domenica 1 agosto 2021

PUNTA GHIGO (m 2.794): La Repubblica degli Escartons


Lunedì 2 agosto 2021

Io e il Pol

Si torna a scalare col Pol e si va alla grande: l'obiettivo di oggi è una via sul versante nord-est di Punta Ghigo (m 2.794), con attacco dal Canalone di Lourousa, per salire La Repubblica degli escartons (6a   TD   6L   300 m), via di Guido Ghigo e Ferrante, recentemente richiodata alle soste.

La relazione:

Appuntamento alle 5 da Mario, carichiamo la mia auto e via verso la Valle Gesso.

Parcheggio a Terme di Valdieri (m 1.250) meno di un'ora e mezza dopo, ci prepariamo con nut, friend, pochi rinvii e via nel Vallone di Lourousa; infiniti tornanti della mulattiera ci portano dopo un'ora abbondante al Lagarot di Lourousa, da cui abbandoniamo il sentiero per salire alla meglio verso il bivacco Varrone (m 2.235).
Lo superiamo e, dopo due ore di cammino, eccoci sotto la parete a cercare il punto preciso di attacco della via:

Con sorpresa, scorgiamo già in alto, più a sinistra, una cordata impegnata sulla nord-est del Corno Stella (m 3.050).
Mentre saliamo gli ultimi metri di pietraia, ecco i resti dell'aereo Comet C-4 precipitato quassù 58 anni fa:
L'attacco si individua abbastanza bene: c'è ancora un nevaietto di pochi metri, pochi metri sopra, lungo una cengia orizzontale, si vede un bastone appoggiato poco sotto ad uno spit con cordone viola:
Passo il nevaio senza problemi e salgo fino alla cengia, dove ci cambieremo le scarpe e ci legheremo:
Il primo tiro sale una fantastica placca verticale a vaschette, roccia da urlo: dopo lo spit, Pol si protegge con un friend medio nella fessura a destra, poi ancora qualche passo a destra per trovare il secondo spit:
Prosegue poi in verticale e poi in leggero diagonale a sinistra, fino alla sosta collegata a spit, dopo circa 45 m; poco dopo lo raggiungo, entusiasta:
Proseguo quindi avanti nel secondo tiro (5c), prima lungo facili risalti, poi impegnandomi nel superamento di un muro e di un breve strapiombo, per poi salire in placca e lungo una rampa a sinistra, dove trovo la sosta in un diedro-canale erboso:
L'amico mi raggiunge:
E prosegue per la terza lunghezza (6a), trovando pane per i suoi denti: dopo un delicato traverso a destra, si porta sotto ad uno strapiombo, da superare con l'ausilio di una buona presa, ma oggi reso molto infido dalla colata di acqua al di sotto, che fa scivolare il piede di appoggio, già di per sè precario:
Pol supera l'ostacolo, poi si impegna in uno splendido diedro verticale, da cui si discosta per scalare la placca di sinistra, fino alla sosta posta al di sopra di una scaglia evidente:
Salgo il tiro a mia volta:
Proseguo poi lungo le placche lavorate del quarto tiro (5c), magnifiche, rinviando un paio di spit e un chiodo originale:
Una cengetta divide il tiro in due parti, con le placche verticali della seconda parte che reputo da antologia:
Pol mi raggiunge poco dopo:

Una cosa sorprendente rispetto alle aspettative è il fatto che, perlomeno in questo periodo dell'anno con il sole quasi allo zenit, la salita, benché in parete nord-est, si svolge in buona parte al sole.
Intanto Pol sta già impegnando le placche del quinto tiro (6a), dapprima facili fino al tettino che chiude la "pera iniziale":
Poi le cose cambiano, con alcuni ristabilimenti delicati e la chiodatura sempre molto distanziata:
A ciò si aggiunge il fatto che diversi tiri, quasi tutti, sono anche molto lunghi, per cui il consiglio è di allungare le protezionie e sfalsare le rinviate, per contenere un pochino il tiraggio delle corde:
L'ambiente intorno è magico, la solitudine garantita:
Il meteo non era previsto perfetto, in peggioramento nel pomeriggio, ma per il momento sembra tutto sotto controllo; la via è attrezzata per calare in doppia, per cui siamo tranquilli.
Salgo con estremo impegno la lunghezza:

Alle nostre spalle, il Vallone di Lourousa visto da una prospettiva per me inedita fino ad oggi:

Alla mia sinistra, la nostra parete verticale e, laggiù, il nevaio che sale per decine di metri a custodire le pareti del Monte Stella e del Corno Stella:
Toccherebbe a me, ma lascio volentieri al Pol salire il sesto ed ultimo tiro (6a): prima placche verticali
Poi il solito tettino, seguito da altre placche e muri verticali, fino all'uscita in cresta; quando è il mio turno, sono abbastanza contento sia l'ultimo tiro per oggi:

Il mio punto di vista:
Poco dopo, dopo quasi 4 ore di scalata, siamo in cima alla via, per il solito selfie celebrativo:
Di fronte a noi, la facile cresta che porta in vetta a Punta Ghigo (m 2.794), da cui si scenderebbe poi a sud verso il Rifugio Bozano:
Siccome abbiamo la roba alla base della parete e siccome in cima sono stato già diverse volte, concordo senz'altro col Pol di calarci in doppia:
Sei doppie filanti e senza problemi riguadagniamo i ghiaioni basali.
Sgranocchiamo qualcosa, poi via verso il fondovalle, stavolta seguendo il sentiero che scende dal Bivacco Varrone; ci volgiamo indietro ogni tanto, la parete ora è parzialmente avvolta dalle nebbie:
Oltre il Lagarot di Lourousa, la vista abbraccia il mitico canalone omonimo:
La discesa a valle si caratterizza da un'infinita serie di tornanti del sentiero, che percorre km senza perdere quota... ma come ripeto sempre, prima o poi tutto finisce, anche il sentiero...

Alle prossime avventure!

1 commento:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.