Io e il Pol
Una scalata fantastica, una parete vertiginosa e magnifica, una montagna che ho nel cuore da quando ho iniziato a muovere i primi passi su roccia.
Torre Castello (m 2.448), Spigolo Fornelli (VI+ TD- 6L 200 m).
Questa via per la verità si è fatta desiderare un bel po', da diverse settimane cerchiamo il momento giusto, che non arriva mai.
Sabato ho un problema, non posso esserci... ok, andiamo venerdì!
Le previsioni parlano di meteo stabile, sole e temperature gradevoli, con vento moderato di phoen (caldo, quindi): ok, si va, al massimo farà freschino i primi due tiri, poi doppieremo lo spigolo e al sole staremo bene...
Le premesse non sono delle migliori: dopo il ritrovo e la colazione al bar Mario alle 5,30, prendo io l'auto e punto al parcheggio alto della Castello; poco dopo l'inizio del tratto non asfaltato, condito da inquietanti pietroni di ogni misura, avverto qualcosa di strano e realizzo di aver forato una gomma anteriore...
Scendiamo e la cambiamo, montando il ruotino di scorta:
Proseguiamo, molto lentamente, fino al parcheggio, proprio di fianco alla roulotte del pastore, con cui scambiamo due parole in simpatia.
Ci prepariamo, portiamo con noi nuts, friends, martello, radionile e io anche la GoPro.
Tira già un po' di vento, ma pare accettabile.
L'avvicinamento non pone problemi, conosciamo già tutto, avendo salito da poco la Direttissima Ribaldone; richiede attenzione, come già scritto in quell'occasione, ma finalmente usciamo sulla cengia alla base della vertiginosa parete ovest, che ammiro dal basso:
Il fessurone che caratterizza la Ribaldone, mentre Pol si avvicina all'attacco della via:
Sono le 9,30.
Sale lui il primo tiro (IV), in comune con la Ribaldone e la Castiglione Ovest, scalando la fessura e uscendo dallo strapiombo sulla destra, fino al terrazzo di sosta:
Lo raggiungo e proseguo per il secondo tiro (III+), un lungo e continuo traverso di 50 m a destra, che proteggo con un paio di friends medi. Giunto sullo spigolo, sferzato da un vento terrificante, trovo due spit da collegare e faccio sosta, raggiunto poco dopo dal Pol:
L'amico parte per il tiro successivo, dopo soli 10 metri si ferma a due altri spit nuovi da collegare, sullo spigolo, per assicurarci più da vicono sul tiro successivo, che doppialo spigolo a destra.
Il consiglio per i ripetitori è pertanto di non fermarsi ai primi 2 spit, lungo la seconda lunghezza, ma di salire agli altri due e fare lì la S2.
Bene, purtroppo il vento (tra l'altro gelido, alla faccia del phoen...) continua a torturarci, con raffiche che vanno anzi aumentando di intensità.
Ora scaleremo in parete sud:
Il Pol sale il terzo tiro (5b), sbagliando traiettoria ...
Doppia lo spigolo, con un traverso di 4 o 5 metri in diagonale, poi ci si trova alla base di due diedri-camino; ingannato da un chiodo con cordone, tra l'altro piuttosto recente, Pol sale quello di sinistra, lungo rocce di uno splendido color ocra, ma oltre il chiodo vedo che esita, sale e ridiscende, studia, passano i minuti... Conoscendolo, le difficoltà devono essere sostenute...
Infatti dichiarerà difficoltà sul 6a+ o 6b, non protetto e senza possibilità di integrare...
Poi sale ancora in diagonale a destra, rinvia un chiodo, finalmente, poi segue un diedro, supera una nicchia con una vecchia sosta a cordoni e in alto a destra trova la nuova sosta a spit e catena su un comodo terrazzo, in piena parete sud:
Salgo a mia volta, arrivo sotto al camino di sinistra e mi accorgo che qui non può essere IV+ e nemmeno il 5b dichiarato dai francesi in chiave moderna... Infatti l'amico da sopra (tra una raffica e l'altra) mi urla che per lui se non era 6b eravamo vicini...
