Giovedì 21 luglio 2011
Io, Manu e Bruno (e il Pazzo)
Oggi doveva essere il giorno del Pizzo Badile, ma il meteo e le condizioni della parete ci costringono a cambiare zona.
Disdico la prenotazione al rifugio e subito la mente (e le previsioni) mi portano sulla Cima di Nasta (m 3.108), dove da tempo ho nel mirino lo Spigolo Vernet.
Manu però insiste per fare una via più sportiva e tecnicamente più dura, così la scelta non può che cadere sulla famosa Bouquet d'Amis (6b TD+ 11L 460 m) del grande Patrick Gabarrou.
Manu però insiste per fare una via più sportiva e tecnicamente più dura, così la scelta non può che cadere sulla famosa Bouquet d'Amis (6b TD+ 11L 460 m) del grande Patrick Gabarrou.
Paolino l'Alpino dà forfeit per il giovedì e si aggregherà a noi dal giorno successivo; all'appello rispondono così Manu, Bruno e il redivivo Paolo il Pazzo, che però, causa scarso allenamento negli ultimi due anni, ci accompagnerà fino all'attacco della via.
OK: appuntamento con lui alle 5,50 al Pian della Casa del re, dove si lasciano le vetture.
Prima io e Manu ci incontriamo con Bruno e saliamo sul suo fuoristrada, con cui dà spettacolo, compreso un decollo all'altezza di una cunetta profonda ed inattesa...
Verso le 6,30 siamo pronti a partire alla volta del Rifugio Remondino (m 2.430), che raggiungiamo in 1h 30'; il panorama è subito rapito dalla parete ovest della Nasta:
Come preventivato, ci regaliamo una bella sosta ristoratrice al rifugio, dove la gentilissima Franca ci accoglie con un'indimenticabile torta di nocciole ed un thè caldo; le diciamo che abbiamo intenzione di salire Bouquet d'Amis e lei chiama subito Patrick, che si trova lì dalla sera prima, per darci delle entusiaste informazioni e scambiare qualche battuta e due risate.
Come preventivato, ci regaliamo una bella sosta ristoratrice al rifugio, dove la gentilissima Franca ci accoglie con un'indimenticabile torta di nocciole ed un thè caldo; le diciamo che abbiamo intenzione di salire Bouquet d'Amis e lei chiama subito Patrick, che si trova lì dalla sera prima, per darci delle entusiaste informazioni e scambiare qualche battuta e due risate.
E' sempre un piacere incontrare persone così, al di là delle leggendarie capacità alpinistiche.
Ci consigliano di portare un paio di ramponcini ed una piccozza per raggiungere l'attacco delle vie: io li ho nello zaino.
Paolo il Pazzo ci accompagnerà fino a lì, quindi avremo il lusso di poter lasciare a lui la piccozza, una volta attaccata la via.
Impieghiamo poco meno di un'ora: siamo nel frigorifero del nevaio alla base della parete ovest della Nasta; la neve è piuttosto dura; realizziamo subito che la scarsa pendenza permette di raggiungere l'attacco della nostra via agevolmente, senza ramponi o piccozza, mentre per il vicino Spigolo Vernet sono necessari entrambi.
Noi ci prepariamo, Paolo prende la mia piccozza e ridiscende, facendo alcune foto dal nevaio. In realtà tenterà di salire in vetta per la Normale dal Passo della Forchetta, se avrà gambe e fiato a sufficienza.
Attacchiamo la via poco prima delle 10,00, ancora totalmente in ombra ed al freddo...
Paolo il Pazzo ci accompagnerà fino a lì, quindi avremo il lusso di poter lasciare a lui la piccozza, una volta attaccata la via.
Impieghiamo poco meno di un'ora: siamo nel frigorifero del nevaio alla base della parete ovest della Nasta; la neve è piuttosto dura; realizziamo subito che la scarsa pendenza permette di raggiungere l'attacco della nostra via agevolmente, senza ramponi o piccozza, mentre per il vicino Spigolo Vernet sono necessari entrambi.
Noi ci prepariamo, Paolo prende la mia piccozza e ridiscende, facendo alcune foto dal nevaio. In realtà tenterà di salire in vetta per la Normale dal Passo della Forchetta, se avrà gambe e fiato a sufficienza.
Attacchiamo la via poco prima delle 10,00, ancora totalmente in ombra ed al freddo...
