Io e Rena
Bellissima giornata in montagna, sulle pareti del Torrione Rubinella (m 1.398), nel Vallone degli Invincibili, in Val Pellice.
Oggi siamo io e Rena, ritrovo a Marene e via verso la Val Pellice.
Data la stagione, la prendiamo con calma e ci troviamo alle 8,15.
La strada non pone intoppi e poco dopo le 9,30 parcheggiamo nei pressi della borgata Bessé di Bobbio Pellice.
Ci prepariamo e imbocchiamo il magnifico sentiero che in breve ci permette già di vedere la nostra destinazione, il Torrione Rubinella:
Il cielo è velato, ma si sta bene.
Per colpa mia, cicchiamo l'avvicinamento: a causa di un segno di vernice blu (segno distintivo del grande Fiorenzo Michelin, chiodatore di mille vie, compresa una delle due che saliremo oggi) che ora indica l'avvicinamento ad un nuovo settore (il Monolite), convinco René a lasciare il comodo sentiero molto prima del dovuto, così poco dopo eccoci a ravanare fuori sentiero per raggiungere la base della parete, che per lo meno è ben evidente:
Finalmente ci siamo, una frecciolina rossa indica l'attacco della prima via che saliremo, Lou Pertour du Chat (5c 5L 130 m):
Contrariamente a quanto scritto nelle relazioni in rete, gli spit non sono più arancioni, ma sono stati ridipinti da poco di rosso fiammante.
Ci prepariamo, parto io con il primo tiro (4c), ancora in ombra, ma ormai si sta benissimo:
Poi un deciso traverso a sinistra, lungo la roccia più bella ed invitante, fino alla sosta:
La seconda lunghezza (5c, un passo) attacca un bel muro, poi l'amico sparisce alla mia vista:
Dopo alcune placche e risalti, eccolo in sosta sotto ad un muro verticale, molto invitante.
E' l'inizio della terza lunghezza (5c), che salgo con gran divertimento:
Pochi metri più in alto sono in cengia e trovo due spit da collegare, ma proseguo verso l'alto, per evitare di recuperare 50 m di corde...
Alla mia destra sale un diedro scuro, dall'apparenza un po' umida e repulsiva, ma in realtà piuttosto divertente, da cui esco lungo placche più appoggiate e la comoda sosta, dopo circa 50 m:
Rena mi raggiunge e riparte per facili placche, mentre sopra di lui già si vede il famoso passo del gatto che dà il nome alla via:
E' una vera e propria grotta, in cui si sale abbastanza agevolmente, ma da cui si esce praticamente strisciando contro la roccia.
Quando è il mio turno, ecco il Rena che mi aspetta in sosta:
Si sta benissimo, sgranocchiamo qualcosa ammirando il panorama, in particolare verso la Rocca Ciabert verso nord:
e verso il Monviso (m 3.841) a sud:
In posa:
Rena attacca il primo tiro (4):
Quando lo raggiungo in sosta, noto spit nuovi che percorrono la bellissima placca verticale sopra la sosta, evitando il traverso in orizzontale a destra della via originale ed il seguente tiro lungo i punti deboli della parete:
Non resisto, salgo diretto:
La roccia è bella, ma si vede che occorrono ancora alcuni passaggi di ripetitori, per evitare per esempio che resti in mano una scaglietta come succede a me:
Lo raggiungo in sosta:
Poi sui muri finali, dove lo aspetta l'ultimo passaggio, bello estetico:
Stavolta non ci fermiamo più in vetta, già visitata poco fa, e scendiamo con un'unica calata da 60 m in parete sud, stando attenti in quanto mancano 5 o 6 metri, da disarrampicare:
Oggi siamo io e Rena, ritrovo a Marene e via verso la Val Pellice.
Data la stagione, la prendiamo con calma e ci troviamo alle 8,15.
La strada non pone intoppi e poco dopo le 9,30 parcheggiamo nei pressi della borgata Bessé di Bobbio Pellice.
Ci prepariamo e imbocchiamo il magnifico sentiero che in breve ci permette già di vedere la nostra destinazione, il Torrione Rubinella:
Il cielo è velato, ma si sta bene.
