Io e Stefano
Un giorno di ferie ben speso, all'insegna del ritorno del bel tempo dopo i 20 cm di neve di due giorni fa.
L'appuntamento è con Stefano, l'obiettivo è impegnativo dal punto di vista fisico... il concatenamento di due belle vie, Michelin-Rossetto + Spigolo Superiore (6a TD- 13L 560 m), la prima delle quali sulle placche del Gelas di Lourousa (m 3.261), la seconda al mitico Corno Stella (m 3.050).
Essendo la galoppata bella impegnativa, Stefano opta per andare a pernottare al rifugio Bozano già il giovedì sera, mentre io farò tutto in giornata. Mi piacerebbe molto fargli compagnia, anche perchè il Bozano è il mio rifugio preferito, ma impegni familiari mi consigliano di fare diversamente.
Il venerdì la sveglia è impietosa, alle 4,00.
Mi preparo e volo in auto nella notte, un caffè a Cuneo e via al Gias delle Mosche (m 1.600), in alta Valle Gesso.
Mi preparo e inizio a salire il sentiero alla luce della pila frontale, quando sono le 6,20... Eh sì, le giornate si sono decisamente accorciate.
Dopo 25' si fa chiaro e più su ecco le condizioni che ci aspettano, dopo la recente nevicata: direi buone, con le linee che saliremo oggi:
Alle 7,50 sono al rifugio, dove Stefano e il mitico Marco, il gestore, mi aspettano per un'ottima imperdibile colazione con the e crostata di castagne.
Al rifugio ci sono altre 4 persone che saliranno la via De Cessole al Corno.
Alle 8,25 siamo pronti e iniziamo l'avvicinamento alle placche basali del Gelas di Lourousa:
La relazione parla di 1h 30' dal rifugio, ma in meno di un'ora eccoci al nevaio alla base della via:
Su richiesta di Marco sostituiamo il cordone attaccato al primo spit con uno nuovo e più lungo, per segnalare ed agevolare l'attacco della via quando il nevaio è ancora consistente, a inizio stagione.
Attacchiamo la via quando sono le 10 e la temperatura è ottima, zero vento.
Ci leghiamo, parto per la prima lunghezza (5a), in placca, salendo diritto per poi traversare in diagonale leggermente a destra, seguendo i rari spit (2 o 3 per tiro):
La roccia è ottima; Stefano segue e inizia anche per lui la salita:
Ci alterniamo, Stefano sale direttamente sopra la sosta fin sotto ad un tettino sul margine destro di una fascia strapiombante; passatolo a sinistra, percorre direttamente la sezione di parete che segue, interrotta da un terrazzino oltre il quale con qualche passo tecnico e delicato giunge in sosta (5c):
Il terzo tiro (5c) è quella che ci riserba il tratto più delicato: dalla sosta, traverso a destra decisamente (chiodo, poi spit), su roccia bagnata, afferro il bordo superiore dello strapiombo e salgo in placca, poi una serie di placche e muretti mi conducono alla comoda sosta, dove poco dopo mi raggiunge l'amico:
La quarta lunghezza (5b) presenta prima facili placche verso sinistra, poi (freccia rossa) Stefano traversa a sinistra e sale alcuni risalti verticali:
Sopra di noi, placche verticali, chiuse da un grande tetto:
L'appuntamento è con Stefano, l'obiettivo è impegnativo dal punto di vista fisico... il concatenamento di due belle vie, Michelin-Rossetto + Spigolo Superiore (6a TD- 13L 560 m), la prima delle quali sulle placche del Gelas di Lourousa (m 3.261), la seconda al mitico Corno Stella (m 3.050).
Essendo la galoppata bella impegnativa, Stefano opta per andare a pernottare al rifugio Bozano già il giovedì sera, mentre io farò tutto in giornata. Mi piacerebbe molto fargli compagnia, anche perchè il Bozano è il mio rifugio preferito, ma impegni familiari mi consigliano di fare diversamente.
