Io e Lollo
Oggi è il gran giorno, Lollo torna a scalare!
Dopo l'incidente e la lunga riabilitazione, è di nuovo in pista; nessuno di noi lo ha mai dubitato, anche se qualche medico sì...
Occorre celebrare degnamente l'avvenimento, facendo un giro in uno dei nostri luoghi preferiti, Ailefroide!
Io ci vengo da tanti anni, mi trovo incredibilmente a casa, qui, forse già dalla prima volta...
Oggi non possiamo forzare, Lollo deve stare calmino: penso che Palavar-Les-Flots (5c D- 12L 400 m) sia perfetta per noi...
Ho salito la via un giorno di settembre del 2008 e l'avevo trovata divertente, non per nulla è una delle più frequentate in valle, anche grazie all'accessibilità dei gradi.
Il campeggio è ancora chiuso, così oggi ci godiamo Ailefroide quasi tutta per noi.
Partiamo abbastanza presto, dirigo la mia auto verso il confine francese, colazione a Salbertrand e via lungo la strada che l'auto già conosce a memoria...
L'avvicinamento è breve e alle 9,30 siamo sotto la parete, alla base della via:
Il termometro dell'auto segnava solo 4°C ma già qui fa un caldo entusiasmante, da non credere; alle nostre spalle è ancora inverno, anzi Lollo adocchia una cascata nuova, che comunica subito all'amico Morrison per telefono:
Ci leghiamo, parto io, il primo tiro (4b+) è divertente, abbastanza verticale ma ben appigliato, sul granito di Ailefroide, una garanzia:
Ci siamo, è il momento di tornare in pista, Lollo!
Alla base della via c'è ancora un nevaio, che a noi non ha dato fastidio; Lollo sale senza eccessivi problemi:
Proseguo davanti, il secondo tiro (4c) prosegue sulla stessa falsa riga; l'amico segue senza lamentarsi:
Terza lunghezza (4c): ancora in placca a tacchette, bellissimo, fino alla sosta in cima allo sperone, dove mi raggiunge il socio:
Con la quarta lunghezza (5b) le cose si fanno un po' diverse: scendo qualche passo verso un intaglio:
Poi traverso qualche metro a destra e salgo il muro verticale seguente, splendido:
La sosta è poco più in alto e da lì faccio sicura all'amico:
Le soste sono tutte attrezzate e collegate per eventuale calata in doppia:
Avanti, quinto tiro (4b) in placca, roccia sempre ottima, arrampichiamo a poca distanza dal margine del precicipizio:
Sesta lunghezza (4b), ancora placche assolate, sempre più vicini al filo di cresta, alla nostra destra; frattanto sono iniziate le partite del campionato in Italia, e ad ogni sosta aggiorno il livescore del match del mio Milan, tra lo scherno dell'amico:
Il settimo tiro (4c) è un po' più verticale, sempre ben appigliato:
Lollo sale a sua volta:
Ottava lunghezza (5c), quella che dovrebbe essere il tiro chiave, una placca piuttosto abbattuta ma sorprendentemente liscia:
In realtà l'aderenza è ottima, la chiodatura ravvicinata, insomma alla fin fine il tiro chiave secondo noi è il quarto...
Quando arrivo in sosta lancio un grido di gioia, il Milan è in vantaggio a Parma:
Lollo mi raggiunge:
Alle nostre spalle, la valle è deserta e soprattutto divisa in due mondi, a sinistra luce e caldo, a destra buio e gelo; certo non era il giorno adatto a scalare nel settore Fissure...
Proseguiamo, gli ultimi 4 tiri sono di quarto grado, facili ma sempre piacevoli:
A destra, Petit Palavar e la sua sommità:
Purtroppo verso la fine della via... il Parma pareggia e Lollo lo apprende da mooolto in basso...
Poi continua a scalare:
Ormai ci siamo, 12-esimo ed ultimo tiro, un po' più particolare; un pilastrino, poi una rampa e ancora l'immancabile placca ci portano in cima al settore Palavar:
Lollo chiude il suo ritorno all'arrampicata trionfalmente, senza aver avuto fastidi particolari:
Sono passate da poco le 14 quando il nostro selfie chiude la salita:
Sgranocchiamo qualcosa velocemente, già col pensiero al McDonald's di Briançon... poi via con le calate in doppia, 6 calate da 45 m su una linea dedicata in parete sud:
Certo, è comodo e rapido, ma un filo di tensione c'è sempre, qui non ci sono vie e in caso di problemi col recupero delle corde le cose non sarebbero tanto piacevoli...
Fortunatamente anche stavolta (come quasi sempre ad Ailefroide) le cose vanno lisce, grazie al mitico Jean Michel Cambon, il chiodatore di salite e discese, uno che se ne intende...