Per colpa mia, cicchiamo l'avvicinamento: a causa di un segno di vernice blu (segno distintivo del grande Fiorenzo Michelin, chiodatore di mille vie, compresa una delle due che saliremo oggi) che ora indica l'avvicinamento ad un nuovo settore (il Monolite), convinco René a lasciare il comodo sentiero molto prima del dovuto, così poco dopo eccoci a ravanare fuori sentiero per raggiungere la base della parete, che per lo meno è ben evidente:
Finalmente ci siamo, una frecciolina rossa indica l'attacco della prima via che saliremo, Lou Pertour du Chat (5c 5L 130 m):
Contrariamente a quanto scritto nelle relazioni in rete, gli spit non sono più arancioni, ma sono stati ridipinti da poco di rosso fiammante.
Ci prepariamo, parto io con il primo tiro (4c), ancora in ombra, ma ormai si sta benissimo:
Belle placche arrotondate:
Qualche risalto:Poi un deciso traverso a sinistra, lungo la roccia più bella ed invitante, fino alla sosta:
René mi segue, veloce:
Riparte subito:La seconda lunghezza (5c, un passo) attacca un bel muro, poi l'amico sparisce alla mia vista:
Dopo alcune placche e risalti, eccolo in sosta sotto ad un muro verticale, molto invitante.
E' l'inizio della terza lunghezza (5c), che salgo con gran divertimento:
Pochi metri più in alto sono in cengia e trovo due spit da collegare, ma proseguo verso l'alto, per evitare di recuperare 50 m di corde...
Alla mia destra sale un diedro scuro, dall'apparenza un po' umida e repulsiva, ma in realtà piuttosto divertente, da cui esco lungo placche più appoggiate e la comoda sosta, dopo circa 50 m:
Rena mi raggiunge e riparte per facili placche, mentre sopra di lui già si vede il famoso passo del gatto che dà il nome alla via:
E' una vera e propria grotta, in cui si sale abbastanza agevolmente, ma da cui si esce praticamente strisciando contro la roccia.
Quando è il mio turno, ecco il Rena che mi aspetta in sosta:
Ecco come mi vede lui, abbagliato dal sole:
Esco e, per evitare di strisciare troppo e di dovermi togliere lo zaino, esco molto in fuori:
Quinto tiro (4), un bel movimento in partenza, poi facili placche:
In breve sono in cima al Torrione, dove recupero l'amico:Si sta benissimo, sgranocchiamo qualcosa ammirando il panorama, in particolare verso la Rocca Ciabert verso nord:
e verso il Monviso (m 3.841) a sud:
In posa:
Ci caliamo con due sole doppie, una lunga e una breve:
Abbiamo ancora fame di roccia, quindi decidiamo di scalare anche la via Michelin-Carignano (5c 4L 110 m), lungo la nuova Variante diretta al secondo tiro:Rena attacca il primo tiro (4):
Quando lo raggiungo in sosta, noto spit nuovi che percorrono la bellissima placca verticale sopra la sosta, evitando il traverso in orizzontale a destra della via originale ed il seguente tiro lungo i punti deboli della parete:
Non resisto, salgo diretto:
La roccia è bella, ma si vede che occorrono ancora alcuni passaggi di ripetitori, per evitare per esempio che resti in mano una scaglietta come succede a me:
Rena mi segue:
Poi prosegue per il terzo tiro (5a), spostandosi un po' a destra e scalando il bel muro seguente:Lo raggiungo in sosta:
ed ecco sopra di noi l'ultimo tiro (5c), una bella parete lavorata che percorrerò sul lato sinistro, fino al diedro sommitale:
Poco dopo ecco Rena sulle mie tracce, prima in placca:Poi sui muri finali, dove lo aspetta l'ultimo passaggio, bello estetico:
Stavolta non ci fermiamo più in vetta, già visitata poco fa, e scendiamo con un'unica calata da 60 m in parete sud, stando attenti in quanto mancano 5 o 6 metri, da disarrampicare:
Recuperiamo il materiale di René, poi via lungo lo splendido sentiero.
Scopriremo tra breve che la deviazione fuoritraccia di stamattina ci avrebbe condotti all'attacco in pochi minuti...
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