Io e Giorgio
Oggi il meteo è ottimo, caldo e senza vento, ma nei giorni scorsi è nevicato in montagna, per cui decidiamo di non rischiare e di rimanere a quota di sicurezza, a scalare in Sbarua.
Nel ricordo del grande Fiorenzo Michelin, recentemente scomparso proprio qui, optiamo per una delle sue vie, Via della Fontana (6a+ 8L 200 m), a cui abbineremo la via Il Fungo (5+ 4L 100 m) nel settore omonimo, in alto.
Ho già salito entrambe le vie in passato, la prima con Renna e la seconda con Paolino l'Alpino.
Appuntamento con Giorgio al solito Mc di Pinerolo, colazione e via verso le pareti della Sbarua.
Mezz'ora dopo eccoci in vista del settore Cinquetti, splendido al sole:
Arriviamo in breve all'attacco della via, ben segnalato dalla targhetta punzonata:Ci prepariamo, attacco io il primo tiro (5a), su bei risalti verticali ben manigliati:
Giò segue deciso:
Gli tocca subito il tostissimo secondo tiro (6a+), con primi passi divertenti, prima di uno strapiombo veramente ostico, che ci compromette subito la salita in libera:
Proseguo per il bellissimo terzo tiro (5a), una successione di placche e muretti lavorati:
Giorgio sulle mie tracce, poco dopo:La lunghezza seguente (L4, 6a) propone un breve traverso a destra, dove Giorgio va ad attaccare un diedro strapiombante, uscendo in dulfer fino alla vicina sosta:
Lo raggiungo e proseguo per il quinto tiro (6a), splendido, con una successione di placche da salire in aderenza, prima in verticale poi in diagonale a destra:
La roccia è la solita, ottima, della Sbarua, solo purtroppo su questa via è particolarmente sporca, causa materiale (terra, polvere) che cade dall'alto, come avevo già notato anni fa... Giorgio impegnato in placca a sua volta:
Sesto tiro (6a): Giò sale in verticale la placca fin sotto il tettino, poi con passi aleatori si innalza al di sopra, per proseguire in placca ancora verso destra:
Quindi è il mio turno:La sosta è posta pochi metri sotto il diedrino verticale che caratterizza la settima lunghezza (6a); visto che io l'avevo salito da primo anni fa, mi propone di salirlo lui e per me va bene. Eccolo dunque salire il diedro tenendosi in equilibrio con la fessurina interna, dove entra una falange ogni tanto:
Uscendo dal diedro, un ultimo passo di forza porta in equilibrio su buoni piedi, ma occorre traversare in spaccata delicata a destra per andare a reperire il secondo diedro verticale, questo da salire in vera dulfer:
Quando è il mio turno, salgo in modo poco consono, causa telefonata urgente in entrata... Salgo col telefono in viva voce e riesco a uscire in sosta.
Proseguo per l'ottavo tiro (5b), l'ultimo della prima via di giornata, in comune con la Cinquetti, primain placca, poi lungo il bel diedro finale, con passi in dulfer:
Ok, una è andata. Sgranocchiamo qualcosa in cima allo sperone, poi facciamo su le corde e ci trasferiamo verso il settore del Fungo, poco oltre il colletto, dove ravaniamo un po' a trovare la via Il Fungo, anche a causa di qualche indicazione sbagliata su Gulliver...
Indicazione chiara: la via si trova al centro, in alto di una ventina di metri rispetto al colletto che divide in due la parete; l'attacco è distante una cinquantina di metri dalla Diretta al Fungo, caratterizzata dagli spit blu di Michelin, che sale invece presso il bordo sinistro della parete.
Ci ri-leghiamo, Giorgio attacca la placca iniziale, poi un tettino abbastanza antipatico e delicato si rivella subito impegnativo (5+):
Salendo poi in diagonale a sinistra, Giorgio raggiunge la sosta, la rinvia e opta per proseguire, concatenando così le prime due lunghezze:
L'uscita è verso sinistra, dove trova la comoda sosta attrezzata con catena e anello di calata; mi recupera, dopo un secondo tiro di 5 grado:
Ci alterniamo e salgo subito il terzo tiro (5), prima in placca, anche qui per la verità un po' sporca di materiale sceso dall'alto, poi con un facile traverso a sinistra, un po' sprotetto:
Supero quindi un tetto e mi isso al di sopra dove, per una facile placca, raggiungo la sosta appesa a una parete verticale, da dove poco dopo assicuro l'amico:
Bene, siamo all'ultimo tiro di giornata. Giorgio attacca il pilastrino a sinistra della sosta (5), poi percorre una splendida placca verticale, per raggiungere una sezione più articolata e semplice, sempre su roccia splendida:
La sosta finale è addossata ad una parete giallo ocra magnifica, verticale, che oggi non saliremo in quanto la nostra via si chiude alla sua base:
Autoscatto in cima alla via, con sua maestà il Monviso alle nostre spalle, a tenerci d'occhio benevolo:Scendiamo con tre calate (S4, S3 ed S2), poi a piedi nel canale di discesa del settore Cinquetti, con tratti in pietraia, nel bosco e un tratto attrezzato.
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