Il venerdì la sveglia è impietosa, alle 4,00.
Mi preparo e volo in auto nella notte, un caffè a Cuneo e via al Gias delle Mosche (m 1.600), in alta Valle Gesso.
Mi preparo e inizio a salire il sentiero alla luce della pila frontale, quando sono le 6,20... Eh sì, le giornate si sono decisamente accorciate.
Dopo 25' si fa chiaro e più su ecco le condizioni che ci aspettano, dopo la recente nevicata: direi buone, con le linee che saliremo oggi:
Alle 7,50 sono al rifugio, dove Stefano e il mitico Marco, il gestore, mi aspettano per un'ottima imperdibile colazione con the e crostata di castagne.
Al rifugio ci sono altre 4 persone che saliranno la via De Cessole al Corno.
Alle 8,25 siamo pronti e iniziamo l'avvicinamento alle placche basali del Gelas di Lourousa:
La relazione parla di 1h 30' dal rifugio, ma in meno di un'ora eccoci al nevaio alla base della via:
Su richiesta di Marco sostituiamo il cordone attaccato al primo spit con uno nuovo e più lungo, per segnalare ed agevolare l'attacco della via quando il nevaio è ancora consistente, a inizio stagione.
Attacchiamo la via quando sono le 10 e la temperatura è ottima, zero vento.
Ci leghiamo, parto per la prima lunghezza (5a), in placca, salendo diritto per poi traversare in diagonale leggermente a destra, seguendo i rari spit (2 o 3 per tiro):
La roccia è ottima; Stefano segue e inizia anche per lui la salita:
Ci alterniamo, Stefano sale direttamente sopra la sosta fin sotto ad un tettino sul margine destro di una fascia strapiombante; passatolo a sinistra, percorre direttamente la sezione di parete che segue, interrotta da un terrazzino oltre il quale con qualche passo tecnico e delicato giunge in sosta (5c):
Il terzo tiro (5c) è quella che ci riserba il tratto più delicato: dalla sosta, traverso a destra decisamente (chiodo, poi spit), su roccia bagnata, afferro il bordo superiore dello strapiombo e salgo in placca, poi una serie di placche e muretti mi conducono alla comoda sosta, dove poco dopo mi raggiunge l'amico:
La quarta lunghezza (5b) presenta prima facili placche verso sinistra, poi (freccia rossa) Stefano traversa a sinistra e sale alcuni risalti verticali:
Sopra di noi, placche verticali, chiuse da un grande tetto:
Il tiro è magnifico (5c), salgo in opposizione i primi muri, poi belle placche articolate e infine un muro a tacche mi fa contornare a destra il grande tetto, trovando la sosta quasi subito:
La sesta lunghezza (4c) è più facile, Stefano supera i risalti articolati che sormontano la sosta, supera un diedrino appoggiato e sosta sui canonici due spit collegati:
Proseguo rapidamente lungo il facile settimo tiro (3c), doppiando lo spigolo sopra la sosta per imboccare le facili placche di una sorte di canalone:
L'ottava e penultima lunghezza (4a) è ancora facile e rapida, sale diritta fino alla sosta sotto un muretto verticale rossastro:
Salgo quindi il nono e ultimo tiro (5c) della prima via in programma oggi; attacco il muro leggermente strapiombante che sormonta la sosta, con ottime prese, senza difficoltà:
Segue un tratto facile, che mi conduce sotto ad un ultimo strapiombo, che in verità trovo abbastanza facile, meno del 5c dichiarato.