Allora tolgo il rinvio dal chiodo, poi mi sposto a destra e salgo il camino di destra, dove trovo 4 o 5 chiodi, dunque questa era la via corretta.
Le difficoltà sono comunque di V, accentuate dalla mia nota disaffezione per la scalata in camino...
Arrivo in sosta e alla nostra sinistra sale un diedro verticale che sembra corrispondere alla descrizione che abbiamo:
Vado avanti io, quarto tiro (IV), prima lungo il diedro, poi trovo un chiodo molto datato, mi sposto leggermente a sinistra sul filo delo speroncino che sto seguendo, poi salgo a destra la fessura-diedro verticale che salgo con splendida arrampicata, fino ad un friend incastrato, in corrispondenza del quale esco a destra su un terrazzino, dove reperisco un altro diedro che sale fino all'incredibile pulpito sospeso sul baratro, dove trovola nuova sosta a spit e catena.
Pol mi segue, mentre le folate di vento sono quasi insostenibili e tendono letteralmente a strapparmi dalla parete!
Pol mi raggiunge:
Siamo al quinto tiro, il crux (VI+):Pol sale a destra della sosta, rinvia un chiodo con cordone, poi punta allo spit in alto a destra, oltre il quale però i problemi sono di due tipi: difficoltà elevate e assenza di altre protezioni visibili...
Dopo un lungo studio, torna sui suoi passi e traversa a sinistra, togliendo i due rinvii iniziali, per prendere la fila di chiodi che sale in alto a sinistra della sosta, salendo poi in verticale per uscire dalle difficoltà, tornare un paio di metri a destra sopra la sosta e raggiungere la sosta successiva.
La mia salita in libera della via subisce un brusco stop: per salire la prima parte del tiro devo azzerare un paio di passi, a causa della difficoltà e delle condizioni incredibili, con raffiche di vento che letteralmente ci strappano via dalla parete... A tratti, fermo in sosta, devo fissare lo zaino con rinvii sia sopra che sotto, in quanto il vento lo solleva in alto e lo manda a sbattere sulla mia testa dall'alto!
Una cosa mai vista in anni di montagna...
Riuniti in sosta, ci ricomponiamo e studiamo il proseguo: alcune relazioni parlano di 80 m da salire in 2 tiri, altre di un unico tiro di 50 m...
Vado avanti per il sesto, magnifico tiro (5c), salendo in diagonale verso sinistra lungo un muro verticale ma ben appigliato, di straordinaria continuità e qualità della roccia:
Incontro un buon numero di chiodi, salgo scalando e aspettando fermo tra una raffica e l'altra, temendo di essere tirato giù dal vento, ma divertendomi un sacco!
Man mano che salgo mi avvicino allo spigolo sud-ovest, che percorro integralmente negli ultimi 20 metri, fino al breve strapiombo che sbarra la strada alla piatta sommità:
Esco sul plateau alle 14,10, dopo una cavalcata entusiasmante di circa 40 m.
Trovo una sosta nuova a spit e catena, da cui recupero il socio, mentre il vento non accenna a diminuire...
La vetta, dove mi trovavo per l'ultima volta solo 6 giorni fa:
Quando ci riuniamo in cima, il vento è talmente forte che dobbiamo procedere legati anche sulla piatta sommità, per il rischio che le raffiche ci tirino giù!
Riusciamo a malapena a fare un autoscatto in cima:
Il vento è freddissimo, oltre che eccezionalmente violento...
Butto giù la corda lungo la Placca Gedda per la prima calata, l'idea è di fare tutta la discesa con una sola corda da 60 m.
Giunti alla Forcella Castello, traversiamo camminando fino alle calate lungo la Diagonale Est e scendiamo senza intoppi fino a terra, letteralmente rincoglioniti dal vento...
Sgranocchiamo qualcosa al riparo delle rocce alla base della montagna, sotto il Colle Greguri, poi scendiamo il sentiero, dopo aver recuperato i bastoncini.
Dall'auto, un'ultima occhiata alle grandiose e misteriose (per noi, sempre meno misteriose...) pareti ovest, quindi puntiamo la prua verso casa, pian piano a causa del ruotino montato...
