domenica 11 luglio 2010

LUDWIGSHOHE (m 4.342): Via Normale


Domenica 11 luglio 2010


Io e Carlo

Che giornata: ne sono successe un po' di tutti i colori...
Paolino è ancora out, purtroppo: risonanza magnetica impietosa.
Alle 4,40 passo a prendere Carlo, che ritorna in alta quota con entusiasmo.
Peccato esattamente alle 5,09, ormai quasi a Carmagnola, improvvisamente sia colto da dubbio atroce: fermo la macchina... il suo sospetto è fondato: ha dimenticato a casa piccozza e bastoncini!
Ora, attraversare ghiacciai senza piccozza rende quasi inutile legarsi in cordata... anche se la zona passa per essere relativamente poco pericolosa, decidiamo per il dietro-front. Alle 5,30 ripartiamo da casa per la seconda volta: mi impegno in una corsa automobilistica che ci porta a Staffal, sopra Gressoney, solamente 1h 40' più tardi.
Alle 7,10 parcheggio e ci prepariamo: ce l'abbiamo fatta, prima delle 7,30 siamo alla biglietteria degli impianti di risalita.
La fila però conta già una ventina di persone e, nonostante l'orario della prima corsa sia alle 7,30 e nonostante si tratti di un orario abbastanza ridicolo (tardissimo, visto che porta ai ghiacciai...), la signorina non si presenta prima delle 7,35... Non sono solo 5', il fatto è che c'è la fila per i biglietti e inoltre è in ritardo anche il ragazzo che fa salire sulle cabine... Incredibile... mai successo, in Svizzera...
Finalmente si parte, arrivati al Passo dei Salati (m 2.980) ci dirigiamo verso il nuovo impianto di Indren e qui avviene il patatrac... Incredibilmente, una splendida domenica di metà luglio, i tecnici arrivano sul posto pochi minuti prima della prima corsa e si accorgono che c'è un guasto...
Il fatto che da Staffal abbiano fatto i biglietti per Indren dimostra che nella parte alta dell'impianto ancora non avevano testato l'impianto, cioè che la prova avviene solo pochi minuti prima dell'arrivo dei passeggeri... Pazzesco...
La prima corsa dovrebbe essere alle 8,00, ma la cabina non si muove; ci spiegano poi che la seconda cabina è ferma, per cui non se ne può utilizzare una sola per non rischiare la paralisi totale in caso di altro problema.
Dopo oltre mezz'ora, molti se ne vanno arrabbiatissimi, scendono a farsi rimborsare il biglietto, ma perdendo la giornata alpinistica... Questo io non lo accetto, per cui rimango in contatto con uno dei tecnici, facendo cucù nel suo ufficio ogni 5 minuti. Mi dice che forse la riparano in un'ora...
Per quanto grave, sempre meglio che farsi a piedi il tratto lungo lo Stolemberg, un'ora e mezza di misto, rocce e tratti attrezzati... Oltre al tempo, oggi in particolare mi spiace disperedere ulteriori energie: non per pigrizia, ma in ragione della discreta fatica profusa ieri a Punta Udine.
Intanto il tempo passa inesorabile... Ora sono le 9,00!
Finalmente arriva l'OK a far salire il gruppetto degli irriducibili con la sola cabina funzionante, per cui la nostra attesa viene premiata, anche se partiamo addirittura alle 9,40...
La tratta è breve: alle 9,50 ci mettiamo in cammino risalendo il nevaio-ghiacciaio di Indren, fino a raggiungere il tratto roccioso attrezzato con corde fisse:

Il sole splende caldissimo, anche se dal basso stanno già salendo sbuffi e nuvole di calore dal fondovalle.
Prima del ghiacciaio Garstelet, ci leghiamo e ramponiamo; poco sopra di noi, il rifugio Capanna Gnifetti (m 3.647):

Ci mettiamo in marcia lungo il ghiacciaio quando ormai sono le 10,35, orario molto avanzato, ma ancora fattibile, secondo me. Partiamo subito di gran carriera, qualche crepaccio comincia ad aprirsi e lo zero termico è altissimo, addirittura a 4.500 m.