Trovo la sosta di uscita, da cui assicuro l'amico:
Poco dopo siamo in cresta, con alle spalle lo Spigolo Superiore del Corno:
Magnifico, anche se purtroppo come previsto la traversata da una via all'altra è disturbata dalla neve scesa nei giorni scorsi:
Cambiamo le scarpe e traversiamo verso la parte più al sole, dove la neve è già un po' meno, poi scendiamo verso la sella tra le due montagne, in circa 25 minuti:
Che spettacolo lo spigolo che scaleremo tra poco:
Risaliamo fino all'intaglio, a pochi passi dal vuoto sul Canalone di Lourousa, ci attacchiamo a uno spit di sosta e ci leghiamo nuovamente; il primo tiro (4+) lo salirà Stefano, attaccando i primi risalti non difficili, per rimanere abbastanza vicino al filo dello spigolo, a destra, con una breve digressione solo per superare una placca fessurata, tornando poi a destra e trovando la sosta a spit in corrispondenza di un comodo ripiano:
Lo raggiungo, rimuovo le protezioni mobili che ama tanto piazzare, poi ci siamo, ecco il tiro chiave, il secondo (6a): attacco il filo dello spigolo, con un primo passo in aderenza, poi rinvio un chiodo ritorto verso il basso in alto a destra, prima di traversare a sinistra in piena esposizione:
Un primo chiodo mi indica la fessura strapiombante da salire, un secondo chiodo mezzo metro più in alto, poi finalmente vedremo che come si legge in giro il terzo chiodo e l'uscita sono sprotetti...
Studio per bene prese e appoggi, poi vado, salgo al secondo chiodo e vedo non solo un terzo chiodo più in alto a proteggere l'uscita, ma addirittura un cordone che pende dal chiodo, a facilitare la rinviata. Bene, mi isso al di sopra e salgo tranquillo, poi mi godo il resto del tiro, ancora lungo e magnifico, su roccia da urlo; rinvio un friend incastrato poi raggiungo la nicchia di sosta, dove trovo due spit da collegare:
Non solo, in sosta trovo anche una splendida Saxifraga florulenta, pianta autoctona che fiorisce una sola volta nella vita... ed è fiorita!
Alle mie spalle, il Canalone di Lourousa in tutta la sua verticalità:
Frattanto Stefano sale a sua volta la fessura strapiombante:
Poi si gode i passaggi successivi:
E' pomeriggio avanzato, ma fortunatamente in questo periodo il meteo rimane stabile tutto il giorno.
Stefano riparte per il terzo tiro (dato di quarto, ma con passi di quinto, secondo noi): sale pochi metri, poi inizia un lungo traverso a sinistra, lungo una cengetta, per doppiare lo spigolo e salire poi in verticale, con tratti di roccia rotta, fino a sbucare in cresta, dove sosta su due vecchi chiodini:
Lo raggiungo:
Poi proseguo immediatamente in cresta (III+), senza problemi fino alla croce di vetta del Corno:
Stefano mi raggiunge, per lui è la prima volta in cima al Corno Stella:
Verso sud, ecco che si vede il mare, con il golfo di Antibes in Francia:
Selfie celebrativo:
Sono le 17,30, adesso però è proprio ora di scendere.
Percorriamo il plateau sommitale in discesa in circa 20', poi ci caliamo lungo la Campia:
Solite doppie filanti, poi giù al rifugio, dove arriviamo alle 19,30. La parete, magnifica:
Stavolta trovo il tempo di concedermi una cena da Marco, dopo aver chiamato casa dalla vetta, quindi la magica discesa al buio alla luce della frontale, per chiudere una giornata grandiosa, l'ennesima...
Alle prossime avventure!
La sesta lunghezza (4c) è più facile, Stefano supera i risalti articolati che sormontano la sosta, supera un diedrino appoggiato e sosta sui canonici due spit collegati:
Proseguo rapidamente lungo il facile settimo tiro (3c), doppiando lo spigolo sopra la sosta per imboccare le facili placche di una sorte di canalone:
L'ottava e penultima lunghezza (4a) è ancora facile e rapida, sale diritta fino alla sosta sotto un muretto verticale rossastro:
Salgo quindi il nono e ultimo tiro (5c) della prima via in programma oggi; attacco il muro leggermente strapiombante che sormonta la sosta, con ottime prese, senza difficoltà:
Segue un tratto facile, che mi conduce sotto ad un ultimo strapiombo, che in verità trovo abbastanza facile, meno del 5c dichiarato.