Il video della scalata:
Torre Castello (m 2.448), Spigolo Fornelli (VI+ TD- 6L 200 m).
Questa via per la verità si è fatta desiderare un bel po', da diverse settimane cerchiamo il momento giusto, che non arriva mai.
Sabato ho un problema, non posso esserci... ok, andiamo venerdì!
Le previsioni parlano di meteo stabile, sole e temperature gradevoli, con vento moderato di phoen (caldo, quindi): ok, si va, al massimo farà freschino i primi due tiri, poi doppieremo lo spigolo e al sole staremo bene...
Le premesse non sono delle migliori: dopo il ritrovo e la colazione al bar Mario alle 5,30, prendo io l'auto e punto al parcheggio alto della Castello; poco dopo l'inizio del tratto non asfaltato, condito da inquietanti pietroni di ogni misura, avverto qualcosa di strano e realizzo di aver forato una gomma anteriore...
Scendiamo e la cambiamo, montando il ruotino di scorta:
Proseguiamo, molto lentamente, fino al parcheggio, proprio di fianco alla roulotte del pastore, con cui scambiamo due parole in simpatia.
Ci prepariamo, portiamo con noi nuts, friends, martello, radionile e io anche la GoPro.
Tira già un po' di vento, ma pare accettabile.
L'avvicinamento non pone problemi, conosciamo già tutto, avendo salito da poco la Direttissima Ribaldone; richiede attenzione, come già scritto in quell'occasione, ma finalmente usciamo sulla cengia alla base della vertiginosa parete ovest, che ammiro dal basso:
Il fessurone che caratterizza la Ribaldone, mentre Pol si avvicina all'attacco della via:
Sono le 9,30.
Sale lui il primo tiro (IV), in comune con la Ribaldone e la Castiglione Ovest, scalando la fessura e uscendo dallo strapiombo sulla destra, fino al terrazzo di sosta:
Lo raggiungo e proseguo per il secondo tiro (III+), un lungo e continuo traverso di 50 m a destra, che proteggo con un paio di friends medi. Giunto sullo spigolo, sferzato da un vento terrificante, trovo due spit da collegare e faccio sosta, raggiunto poco dopo dal Pol:
L'amico parte per il tiro successivo, dopo soli 10 metri si ferma a due altri spit nuovi da collegare, sullo spigolo, per assicurarci più da vicono sul tiro successivo, che doppialo spigolo a destra.
Il consiglio per i ripetitori è pertanto di non fermarsi ai primi 2 spit, lungo la seconda lunghezza, ma di salire agli altri due e fare lì la S2.
Bene, purtroppo il vento (tra l'altro gelido, alla faccia del phoen...) continua a torturarci, con raffiche che vanno anzi aumentando di intensità.
Ora scaleremo in parete sud:
Il Pol sale il terzo tiro (5b), sbagliando traiettoria ...
Doppia lo spigolo, con un traverso di 4 o 5 metri in diagonale, poi ci si trova alla base di due diedri-camino; ingannato da un chiodo con cordone, tra l'altro piuttosto recente, Pol sale quello di sinistra, lungo rocce di uno splendido color ocra, ma oltre il chiodo vedo che esita, sale e ridiscende, studia, passano i minuti... Conoscendolo, le difficoltà devono essere sostenute...
Infatti dichiarerà difficoltà sul 6a+ o 6b, non protetto e senza possibilità di integrare...
Poi sale ancora in diagonale a destra, rinvia un chiodo, finalmente, poi segue un diedro, supera una nicchia con una vecchia sosta a cordoni e in alto a destra trova la nuova sosta a spit e catena su un comodo terrazzo, in piena parete sud:
Salgo a mia volta, arrivo sotto al camino di sinistra e mi accorgo che qui non può essere IV+ e nemmeno il 5b dichiarato dai francesi in chiave moderna... Infatti l'amico da sopra (tra una raffica e l'altra) mi urla che per lui se non era 6b eravamo vicini...
