sabato 9 gennaio 2016

ROCCA BARALE (m 600): Peter Pan

Sabato 9 gennaio 2015
Io e Paolino l'Alpino

Giornata travagliata per via del freddo e delle previsioni meteo.
Previsto freddo e piovaschi piuttosto generalizzati, non ci si salva nemmeno in Liguria.
Però la voglia è tanta, così insisto finché convinco l'Alpino a cedere e a fare un tentativo.
Passo a prenderlo e cominciamo un lungo girovagare in cerca di posti scalabili: saliamo fino al Grandubbione (Val Chisone), dove non piove, ma la galaverna e la temperatura di 1°C non permettono di scalare...
Decidiamo allora di scendere di quota il più possibile; valutiamo che in Sbarua non sia tanto diverso da qui, così la scelta cade su Rocca Barale (m 600), la struttura a più bassa quota che offra belle vie a più tiri.
Quando parcheggio a Cantalupa, il termometro segna 5°C: beh, già un po' meglio!
Inoltre, nonostante le previsioni dessero pioggia da mezzogiorno, alle 11,30 il cielo è sì coperto, ma non più minaccioso di due ore fa.
Ok, si va.
L'avvicinamento prevede un quarto d'ora di cammino nel bosco, infine eccoci all'attacco della via prescelta, Peter Pan (6a   6L   170 m), che avevamo salito anni fa con Manu e che ricordiamo come molto bella:
Nella relazione ufficiale non ci sono le difficoltà specificate tiro per tiro, per cui darò una mia personale valutazione, che potrebbe anche essere un pochino influenzata dalle condizioni non molto favorevoli che incontriamo oggi, soprattutto le mani gelate...
Ci prepariamo ed attacco la prima lunghezza (5c), placche lisce con una serie di tettini e diedrini rovesci resi insidiosi dal partire a freddo e dalla spittatura bella ariosa:
La sosta:
Mi assicuro in sosta, mentre Paolino torna agli zaini a recuperare le scarpette dimenticate; quando torna, decido di proseguire e di concatenare il secondo tiro (5c, forse un passo di 5c/6a):
Anche la seconda lunghezza è di pura aderenza, una placconata che ci porterà sulla cengia alla base della parete verticale:
Sale l'Alpino, che intanto in sosta non si è certo scaldato:
Il problema di scalare con il freddo è soprattutto per il secondo, che quando parte dopo aver atteso in sosta è totalmente intirizzito, soprattutto alle mani.
Ci diamo il cambio e Paolino sale il bombé in placca del terzo tiro (6a ma secondo noi merita un 6a+):
Dopo alcuni tentativi azzeriamo entrambi il passo chiave... Questo tiro è chiodato in maniera molto ravvicinata, a differenza dei precedenti.
Torno davanti per la quarta lunghezza (5c): un diedro verticale magnifico, chiuso da un tetto fortemente aggettante:
La roccia è magnifica, si sale bene fino al tetto, che aggiro a sinistra uscendo in esposizione, grazie a buone fessure in alto per le mani e qualche tacca di appoggio, anche se su roccia un po' marmorizzata:
Al di sopra del tetto, salgo in verticale lungo una bellissima serie di placche e diedrini, per poi uscire in diagonale a sinistra fino alla comoda nicchia di sosta, dove mi raggiunge l'Alpino:
Quarto tiro (5c, un passo 6a): Paolino sale i primi metri su placche articolate e diedrini, poi lo sento imprecare a lungo quando arriva sulla liscia placca nera che precede la sosta:
Alla fine in qualche modo arriva in sosta, quindi è il mio turno: salgo veloce fino alla placca nera, dove mi spalmo a dovere:
Ne esco raggiungendo la lama a sinistra, quindi con una spaccata eccoci riuniti in sosta.
Resta solo l'ultimo tiro (5b), lungo belle placche articolate:
Dopo i primi metri, salgo in diagonale verso destra, per poi tornare a scalare diritto, con difficoltà che vanno diminuendo, fino alla sommità:
Il panorama dalla cima, nebbie e foschie in basso, nuvole in alto:
Poco dopo eccoci in cima tutti e due:
La solida sosta di calata:
Si scende!!!
Tre calate veloci veloci lungo la via Trilly ed eccoci agli zaini:
Anche oggi siamo riusciti a scalare, non era per nulla scontato.
Anzi, vedrò su Gulliver che solo noi oggi siamo riusciti a combinare qualcosa su roccia, nel nord-ovest.

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