Il dito di Bruno non è ancora guarito, ma lui è qui, da vero stakanovista della roccia!
I primi tiri, quelli duri duri, se li cucca Manu: il primo (6a) è quello dove Patrick ha detto di dover venire ad aggiungere uno spit, a grande richiesta, mentre in realtà ha ragione lui: con una fettuccia su spuntoncino Manu si protegge benissimo:
La roccia è perfetta e la gradazione corretta: il vero problema sono le dita gelate...
Bruno sale per secondo, io chiudo il trio, fino alla comoda sosta con violenta ribollita alle mani...
La roccia è perfetta e la gradazione corretta: il vero problema sono le dita gelate...
Bruno sale per secondo, io chiudo il trio, fino alla comoda sosta con violenta ribollita alle mani...
Il famigerato secondo tiro (6b) invece è veramente tosto e per nulla azzerabile!
Manu supera le prime placche, fino a portarsi sotto ad un muro verticale con insidioso bombé liscio, solcato da microlame da tenere di brutto; alla fine ce la fa e passa:
Salgo io, come al solito dal basso tutto sembrava più semplice, invece una volta sul passaggio son cazzi amari...
Oltre tutto, con le mani assiderate non si riesce a capire la saldezza della presa... Insomma, alla fine decido di passare in A1, con un piede in una fettuccia; anche Bruno dietro di me tribola di brutto, anche per via del dito infortunato.
Salgo io, come al solito dal basso tutto sembrava più semplice, invece una volta sul passaggio son cazzi amari...
Oltre tutto, con le mani assiderate non si riesce a capire la saldezza della presa... Insomma, alla fine decido di passare in A1, con un piede in una fettuccia; anche Bruno dietro di me tribola di brutto, anche per via del dito infortunato.
Alla fine ci ritroviamo tutti in sosta, implorando il sole di accelerare e di arrivare a riscaldarci le carni...
Il terzo tiro (6a) vede ancora Manu davanti; io seguo e trovo meno difficoltà del previsto, forse incoraggiato dall'avanzare della frontiera tra luce ed ombra verso di noi.
Alla nostra sinistra, l'Uia Nord Ovest di Nasta, già al sole:
Cambio della guardia, passa avanti Bruno: la quarta lunghezza (5+) prosegue leggermente a sinistra, poi risalendo una evidente placca:
Finalmente siamo al sole!
Alla nostra sinistra, l'Uia Nord Ovest di Nasta, già al sole:
Cambio della guardia, passa avanti Bruno: la quarta lunghezza (5+) prosegue leggermente a sinistra, poi risalendo una evidente placca:
Finalmente siamo al sole!
Bruno risale uno speroncino (passo di 5+), poi per terreno più facile, anche se non è certo di essere sulla via corretta; in realtà mi viene in mente che la via Mantra di Pietra, che corre alla nostra sinistra, dopo poche lunghezze termina e confluisce in Bouquet d'Amis: quindi, siamo nel giusto!
Dal tepore della nostra comoda sosta, facciamo sicura a Bruno, che supera il breve strapiombo e prosegue lungo una placca lavorata magnifica (5+):
Ci scaldiamo le ossa e ci divertiamo un mondo:
Sotto di noi il nevaio e, lontano, il rifugio, mentre alla nostra destra riusciamo a vedere distintamente il mare ed il Golfo di Antibes:
Settimo tiro (5+): tocca a me!
Dal tepore della nostra comoda sosta, facciamo sicura a Bruno, che supera il breve strapiombo e prosegue lungo una placca lavorata magnifica (5+):
Ci scaldiamo le ossa e ci divertiamo un mondo:
Sotto di noi il nevaio e, lontano, il rifugio, mentre alla nostra destra riusciamo a vedere distintamente il mare ed il Golfo di Antibes:
Settimo tiro (5+): tocca a me!
Purtroppo non trovo alcuno spit per oltre 20 m di quinto e quinto superiore... Piazzo un friend, poi raggiungo una cengia da cui non vedo proseguire nulla... Trovo a destra lo Spigolo Vernet: bene, mal che vada non rimarrò incrodato qui...
Poi torno a sinistra ed osservo meglio, a lungo, finché non scorgo uno spit molto in alto: avanti!