Dopo l'incidente e la lunga riabilitazione, è di nuovo in pista; nessuno di noi lo ha mai dubitato, anche se qualche medico sì...
Occorre celebrare degnamente l'avvenimento, facendo un giro in uno dei nostri luoghi preferiti, Ailefroide!
Io ci vengo da tanti anni, mi trovo incredibilmente a casa, qui, forse già dalla prima volta...
Oggi non possiamo forzare, Lollo deve stare calmino: penso che Palavar-Les-Flots (5c D- 12L 400 m) sia perfetta per noi...
Ho salito la via un giorno di settembre del 2008 e l'avevo trovata divertente, non per nulla è una delle più frequentate in valle, anche grazie all'accessibilità dei gradi.
Il campeggio è ancora chiuso, così oggi ci godiamo Ailefroide quasi tutta per noi.
Partiamo abbastanza presto, dirigo la mia auto verso il confine francese, colazione a Salbertrand e via lungo la strada che l'auto già conosce a memoria...
L'avvicinamento è breve e alle 9,30 siamo sotto la parete, alla base della via:
Il termometro dell'auto segnava solo 4°C ma già qui fa un caldo entusiasmante, da non credere; alle nostre spalle è ancora inverno, anzi Lollo adocchia una cascata nuova, che comunica subito all'amico Morrison per telefono:
Ci leghiamo, parto io, il primo tiro (4b+) è divertente, abbastanza verticale ma ben appigliato, sul granito di Ailefroide, una garanzia:
Ci siamo, è il momento di tornare in pista, Lollo!
Alla base della via c'è ancora un nevaio, che a noi non ha dato fastidio; Lollo sale senza eccessivi problemi:
Proseguo davanti, il secondo tiro (4c) prosegue sulla stessa falsa riga; l'amico segue senza lamentarsi:
Terza lunghezza (4c): ancora in placca a tacchette, bellissimo, fino alla sosta in cima allo sperone, dove mi raggiunge il socio:
Con la quarta lunghezza (5b) le cose si fanno un po' diverse: scendo qualche passo verso un intaglio:
Poi traverso qualche metro a destra e salgo il muro verticale seguente, splendido:
La sosta è poco più in alto e da lì faccio sicura all'amico:
Le soste sono tutte attrezzate e collegate per eventuale calata in doppia:
Avanti, quinto tiro (4b) in placca, roccia sempre ottima, arrampichiamo a poca distanza dal margine del precicipizio:
Sesta lunghezza (4b), ancora placche assolate, sempre più vicini al filo di cresta, alla nostra destra; frattanto sono iniziate le partite del campionato in Italia, e ad ogni sosta aggiorno il livescore del match del mio Milan, tra lo scherno dell'amico:
Il settimo tiro (4c) è un po' più verticale, sempre ben appigliato:
Lollo sale a sua volta:
Ottava lunghezza (5c), quella che dovrebbe essere il tiro chiave, una placca piuttosto abbattuta ma sorprendentemente liscia:
In realtà l'aderenza è ottima, la chiodatura ravvicinata, insomma alla fin fine il tiro chiave secondo noi è il quarto...
Quando arrivo in sosta lancio un grido di gioia, il Milan è in vantaggio a Parma:
Lollo mi raggiunge:
Alle nostre spalle, la valle è deserta e soprattutto divisa in due mondi, a sinistra luce e caldo, a destra buio e gelo; certo non era il giorno adatto a scalare nel settore Fissure...
Proseguiamo, gli ultimi 4 tiri sono di quarto grado, facili ma sempre piacevoli:
A destra, Petit Palavar e la sua sommità:
Purtroppo verso la fine della via... il Parma pareggia e Lollo lo apprende da mooolto in basso...
Poi continua a scalare:
Ormai ci siamo, 12-esimo ed ultimo tiro, un po' più particolare; un pilastrino, poi una rampa e ancora l'immancabile placca ci portano in cima al settore Palavar:
Lollo chiude il suo ritorno all'arrampicata trionfalmente, senza aver avuto fastidi particolari:
Sono passate da poco le 14 quando il nostro selfie chiude la salita:
Sgranocchiamo qualcosa velocemente, già col pensiero al McDonald's di Briançon... poi via con le calate in doppia, 6 calate da 45 m su una linea dedicata in parete sud:
Certo, è comodo e rapido, ma un filo di tensione c'è sempre, qui non ci sono vie e in caso di problemi col recupero delle corde le cose non sarebbero tanto piacevoli...
Fortunatamente anche stavolta (come quasi sempre ad Ailefroide) le cose vanno lisce, grazie al mitico Jean Michel Cambon, il chiodatore di salite e discese, uno che se ne intende...
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