giovedì 28 maggio 2020

TORRIONI di VALSCURA (m 2.500): Irucciate

Giovedì 28 maggio 2020
Io e Lollo

Oggi la tentazione era forte... aprire le danze 2020 al Corno Stella (m 3.050), dopo aver visto sabato che le condizioni sono ormai quasi perfette.
Lollo teme un po' di patire il freddo, dovendo attaccare presto la via in ombra, così optiamo per un'altra via che gli ho recentemente menzionato, una via in un posto fantastico e sicuramente al sole e asciutta.
Si tratta di Irucciate (6a   D+   8L   300 m) ai Torrioni di Valscura (m 2.500), al di sopra del Pian del Valasco, in Valle Gesso.
Ero stato lì tanti anni fa, esattamente 13 anni fa...
Partiamo presto, per evitare i possibili temporali pomeridiani... e perchè pensiamo che per scalare in montagna non è quasi mai troppo presto.
Appuntamento alle 5 al bar Mario, poi via verso Terme di Valdieri (CN), dove posteggiamo alle 6,30 e ci prepariamo a salire le due ore di avvicinamento; prendiamo una dozzina di rinvii, un paio di friend medio-piccoli e pochi nut.
Meno di un'ora dopo siamo al sole, al Pian del Valasco (m 1.763), da soli, in vista dell'omonimo rifugio:
La neve ormai è sparita e poco più avanti, al ponte sul torrente che dà accesso al Piano Superiore, ecco il nostro torrione:
Il sentiero è splendido, una strada reale nel vero enso della parola, un'opera di ingegneria veramente impressionante.
Più su, l'occhio cerca di indovinare dove salirà la nostra via:
Una delle magnifiche cascate di questo posto paradisiaco:
Il super sentiero ci conduce quasi all'attacco: pausa per sgranocchiare qualcosa, imboscare i bastoncini e via:
Il primo tiro della via (4c) è un po' forzato, ma mentre ci siamo facciamo le cose per bene; gli apritori hanno chiodato le placche che tagliano un tornante (ometto alla base e spit con cordino sbiadito una quindicina di metri in alto), dandoci modo di riscaldarci lungo facili placche e un muretto finale, che porta Lollo di nuovo sul sentiero, dopo una quarantina di metri:
La sosta non c'è, così infila un paio di friend in fessura e mi recupera:
Salgo questo primo tiro in scarponcini.
Ci spostiamo una trentina di metri in discesa lungo il sentiero, per reperire l'attacco del secondo tiro (5c), lungo uno spigolino con spit e cordino bianco:
La giornata si conferma fotonica, fa caldo.
Salgo la lunghezza, con un paio di passi un filo delicati, poi più facilmente:
Abbiamo capito subito che gli spit sono piuttosto distanziati, in stile alpino.
La sosta è su chiodo e spit:
Recupero l'amico, il quale traversa la soprastante cengia erbosa, fino al chiodo con cordino sotto la parete successiva:
Resto davanti per il terzo tiro (5b), una divertente sequenza di passi su spigolo e placche:
 Anche questo tiro è lungo oltre 40 m, con un ultimo spit da cui devo studiare un po' per capire dove salire; alla fine raggiungo un aereo ballatoio sullo spigolo, dove posso comodamente fare sicura.
Lollo in azione:
E siamo al quarto tiro (6a), il clou di giornata: attacco la lama a destra della sosta, rinvio lo spit e mi alzo ad accoppiare una buona presa, con cui mi ribalto al di sopra; scalo da qui in su un magnifico muro verticale, ben chiodato:
Prese e appoggi sono talmente "giusti" dall'apparire a volta un po' al limite tra il disgaggio iniziale e lo scavetto... ma tant'è, è uscito un super tiro:
All'uscita del muro, un tettino dà accesso a un diedrino aperto, poi più facilmente guadagno l'uscita in sosta. Segue un tiro più facile (5a), salendo una placca a sinistra della sosta, per tornare a destra lungo uno spigoletto articolato e uscire in alto, dopo aver rinviato un ramo di pino, su cengia, che attraverso fino alla base del muro successivo.
Lollo mi raggiunge, da qui il panorama è magnifico sul Piano del Valasco, là sotto:
Sesta lunghezza (6a): subito un tetto che richiede movimenti atletici, che mi richiede un momento di studio:
Al di sopra, una bellissima sequenza di muri e placche, a volte un po' troppo lichenati a causa della scarsa frequentazione, ma mi diverto un sacco:
Dopo oltre 45 m, con le corde che tirano abbastanza, non trovo ancora la sosta... Prima di una rampa a destra e di un successivo spit che vedo in alto su un bel liscione, voglio controllare; mi fermo a uno spit e leggo la relazione, che suggerisce proprio di fare una sosta intermedia esattamente qui dove sono, cercando un chiodo nascosto vicino allo spit; lo scovo a sinistra, quindi allestisco la sosta come suggerito, anche per assicurare meglio l'amico:
Lollo mi raggiunge, lungo le belle placche verdastre:
Proseguo poi lungo quello che diventa il settimo tiro (5c); percorro la rampa verso destra, rinvio lo spit e cerco di capire da che parte uscire... opto per salire da destra, mi trovo su un passaggio esposto su roccia molto lichenata, piazzo un buon nut ed esco al di sopra, un po' a destra della sosta:
Per evitare un potenziale pendolo all'amico, allestisco la sosta su uno spuntone dove mi trovo.
Lollo passa avanti per l'ottava ed ultima lunghezza (4a), traversando a sinistra qualche metro e salendo un bel diedro-rampa, fino a sbucare sulla facile crestina sommitale:
Da quassù dominiamo la spianata del Valasco, magnifica:
Uno sguardo attento alle condizioni delle pareti tutto intorno, in vista di imminenti avventure, poi scatta il selfie:
Là dietro a quelle nuvolette fa capolino l'Argentera (m 3.297):
La Val Morta:
Il Lago di Valscura, dove ci porterà il comodo sentiero di discesa:
Come dicevo, un'opera ingegneristica incredibile:
Il tunnel poco prima di tornare all'attacco della via:
Ancora il torrione appena scalato:
Scendiamo godendo dell'ombra piacevole di qualche innocua nuvoletta di passaggio e chiudiamo una bella e rilassante giornata nella solitudine delle nostre Alpi Marittime, camminando già studiando le prossime avventure...

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