Allora tolgo il rinvio dal chiodo, poi mi sposto a destra e salgo il camino di destra, dove trovo 4 o 5 chiodi, dunque questa era la via corretta.
Le difficoltà sono comunque di V, accentuate dalla mia nota disaffezione per la scalata in camino...
Arrivo in sosta e alla nostra sinistra sale un diedro verticale che sembra corrispondere alla descrizione che abbiamo:
Vado avanti io, quarto tiro (IV), prima lungo il diedro, poi trovo un chiodo molto datato, mi sposto leggermente a sinistra sul filo delo speroncino che sto seguendo, poi salgo a destra la fessura-diedro verticale che salgo con splendida arrampicata, fino ad un friend incastrato, in corrispondenza del quale esco a destra su un terrazzino, dove reperisco un altro diedro che sale fino all'incredibile pulpito sospeso sul baratro, dove trovola nuova sosta a spit e catena.
Pol mi segue, mentre le folate di vento sono quasi insostenibili e tendono letteralmente a strapparmi dalla parete!
Pol mi raggiunge:
Siamo al quinto tiro, il crux (VI+):Pol sale a destra della sosta, rinvia un chiodo con cordone, poi punta allo spit in alto a destra, oltre il quale però i problemi sono di due tipi: difficoltà elevate e assenza di altre protezioni visibili...
Dopo un lungo studio, torna sui suoi passi e traversa a sinistra, togliendo i due rinvii iniziali, per prendere la fila di chiodi che sale in alto a sinistra della sosta, salendo poi in verticale per uscire dalle difficoltà, tornare un paio di metri a destra sopra la sosta e raggiungere la sosta successiva.
La mia salita in libera della via subisce un brusco stop: per salire la prima parte del tiro devo azzerare un paio di passi, a causa della difficoltà e delle condizioni incredibili, con raffiche di vento che letteralmente ci strappano via dalla parete... A tratti, fermo in sosta, devo fissare lo zaino con rinvii sia sopra che sotto, in quanto il vento lo solleva in alto e lo manda a sbattere sulla mia testa dall'alto!
Una cosa mai vista in anni di montagna...
Riuniti in sosta, ci ricomponiamo e studiamo il proseguo: alcune relazioni parlano di 80 m da salire in 2 tiri, altre di un unico tiro di 50 m...
Vado avanti per il sesto, magnifico tiro (5c), salendo in diagonale verso sinistra lungo un muro verticale ma ben appigliato, di straordinaria continuità e qualità della roccia:
Incontro un buon numero di chiodi, salgo scalando e aspettando fermo tra una raffica e l'altra, temendo di essere tirato giù dal vento, ma divertendomi un sacco!
Man mano che salgo mi avvicino allo spigolo sud-ovest, che percorro integralmente negli ultimi 20 metri, fino al breve strapiombo che sbarra la strada alla piatta sommità:
Esco sul plateau alle 14,10, dopo una cavalcata entusiasmante di circa 40 m.
Trovo una sosta nuova a spit e catena, da cui recupero il socio, mentre il vento non accenna a diminuire...
La vetta, dove mi trovavo per l'ultima volta solo 6 giorni fa:
Quando ci riuniamo in cima, il vento è talmente forte che dobbiamo procedere legati anche sulla piatta sommità, per il rischio che le raffiche ci tirino giù!
Riusciamo a malapena a fare un autoscatto in cima:
Il vento è freddissimo, oltre che eccezionalmente violento...
Butto giù la corda lungo la Placca Gedda per la prima calata, l'idea è di fare tutta la discesa con una sola corda da 60 m.
Giunti alla Forcella Castello, traversiamo camminando fino alle calate lungo la Diagonale Est e scendiamo senza intoppi fino a terra, letteralmente rincoglioniti dal vento...
Sgranocchiamo qualcosa al riparo delle rocce alla base della montagna, sotto il Colle Greguri, poi scendiamo il sentiero, dopo aver recuperato i bastoncini.
Dall'auto, un'ultima occhiata alle grandiose e misteriose (per noi, sempre meno misteriose...) pareti ovest, quindi puntiamo la prua verso casa, pian piano a causa del ruotino montato...
Il video della scalata:
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