Verso ovest, grossi crepacci e qualche nuvola che sale dal basso; siamo a quota 3.800 m.
Poco dopo le 11,30 sfondiamo quota 4.000 m ed eccoci in vista del Balmenhorn (m 4.167) a sinistra e del Corno Nero (m 4.322) sulla destra:

Che posto magnifico!
Ora la fatica comincia a farsi sentire, ma la voglia di salire prevale su tutto, come al solito.
Il ricordo va subito alla mia salita di 11 mesi fa al Corno Nero...

Intanto ripartiamo e subito dobbiamo superare un paio di crepacci belli aperti: il primo presenta un ponte di neve e, mentre lo supero, ecco la temuta sensazione di vuoto sotto i piedi ed il risucchio della gravità inesorabilmente verso il basso...
Mi ritrovo con le braccia aggrappate ai due lembi del crepaccio ed i piedi nel vuoto; chiamo Carlo, mi sono tenuto sulle braccia e non ho mandato la corda in tiro; guardo giù: sotto i miei piedi circa 8 metri mi separano da quello che sembra il fondo, abbastanza pieno di neve ma mai piacevole...
Mi tiro fuori e proseguiamo; dopo aver provato questa inedita esperienza, mi volto a guardare la zona crepacciata alle nostre spalle:

Finalmente ecco la nostra vetta: a sinistra, la Ludwishohe (m 4.342), al centro il Corno Nero (m 4.322), a destra il Balmenhorn (m 4.167):

Continuiamo a salire, le nuvole che coprono il sole contribuiscono a ritardare la perdita di tenuta della neve; ora siamo all'altezza del Balmenhorn,con la caratteristica statua del Cristo delle Vette:

Gli ultimi 200 m di dislivello sono faticosissimi, non finiscono mai, ma la vista della cima ci spinge:

Non solo: anche un temporale contribuisce a farci eccelerare il passo; iniziano a sentirsi i primi tuoni provenire dalle nuvole che insistono su Alagna, appena al di là dello spartiacque segnato dalle vette che stiamo costeggiando.
Ci troviamo a salire un muro di neve e ghiaccio dove la pendenza supera i 45°, anche se la consistenza è ottima e la traccia presenta ottimi gradini.
Alle nostre spalle, lo scivolo del Corno Nero:

Carlo è davanti, lungo il muro finale:

L'uscita dal muro ci conduce sull'esile ed estetica cresta finale, piuttosto breve:

Ci siamo! Dopo esattamente 3 ore di salita, alle 12,45 siamo in vetta alla Ludwigshohe (m 4.342)!
Purtroppo il temporale non ci dà tregua: l'aria è carica di elettricità, le nostre piccozze ed i bastoncini friggono prima di ogni fulmine e tuono...
La cosa non è molto rassicurante, per cui niente pausa ristoratrice per ora, solo qualche foto e via!
Capanna Margherita sulla Punta Gnifetti (m 4.559) e, sulla sinistra, la Zumstein (m 4.563), entrambe salite quasi 6 anni fa:

Ancora il Corno Nero: si capisce bene che siamo sullo spartiacque, oltre il quale il temporale preme per arrivarci addosso...

Sono in vetta al mio 19-esimo Quattromila:

Di fronte a noi, i Lyskamm:

Veloce autoscatto in cima, poi ce ne andiamo in angoli più sicuri...
In questi giorni a casa soffriamo talmente il caldo da farmi rimanere in maniche corte anche sotto la nevicata che ci ha accompagnati in vetta!
Indosso in softshell e discendo la cresta sommitale, seguito da Carlo:
E' sufficiente scendere una decina di minuti a buon ritmo per ritenerci al sicuro: ora il temporale è confinato dietro al crinale del Corno Nero, così possiamo concederci una pausa ristoratrice.
Poi riprendiamo a scendere a passo sostenuto, superando molte cordate ed arrivando alla funivia alle 15,00.
Chiudo così un week-end magnifico, alpinisticamente completo ed appagante.
Grazie a Carlo per essere tornato in montagna proprio oggi con me!

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