Lunedì 20 febbraio 2023Io e Alberto
Oggi è una giornata particolare... purtroppo ho appreso ieri sera dell'incidente del mio amico e socio di scalata, avvenuto in Francia... speriamo bene, la cosa è seria ma fortunatamente non drammatica.
Intanto avevo organizzato una salita con Alberto e ci incontriamo a Pinerolo per caricare la mia auto e proseguire verso il Vallone del Grandubbione, in Val Chisone.
La meta prescelta è la Parete del Visch (m 1.000), per salire la combinazione Via del Jaluc (5c 4L 90 m) + La Baita di Querino (5b 4L 80 m).
Parcheggio l'auto all'Osteria 7 Ponti, poi iniziamo il magnifico avvicinamento lungo il sentiero condito dai famosi ponti sospesi; rimane solo un breve tratto un po' in neve e ghiaccio, ma niente di che; in poco più di un quarto d'ora siamo al pratone da cui si innalza la parete.
La Via del Jaluc è a pochi metri:
Il primo tiro (5c) è descritto come il più impegnativo della via; ciò che lo rende impegnativo oggi è la temperatura, dal momento che sono le 10 e il sole non è ancora arrivato ad irraggiare la roccia...
Parto davanti, i primi metri vanno via lisci, poi incontro un primo tettino, che salgo verso sinistra, e più in alto un passo di forza ed equilibrio sulla faccia sinistra di un diedro chiuso in alto da un tetto:
Pochi metri dopo l'uscita, ecco la sosta, attrezzata con catena e anello, su comoda cengia.
Da qui faccio salire l'amico:
Il secondo tiro è decisamente più easy, salgo alcuni risalti e una bella placca lavorata, poco prima della sosta:
La terza lunghezza (5c) mi pone qualche problema: salgo in verticale sulla placca verticale, poi traverso a destra sotto al bordo del tettino, per salire al di sopra e raggiungere via via più facilmente la sosta:
Il pratone alla base della parete:
Alberto sulle mie tracce:
La temperatura frattanto si è alzata di brutto, in pieno sole.
Io attacco lo speroncino roccioso e in pochi minuti sono in catena, all'uscita della via:
Alberto sull'ultimo risalto:
Da qui, un breve trasferimento di una trentina di metri ci porta in cengia, incrociando il sentiero di discesa, andando a reperire a sinistra la seconda via di giornata:
Parto per il primo tiro (5a), in traverso a sinistra, poi diritto in verticale, sfalsando le corde rinviate, quindi doppiando lo spigoletto a destra per reperire il diedrone che caratterizza la direttrice dell'intera via; poco dopo ecco Alberto sbucare pochi metri sotto la sosta che mi ospita:
Il secondo tiro (4c) è molto divertente, in placca, su roccia strepitosa:
Alberto lo sale poi a sua volta:
La terza lunghezza (5b) non è banale, proponendo il superamento di un primo tettino, che sbarra un po' la strada lungo il diedrone, per poi presentare alcuni passi in placca anche delicati, fino alla comoda sosta sulla selletta sommitale, dove poi mi raggiunge l'amico:
Il quarto e ultimo tiro è veramente breve e poco significativo; pochi passi lungo la rampa a destra e con un singolo passo si è in cima:
La discesa è piuttosto antipatica... tranne le parti attrezzate con catene, cavi e passerelle, divertenti e spettacolari, alcuni tratti costringono a passi delicati su pietre mobili e foglie secche...
Alla fine guadagniamo la base della parete, che ora possiamo ammirare in pieno sole:
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