sabato 23 maggio 2020

PUNTA BIFIDA (m 2.737): Comet C4

Sabato 22 maggio 2020
Io e Lollo


Ormai la bella stagione della scalata in quota è sdoganata e questo maledetto 2020 ci riserva almeno un aspetto positivo: il fatto di avere una stagione molto avanzata.
Dopo aver fatto cucù mercoledì nel vicino Vallone di Lourousa, oggi io e Lollo ci spingiamo fino al Rifugio Bozano, sempre nel cuore delle Alpi Marittime, in alta Valle Gesso.
L'obiettivo è andare a vedere se per caso le condizioni sono buone anche lassù e per non rischiare un giro a vuoto mi porto dietro l'intero libro delle vie della zona: almeno una asciutta la troverò!
Il primo obiettivo di oggi è la via Comet C4 (6a   D+   8L   285 m) alla Punta Bifida (m 2.737), nella Catena delle Guide, a sinistra del Corno.
Ne approfitterò per sbinocolare attentamente le condizioni della mitica parete sud-ovest del Corno Stella (m 3.050)... non si sa mai...
Per rispettare le regole di comportamento anti contagio, ci diamo appuntamento dal Bar Mario alle 4,45 come sempre, ma poi ci muoviamo ognuno con la propria auto.
Partiamo 5 minuti dopo e raggiungiamo il Gias delle Mosche alle 6,15; c'è una sola auto al parcheggio.
La strada è stata liberata dai residui di valanga già da due settimane.
Ci prepariamo, il meteo è previsto ottimo, lo zero termico è a 4000 m, senza vento forte.
Portiamo due mezze corde da 60 m, 14 rinvii e un paio di friend, che in ambiente non devono mai mancare, anche se la via prescelta è chiodata a spit di recente.
Ci incamminiamo, felici di essere di nuovo qui, dopo la pausa invernale e soprattutto dopo il lockdown...
Quando usciamo dal bosco e risaliamo i primi tornanti del sentiero che percorro sempre volentieri, ecco presentarci la vista sulle condizioni: fantastico, la neve è già sparita più del previsto!
Proseguiamo la salita, felici come pasque, fino al Rifugio Bozano (m 2.453), che troviamo ben presidiato da un branco di stambecchi:
oltre che dallo sguardo vigile della sud-ovest del Corno Stella:
Nei pressi del rifugio ci sono anche dei piccoli:
Abbiamo impiegato 1h 35' a salire, dignitoso, nonostante il riposo forzato...
Ci sediamo dietro al rifugio a sgranocchiare qualcosa, mentre i nostri amici si mostrano vivamente interessati:
Saliamo all'attacco delle vie alla Catena delle Guide, faccio un po' di confusione ma alla fine troviamo il segno distintivo della via: il nome inciso su uno dei tanti pezzi dell'aereo Comet C4 caduto proprio su questa vetta 57 anni fa...
Il Comet CIV SAR-7 in volo da Ginevra verso l'aeroporto di Nizza, esplose la notte del 21 marzo 1963 alle ore 03.21 quaranta metri sotto la sommità della Cima Bifida (m 2.737).
I resti dell'aereo, dispersi lungo tre valloni, furono ritrovati il 1° maggio. Il recupero delle salme terminò il 30 luglio, le diciotto vittime furono sepolte nel cimitero urbano di Cuneo.
La sera del 19 marzo il Comet trasferì da Ginevra a Nizza il Re saudita Ibn Saud; trentasette minuti dopo, il quadrireattore raggiunse la Nice-Cote d'Azur. Mancavano pochi minuti alla mezzanotte quando il Comet lasciò l'aeroporto nizzardo per tornare a Ginevra per imbarcare gli ultimi componenti del seguito reale. Alle 00.36 l'aereo fu nuovamente a Ginevra in attesa dei suoi passeggeri e del suo destino. Alle 02.55 il decollo, l'aereo rapidamente si portò sulla verticale del radiofaro Gland Hew nell'aerovia Upper Alpha24. Il volo procedette regolarmente, alle 03.05 il Comet raggiunse il traverso del Monte Bianco a livello 240 e il traverso di Torino fu raggiunto alle 03.17 a livello 290 con procedura di discesa su Nizza. Alle 03.20 Marsiglia controllo, autorizzò il Comet a discendere a livello 150 sino al radiofaro NiceFOK. alle 03.21 cessarono improvvisamente le comunicazioni radio. Subito dopo l'esplosione, un'intensa nevicata coprì definitivamente i resti dell'aereo. Fu la stessa perturbazione proveniente da Ovest che determinò un'accentuata deriva del Comet verso Est. Per tutto il mese di aprile le precipitazioni nevose furono intense rendendo estremamente difficile e pericolose le ricerche."
Torniamo a noi: quando ormai il sole è arrivato a inondare il primo tiro (5b), ci leghiamo e mi appresto a scalarlo, lungo il primo muro e poi lungo la facile rampa a destra, che porta verso il canale ancora innevato:
Secondo tiro (3c): il tiro sarebbe banale, ma oggi no... Occorre infatti traversare il canale, che è ingombro di neve, neve che non si sa cosa nasconda, a partire dalla bocca spalancata nella parte alta, con il vuoto sotto, non si sa fino a dove...
Tant'è: tengo gli scarponcini, salgo i primi metri sulla sinistra, rinviando un paio di spit contro la parete sinistra, poi salgo ancora, tenendomi tra roccia e neve.
L'idea è di rimanere in questa sorta di terminale, ma poi vedo un paio di spit alla mia altezza, totalmente a destra, oltre il canale; oltre a questo, mi pare appunto che la parte superiore del nevaio sia aperta, con il vuoto sotto...
Ok, traverso da qui, dopo aver piazzato un buon friend ancora sulla parete sinistra; saggio al neve, non male, e traverso gradinando un po' col tallone della scarpa, fino a raggiungere il lato opposto, dove devo ridiscendere pochi metri e raggiungere la scomoda sosta.
Poco dopo ecco Lollo in azione:

