Io e Lollo
Dopo averne parlato a lungo e aver aspettato il momento propizio, portiamo a casa una bellissima via in uno dei miei luoghi del cuore, la Cima di Nasta (m 3.108).
La via è All'Ombra della Nasta (5c/6a D+ 12L 550 m), via che studio da anni e che finalmente è ora di scalare.
Appuntamento duro ma necessario: 4,20 a Bra, con sveglia alle 3,40 per me...
Lollo arriva puntuale, carico al punto giusto; saltiamo sulla mia auto e via alla volta del Pian della Casa del Re, in alta Valle Gesso.
Parcheggio alle 6,15, fa freddino ed è ancora buio; ci prepariamo, zaini un po' pesanti, porto anche i ramponi per l'attacco della via.
Alle 6,30 siamo in cammino e decido di lasciare giù la pila frontale, ormai albeggia.
Saliamo al rifugio Remondino in circa 1h 15', non resisto alla tentazione di una fetta di crostata di Franca e, mentre la gusto, il leggendario Patrick Gabarrou mi saluta e mi chiede cosa andiamo a salire;gli chiedo info sullo stato della neve all'attacco, so che servono i ramponi, che ho portato, ma lui va a prendere due paia di ramponcini a 6 punte e ce li presta, insistendo, per farci salire più leggeri.
Mentre lui parte per andare a terminare di attrezzare un nuovo sentiero che conduca alle pareti ovest della Nasta, noi saliamo verso l'attacco della via, accompagnati da alcune simpatiche e discrete presenze:
Eccomi un'altra volta nella conca glaciale alla base alla base delle pareti ovest della Nasta, per la seconda volta quest'estate:
Saliamo il conoide di neve dura, calzando i ramponcini di Patrick, poi ci infiliamo nella terminale, tra ghiaccio e roccia:
Sono le 9,30, il meteo è ottimo, noi procediamo nella terminale, salendo:
Purtroppo a un certo punto la strada è sbarrata, ghiaccio e roccia sono ravvicinati e molto lisci... impossibile passare... Che facciamo?
Non rinunciamo di certo così facilmente, così intravvediamo una possibilità: saliamo in slego il primo tiro una decina di metri a sinistra dell'attacco originale, sperando di riuscire a salire in primo luogo, e poi di poterci raccordare con la nostra via, traversando a destra più in alto:
Ok, è deciso.
Mettiamo le scarpette e saliamo, incontrando un passo di quinto grado, raggiungendo poi un diedro rampa che verso destraci conduce esattamente alla prima sosta della via!
Uno sguardo al diedro salito:
Ci leghiamo e vado avanti io per la seconda lunghezza (5c/6a), alcuni metri a destra della sosta (non farsi ingannare dagli spit che salgono verticalemte sopra la sosta, è un progetto incompiuto):
Si tratta di un muro verticale, piuttosto povero di appigli, ma ben chiodato; raggiungo poi un diedro rossastro, splendido da salire in dulfer, ne esco a destra fino alla sosta; poco dopo Lollo mi raggiunge:
Prosegue poi per il terzo tiro (4b), facilemnet lungo le placche di uno speroncino arrotondato:
La quarta lunghezza (4c) si apre con un passo delicato in placca, poi mi sposto a destra progressivamente lungo bei muri e placche, fino alla sosta da collegare:
La sosta:
L'amico mi raggiunge, mentre la temperatura è freschina, ma si sta bene, considerando che siamo in ombra a 3.000 m di quota, in pieno settembre:
Il quinto tiro (5c) è molto bello, Lollo traversa a sinistra 3 metri, per reperire una bella fessura da salire, che conduce ad un'altra fessura da sinistra a destra:
Belle placche conducono su terreno più appoggiato, in sosta:
Mentre salgo mi soffermo ad ammirare un bel chiodo degli apritori:
Lollo in sosta:
Il sesto tiro (5c) percorre una lunga serie di placche piuttosto lisce, per una cinquantina di metri:
Lollo mi segue, mentre il rifugio alle nostre spalle inizia ad essere decisamente in basso... ma beffardamente al sole, mentre noi sempre in ombra e con il vento che va aumentando, man mano che saliamo:
Settimo tiro (4c): Lollo sale un bel muro rossastro, seguito da placche più facili:
Galoppo poi la prima parte dell'ottava lunghezza (3c), salvo poi non trovare la sosta...
Lollo la trova andando decisamente a destra, così resto davanti e parto direttamente per il nono tiro (5b), traversando il fondo del canalone e saltando in groppa allo sperone di destra, procedendo lungo le placche compatte della sua faccia sinistra:
Non trovo la sosta, stavolta non la trova nemmeno Lollo... insomma, secondo noi è saltata via, perchè qui la placca è larga non più di 7 o 8 metri e sarebbe impossibile non vederla in due...
Faccio sosta su uno spit quando le corde finiscono e l'amico mi raggiunge:
Sale a sua volta il decimo tiro (5b), percorrendo solo una decina di metri prima di trovare una sosta e decide di fermarsi.