Raggiungo infine la sosta, da cui recupero i compagni:
Patrick, un consiglio: se proprio vuoi aggiungere uno spit, fallo al settimo tiro e non al primo... ;-D
Raggiungo infine la sosta, da cui recupero i compagni:
Patrick, un consiglio: se proprio vuoi aggiungere uno spit, fallo al settimo tiro e non al primo... ;-D
Sopra di noi, l'enorme prua dello spigolo ovest della parete sembra proseguire all'infinito verso il cielo:
Il meteo è perfetto, finalmente, così possiamo proseguire tranquilli; anzi, a differenza praticamente di tutti i ripetitori di cui abbiamo letto traccia in rete, noi abbiamo intenzione di salire fino in vetta, anziché calarci in doppia da S9.
Il meteo è perfetto, finalmente, così possiamo proseguire tranquilli; anzi, a differenza praticamente di tutti i ripetitori di cui abbiamo letto traccia in rete, noi abbiamo intenzione di salire fino in vetta, anziché calarci in doppia da S9.
L9 (5+): salgo senza problemi i primi risalti, poi supero una placca ed un diedro verticali piuttosto delicati:
Esco su terreno più facile, fino a trovare un ottimo spuntone dove attrezzo l'ultima sosta della via; presto mi raggiungono i compagni:
Siamo in cima al lunghissimo sperone ovest, qui termina la via vera e propria.
Da veri alpinisti, noi puntiamo alla vetta!
Traverso a destra in leggera discesa, raggiungo con attenzione (IV) la sella e risalgo un facile diedro, fino a raggiungere la sosta alla base dell'ultimo tiro dello Spigolo Vernet:
Sembra decisamente bello e verticale: scalo la lunghezza, per noi l'undicesima (5a):
Rinvio diversi chiodi, è molto divertente e direi più chiodato della via... sportiva!
Rinvio diversi chiodi, è molto divertente e direi più chiodato della via... sportiva!
Ecco, siamo in vetta alla Cima Ovest, esattamente dove siamo sbucati un anno fa uscendo da Lupo Alberto:
Di fronte a noi, nuovamente la lunga cresta che conduce alla cima vera e propria, che percorreremo in conserva protetta:
La scalata è lunga, siamo una cordata da tre e proseguire fino in cima anziché calarsi sono gli elementi principali che spiegano come mai siamo in vetta alle 18,00, dopo molte ore di cavalcata:
Il meteo è magnifico, sono in maglietta e ci godiamo la vetta, mangiando, bevendo e scattando foto.
Di fronte a noi, nuovamente la lunga cresta che conduce alla cima vera e propria, che percorreremo in conserva protetta:
La scalata è lunga, siamo una cordata da tre e proseguire fino in cima anziché calarsi sono gli elementi principali che spiegano come mai siamo in vetta alle 18,00, dopo molte ore di cavalcata:
Il meteo è magnifico, sono in maglietta e ci godiamo la vetta, mangiando, bevendo e scattando foto.
La cresta sommitale percorsa:
In lontananza, il rifugio, da dove ci staranno guardando, visto che oggi eravamo gli unici arrampicatori nei paraggi:
Autoscatto di vetta:
L'Argentera (m 3.297), vetta delle Marittime:
In lontananza, il rifugio, da dove ci staranno guardando, visto che oggi eravamo gli unici arrampicatori nei paraggi:
Autoscatto di vetta:
L'Argentera (m 3.297), vetta delle Marittime:
Sul libro di vetta troviamo la firma di Paolo il Pazzo, che quindi ce l'ha fatta...
Scendiamo lungo la Normale, senza problemi, con calma (tanto ormai è tardi ;-D) ed arriviamo al rifugio poco prima delle 19,30.
Da lontano scorgiamo un profilo vagamente famigliare: incredibile, è lui! E' ancora qui, ci ha aspettati... anzi, dice che è rimasto 3 ore e mezza in vetta ad aspettarci, facendosi anche una dormita!
Come richiestoci stamattina, passo ad informare i gestori sulle condizioni della via e dell'attacco, una telefonata a casa e via, verso il fondovalle e la prima pizzeria che troveremo!
Unico neo: ci stava benissimo una fotografia di gruppo con l'apritore della bellissima via di oggi, Patrick Gabarrou, ma purtroppo è in parete ad aprire una nuova via sulla Cima De Cessole...
Nessun commento:
Posta un commento