Sopra di noi, lo sperone del terzo tiro (6a), di cui ora vedo gli spit, che fortunatamente intanto è andato al sole:
Lollo in sosta, in una specie di truna-crepaccia terminale, divertito:
Traverso 3 m a sinistra, mi porto alla base dello speroncino, inizialmente strapiombante, poi a sinistra indovino buone prese e posso salirlo:
Il tiro è bellissimo, in uscita dal muro salgo in diagonale a sinistra, supero la placca seguente, poi ancora un muro, fino al gradone dove trovo la sosta e dove mi raggiunge l'amico:
Alla nostra destra, spunta la cima del Corno Stella (m 3.050), con la croce di vetta ben visibile:
Quarta lunghezza (5c/6a): salgo il bellissimo muro verticale sopra la sosta, proseguendo per placca per risalire poi uno spigoletto con buone prese che conduce verso destra ad una cengetta erbosa; molto bello:
Lollo sale a sua volta:

Andiamo avanti, attacco il quinto tiro (5c), scalando un risalto compatto di roccia nera/rossastra, con ottimo grip come su tutta la via, poi più facilmente, dopo 30 m:

La sesta lunghezza (5b) è più morbida: parto da destra e guadagno il bordo dello sperone, lo risalgo in aderenza, poi più facilmente in sosta, dopo essere uscito da un bel diedro verticale:
La sosta:


Salgo poi il settimo tiro (5b), ancora lungo muri e placche senza particolari difficoltà, fino alla sosta in un diedro canale a sinistra:
Lollo sale a sua volta, sferzato da raffiche di vento più consistenti, da qualche minuto a questa parte:
Frattanto vediamo giù al rifugio sopraggiungere un gruppetto di escursionisti.
Per noi è ora di chiudere i conti, attacco il bel muro liscio che apre l'ottava ed ultima lunghezza (5c):
Più in alto la via richiede ancora impegno, infatti l'ultimo muro è verticale e povero di appoggi, divertente, e conduce all'uscita in cresta.
Poco dopo Lollo en plein gaz:
Siamo in cima e lo sguardo va subito alla vetta del Corno:
e più a destra agli speroni ovest dell'Argentera:
Autoscatto ricordo, a distanza di sicurezza:
Verso est, il Monte Matto (m 3.080) in primo piano e sua maestà il Monviso (m 3.841) dietro:
Ci caliamo subito in doppia, ci cambieremo le scarpe più in basso, qui tira troppo vento:
Le calate non pongono problemi:
Che condizioni, per essere a maggio!
Scendiamo al rifugio per sgranocchiare qualcosa nel piazzale antistante, giù prefigurando le prossime imminenti salite:
La nostra parete di oggi:
Un ultimo saluto al Corno, si scende:

2 commenti:

Marco ha detto...

Ciao!
Scusa se ti disturbo, vorrei chiederti un informazione, Vorrei andare a ripetere Sperone Gioele, dalle foto ho notato un mucchio di neve dove dovrebbe trovarsi l'attacco della via, vorrei sapere se salendo Comet avete notato se la via è praticabile o il primo tiro è completamente coperto dalla neve.
Grazie se vorrai rispondere e complimenti per il blog che utilizzo spessissimo per trovare nuove idee per le mie gite.

DANI ha detto...

Ciao,
sì certo, ho guardato lo Sperone Gioele: in effetti il primo tiro e la sosta di partenza del secondo tiro erano ancora parzialmente innevati... certo, sono passati 6 giorni e magari ormai è andato tutto ok... diciamo che già allora non era impossibile, dipende da quanto si è disposti ad accettare un po' di disturbo... chiaro che se aspetti ancora qualche giorno sei sicuro di trovarla a posto...