalmente, bellissimo, trovando buone tacche e liste orizzontali, fino alla comoda sosta, dove recupero l'amico:
Anche Simone si diverte un sacco:
Avanti, splende un bel sole e siamo solo noi in parete: che pretendere di più?
Resto davanti per la seconda lunghezza (5c), traversando subito a destra e riprendendo poi la linea diagonale verso destra:
Io indosso anche oggi la mia GoPro sul casco, per qualche ripresa video.
Il calcare è sempre decisamente d'effetto, nelle immagini:
Quando raggiungo un tetto, lo seguo per qualche metro nella parte inferiore, poi lo supero ristabilendomi al di sopra, per raggiungere la sosta verso sinistra, dopo una serie di diedrini inclinati:
Simone al di sopra del tetto, a pochi metri dalla sosta:
Le soste sono tutte attrezzate e collegate.Ora sono ansioso di vedere come si presenta il canalino innevato che vedevamo dal basso e che dovremo attraversare per proseguire.
In effetti troviamo qualche difficoltà: aggirarlo dal basso è pericoloso, c'è molto detrito in equilibrio molto precario e in posizione esposta, che potrebbe cedere improvvisamente.
Simone si lancia allora in un traverso su neve dura con scarpette ai piedi, ancora una volta gradinando con una pietra in mano.
Raggiunta la roccia dal lato opposto, si assicura ad uno spit e mi assicura.
Ok, abbiamo perso un po' di tempo, ma possiamo proseguire.
Cambio al comando, passa avanti Simone.
La terza lunghezza (5b+) propone una serie di passaggi aerei molto divertenti:
A circa metà tiro, un passo risulta particolarmente delicato, anche a causa di roccia friabile in questo punto, ma riusciamo a salire:
E' il mio turno, con il nevaio sotto di me:
L'ambiente straordinario è una delle carte vincenti di questa via, decisamente particolare ma secondo noi molto godibile:Le prime nuvole iniziano a raggiungerci, insieme al vento, senza destare eccessiva preoccupazione.
Decidiamo comunque di accelerare e di toglierci in fretta dalla parete.
Salgo in pochi minuti il quarto tiro (5a/b), sempre in diagonale verso destra:
Facile e divertente:
Alla nostra destra, il Visolotto (m 3.448) e la parete nord-ovest del Monviso (m 3.841):
La sosta che incontro è con uno spit ed un chiodo, collegati:
Parete, cielo, colori:Simo mi raggiunge sugli ultimi facili risalti:
Prosegue poi immediatamente per la quinta ed ultima lunghezza (4c), a destra fino a reperire un diedro, poi (manco a dirlo...) in diagonale a destra, fino alle facili cenge detritiche che anticipano la croce di vetta:
Nuvole attorno al Viso:
Raggiungo l'amico in sosta:
Pochi istanti dopo siamo in cima, a mezzogiorno.Di fronte a noi, la tipica linea della Crete de la Taillante (m 3.185):
Selfie alla croce di vetta:
Simone si dedica alla scrittura sul libro di vetta:Il Re:
Non ci fermiamo molto tempo, sgranocchiamo qualcosa, una telefonata e quattro chiacchiere con una cordata da tre giunta in vetta lungo la Normale, poi scendiamo a nostra volta lungo la Cresta Sud-Est:
Più in basso optiamo per una doppia da 30 m:
La Torre Gina in primo piano, il Monviso sullo sfondo:Anche Simone "atterra" dopo la doppia, poi una cengia comoda ci riposta in cresta, che scenderemo con qualche passo che richiede piede fermo:
Alla Sella d'Asti ci accoglie la neve; la vista da qui è magnifica, tutta la cresta e la croce bianca ben visibile, in cima:
Alla fine il maltempo non arriva, meglio così, ma bene tornare a casa presto, una volta tanto.
Ripassiamo di fronte alla parete scalata:
Poi via lungo l'infinita pietraia a lastroni.
Un ultimo sguardo poco prima di raggiungere l'auto, verso le 14,00:
Alla prossima avventura!
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