Sabato 22 maggio 2010
Io e Paolino l'Alpino
Finalmente!
L'estate!
Dopo un lungo inverno di medievale memoria, faccio ufficialmente voto di non lamentarmi mai per il troppo caldo, per tutto il 2010!
Con meteo spettacolare, è d'obbligo fuggire in alta montagna; sveglia alle 4,30 e saliamo verso il Monviso, dove non vengo dalla mia salita solitaria dello scorso ferragosto.
Il nostro obiettivo è il Canale dei Campanili - Ramo sinistro (45° PD 250 m) al Viso Mozzo (m 3.019).
Con meteo spettacolare, è d'obbligo fuggire in alta montagna; sveglia alle 4,30 e saliamo verso il Monviso, dove non vengo dalla mia salita solitaria dello scorso ferragosto.
Il nostro obiettivo è il Canale dei Campanili - Ramo sinistro (45° PD 250 m) al Viso Mozzo (m 3.019).
Alle 6,30 siamo al Pian della Regina (m 1.715), da dove l'occhio è rapito dal Monviso (m 3.841) e dal Visolotto (m 3.348), entrambi miei obiettivi stagionali:
Poco dopo siamo in partenza, armati di imbrago, corda al seguito, ramponi, piccozza, racchette da neve, casco, ecc...
Prima di quota 2.000 m calziamo le racchette; la neve è ancora molta e le temperature elevate degli ultimi giorni fanno temere rischio di sprofondamento elevato...
Di fronte a noi, il Re di Pietra:
Il sole è splendido, caldo, senza vento.
Ecco il nostro obiettivo: il Viso Mozzo (m 3.019) e, sulla sinistra, il Canale dei Campanili:
Dopo un'oretta di cammino siamo nei pressi del Lago Chiaretto: la vista sul Monviso e sul Visolotto è grandiosa:
Risalito un pendio piuttosto marcato, tanto da richiedere l'uso dei ramponi, svoltiamo verso est:
In zona non vediamo praticamente nessuno.
L'attenzione è rapita continuamente dai giganti che ci sovrastano, bellissimi, ed il pensiero va alle grandiose scalate che intendo compiere su quelle pareti nei prossimi mesi...
Dopo un'oretta di cammino siamo nei pressi del Lago Chiaretto: la vista sul Monviso e sul Visolotto è grandiosa:
Risalito un pendio piuttosto marcato, tanto da richiedere l'uso dei ramponi, svoltiamo verso est:
In zona non vediamo praticamente nessuno.
L'attenzione è rapita continuamente dai giganti che ci sovrastano, bellissimi, ed il pensiero va alle grandiose scalate che intendo compiere su quelle pareti nei prossimi mesi...
Il Visolotto (m 3.348) in particolare mostra una linea favolosa, visto da qui, un triangolo perfetto che mi ricorda addirittura l'Aiguille Noire de Péuterey (m 3.772)!
Il sole è spietato e scopriamo con rammarico che, oltre al dislivello non indifferente (1.200 m), anche lo spostamento orizzontale è tutt'altro che banale...
In uno scenario comunque da sogno, andiamo avanti, superando un pendio non molto inclinato, ma costante ed infinito...
Ridiscendiamo qualche decina di metri e ci immettiamo in un altro pendio lunghissimo, segnato da una evidente slavina nei giorni scorsi.
Ridiscendiamo qualche decina di metri e ci immettiamo in un altro pendio lunghissimo, segnato da una evidente slavina nei giorni scorsi.
Visto che la neve comincia a smollare ovunque, per riuscire a progredire senza sfondare troppo non abbiamo altra scelta se non percorrere la slavina stessa, il cui fondo è un po' più portante.
Dopo circa 45' di fatica indicibile, la slavina è sotto di noi:
Ora traversiamo a sinistra, sempre salendo in diagonale, per immetterci nel conoide iniziale del nostro canale:
Finalmente la nostra meta si avvicina: il canale è bellissimo, sormontato da torrioni e picchi impressionanti; il nome Canale dei Campanili non ha bisogno di spiegazioni...
Sempre sprofondando almeno 30 cm, saliamo faticosamente, ormai siamo all'interno del canale:
Poco oltre, il caratteristico passaggio sotto al campanile roccioso che divide il ramo sinistro da quello destro:
Volgiamo a sinistra:
Il meteo si mantiene splendido, niente vento.
Ora traversiamo a sinistra, sempre salendo in diagonale, per immetterci nel conoide iniziale del nostro canale:
Finalmente la nostra meta si avvicina: il canale è bellissimo, sormontato da torrioni e picchi impressionanti; il nome Canale dei Campanili non ha bisogno di spiegazioni...
Sempre sprofondando almeno 30 cm, saliamo faticosamente, ormai siamo all'interno del canale:
Poco oltre, il caratteristico passaggio sotto al campanile roccioso che divide il ramo sinistro da quello destro:
Volgiamo a sinistra:
Il meteo si mantiene splendido, niente vento.
Continuiamo a salire, con fatica, ma costantemente:
Lassù si vede quasi l'uscita:
Non vi sono rischi di distacchi.
Lassù si vede quasi l'uscita:
Non vi sono rischi di distacchi.
Alla nostra destra, altri campanili quasi dolomitici si stagliano contro un cielo che più blu non si può:
Ci alterniamo a battere traccia; Paolino è davanti quando mancano pochi metri all'uscita:
Poco dopo le 10,30 sbuchiamo sulla spalla est del Viso Mozzo
Il panorama è magnifico: di fronte a noi, in basso, il rifugio Quintino Sella (m 2.640) e, più in alto, il Canale Barracco:
Alla nostra destra, la cresta nevosa che conduce verso i risalti finali del Viso Mozzo e la sua cresta est presenta ancora molta neve:
La sua consistenza, l'esposizione in pieno sole e le meringhe ancora presenti ci fanno propendere per non percorrerla, anche se in questo modo ci precludiamo la comoda discesa lungo la via normale.
Ci alterniamo a battere traccia; Paolino è davanti quando mancano pochi metri all'uscita:
Poco dopo le 10,30 sbuchiamo sulla spalla est del Viso Mozzo
Il panorama è magnifico: di fronte a noi, in basso, il rifugio Quintino Sella (m 2.640) e, più in alto, il Canale Barracco:
Alla nostra destra, la cresta nevosa che conduce verso i risalti finali del Viso Mozzo e la sua cresta est presenta ancora molta neve:
La sua consistenza, l'esposizione in pieno sole e le meringhe ancora presenti ci fanno propendere per non percorrerla, anche se in questo modo ci precludiamo la comoda discesa lungo la via normale.
Foto in cresta, all'uscita del canale:
In lontananza è visibile il gruppo dell'Argentera, con il re dei canali, il Canalone di Lourousa:
Ridiscendiamo il canale:
In lontananza è visibile il gruppo dell'Argentera, con il re dei canali, il Canalone di Lourousa:
Ridiscendiamo il canale:
La discesa non incontra difficoltà, salvo il caldo e la fatica; una lunga sosta ci fa respirare, poi si torna a casa!
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