Trovo la sosta di uscita, da cui assicuro l'amico:
Poco dopo siamo in cresta, con alle spalle lo Spigolo Superiore del Corno:
Magnifico, anche se purtroppo come previsto la traversata da una via all'altra è disturbata dalla neve scesa nei giorni scorsi:
Cambiamo le scarpe e traversiamo verso la parte più al sole, dove la neve è già un po' meno, poi scendiamo verso la sella tra le due montagne, in circa 25 minuti:
Che spettacolo lo spigolo che scaleremo tra poco:
Risaliamo fino all'intaglio, a pochi passi dal vuoto sul Canalone di Lourousa, ci attacchiamo a uno spit di sosta e ci leghiamo nuovamente; il primo tiro (4+) lo salirà Stefano, attaccando i primi risalti non difficili, per rimanere abbastanza vicino al filo dello spigolo, a destra, con una breve digressione solo per superare una placca fessurata, tornando poi a destra e trovando la sosta a spit in corrispondenza di un comodo ripiano:
Lo raggiungo, rimuovo le protezioni mobili che ama tanto piazzare, poi ci siamo, ecco il tiro chiave, il secondo (6a): attacco il filo dello spigolo, con un primo passo in aderenza, poi rinvio un chiodo ritorto verso il basso in alto a destra, prima di traversare a sinistra in piena esposizione:
Un primo chiodo mi indica la fessura strapiombante da salire, un secondo chiodo mezzo metro più in alto, poi finalmente vedremo che come si legge in giro il terzo chiodo e l'uscita sono sprotetti...
Studio per bene prese e appoggi, poi vado, salgo al secondo chiodo e vedo non solo un terzo chiodo più in alto a proteggere l'uscita, ma addirittura un cordone che pende dal chiodo, a facilitare la rinviata. Bene, mi isso al di sopra e salgo tranquillo, poi mi godo il resto del tiro, ancora lungo e magnifico, su roccia da urlo; rinvio un friend incastrato poi raggiungo la nicchia di sosta, dove trovo due spit da collegare:
Non solo, in sosta trovo anche una splendida Saxifraga florulenta, pianta autoctona che fiorisce una sola volta nella vita... ed è fiorita!
Alle mie spalle, il Canalone di Lourousa in tutta la sua verticalità:
Frattanto Stefano sale a sua volta la fessura strapiombante:
Poi si gode i passaggi successivi:
E' pomeriggio avanzato, ma fortunatamente in questo periodo il meteo rimane stabile tutto il giorno.
Stefano riparte per il terzo tiro (dato di quarto, ma con passi di quinto, secondo noi): sale pochi metri, poi inizia un lungo traverso a sinistra, lungo una cengetta, per doppiare lo spigolo e salire poi in verticale, con tratti di roccia rotta, fino a sbucare in cresta, dove sosta su due vecchi chiodini:
Lo raggiungo:
Poi proseguo immediatamente in cresta (III+), senza problemi fino alla croce di vetta del Corno:
Verso sud, ecco che si vede il mare, con il golfo di Antibes in Francia:
Selfie celebrativo:
Sono le 17,30, adesso però è proprio ora di scendere.
Percorriamo il plateau sommitale in discesa in circa 20', poi ci caliamo lungo la Campia:
Solite doppie filanti, poi giù al rifugio, dove arriviamo alle 19,30. La parete, magnifica:
Stavolta trovo il tempo di concedermi una cena da Marco, dopo aver chiamato casa dalla vetta, quindi la magica discesa al buio alla luce della frontale, per chiudere una giornata grandiosa, l'ennesima...
Alle prossime avventure!
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