Lo raggiungo, poi attacco subito l'undicesima lunghezza (5c), splendida, con un tratto in placca liscia, prima di raggiungere il filo di cresta grazie ad un diedrino e volgere poi a sinistra fino alla lontana sosta posta al culmine di una facile cresta, finalmente al sole:
Alla mia destra, la vetta è vicina e ormai non ci sono più difficoltà da superare:
Lollo spunta in cresta e mi raggiunge, affacciandosi sul lago di Nasta a sua volta:
Scende poi all'intaglio, 12-esimo tiro (3a), poi raggiunge il terreno facile e detritico, dove ci sleghiamo e da cui mi fotografa in sosta S11:
Poco dopo siamo in cima, tocco per l'ennesima volta la croce di vetta, con l'Argentera (m 3.297) sullo sfondo:
Il rifugio, piccolissimo:
Autoscatto in vetta, dove intanto sono sopraggiunti due simpatici escursionisti:
La discesa lungo la via normale non pone problemi di sorta e poco dopo siamo al Remondino a fare una pausa ristoratrice, prima di ripartire verso il fondovalle, volgendoci per un saluto alle amate pareti ovest della Nasta:
Il tracciato della via salita, una via che mi è piaciuta, che ha rispettato in pieno le aspettative e che pertanto consiglio vivamente agli amanti del genere:
Anche questa è andata, alle prossime avventure!
La via è All'Ombra della Nasta (5c/6a D+ 12L 550 m), via che studio da anni e che finalmente è ora di scalare.
Appuntamento duro ma necessario: 4,20 a Bra, con sveglia alle 3,40 per me...
Lollo arriva puntuale, carico al punto giusto; saltiamo sulla mia auto e via alla volta del Pian della Casa del Re, in alta Valle Gesso.
Parcheggio alle 6,15, fa freddino ed è ancora buio; ci prepariamo, zaini un po' pesanti, porto anche i ramponi per l'attacco della via.
Alle 6,30 siamo in cammino e decido di lasciare giù la pila frontale, ormai albeggia.
Saliamo al rifugio Remondino in circa 1h 15', non resisto alla tentazione di una fetta di crostata di Franca e, mentre la gusto, il leggendario Patrick Gabarrou mi saluta e mi chiede cosa andiamo a salire;gli chiedo info sullo stato della neve all'attacco, so che servono i ramponi, che ho portato, ma lui va a prendere due paia di ramponcini a 6 punte e ce li presta, insistendo, per farci salire più leggeri.
Mentre lui parte per andare a terminare di attrezzare un nuovo sentiero che conduca alle pareti ovest della Nasta, noi saliamo verso l'attacco della via, accompagnati da alcune simpatiche e discrete presenze:
Eccomi un'altra volta nella conca glaciale alla base alla base delle pareti ovest della Nasta, per la seconda volta quest'estate:
Saliamo il conoide di neve dura, calzando i ramponcini di Patrick, poi ci infiliamo nella terminale, tra ghiaccio e roccia:
Sono le 9,30, il meteo è ottimo, noi procediamo nella terminale, salendo:
Purtroppo a un certo punto la strada è sbarrata, ghiaccio e roccia sono ravvicinati e molto lisci... impossibile passare... Che facciamo?
Non rinunciamo di certo così facilmente, così intravvediamo una possibilità: saliamo in slego il primo tiro una decina di metri a sinistra dell'attacco originale, sperando di riuscire a salire in primo luogo, e poi di poterci raccordare con la nostra via, traversando a destra più in alto:
Ok, è deciso.
Mettiamo le scarpette e saliamo, incontrando un passo di quinto grado, raggiungendo poi un diedro rampa che verso destraci conduce esattamente alla prima sosta della via!
Uno sguardo al diedro salito:
Ci leghiamo e vado avanti io per la seconda lunghezza (5c/6a), alcuni metri a destra della sosta (non farsi ingannare dagli spit che salgono verticalemte sopra la sosta, è un progetto incompiuto):
Si tratta di un muro verticale, piuttosto povero di appigli, ma ben chiodato; raggiungo poi un diedro rossastro, splendido da salire in dulfer, ne esco a destra fino alla sosta; poco dopo Lollo mi raggiunge:
Prosegue poi per il terzo tiro (4b), facilemnet lungo le placche di uno speroncino arrotondato:
La quarta lunghezza (4c) si apre con un passo delicato in placca, poi mi sposto a destra progressivamente lungo bei muri e placche, fino alla sosta da collegare:
La sosta:
L'amico mi raggiunge, mentre la temperatura è freschina, ma si sta bene, considerando che siamo in ombra a 3.000 m di quota, in pieno settembre:
Il quinto tiro (5c) è molto bello, Lollo traversa a sinistra 3 metri, per reperire una bella fessura da salire, che conduce ad un'altra fessura da sinistra a destra:
Belle placche conducono su terreno più appoggiato, in sosta:
Mentre salgo mi soffermo ad ammirare un bel chiodo degli apritori:
Lollo in sosta:
Il sesto tiro (5c) percorre una lunga serie di placche piuttosto lisce, per una cinquantina di metri:
Lollo mi segue, mentre il rifugio alle nostre spalle inizia ad essere decisamente in basso... ma beffardamente al sole, mentre noi sempre in ombra e con il vento che va aumentando, man mano che saliamo:
Settimo tiro (4c): Lollo sale un bel muro rossastro, seguito da placche più facili:
Galoppo poi la prima parte dell'ottava lunghezza (3c), salvo poi non trovare la sosta...
Lollo la trova andando decisamente a destra, così resto davanti e parto direttamente per il nono tiro (5b), traversando il fondo del canalone e saltando in groppa allo sperone di destra, procedendo lungo le placche compatte della sua faccia sinistra:
Non trovo la sosta, stavolta non la trova nemmeno Lollo... insomma, secondo noi è saltata via, perchè qui la placca è larga non più di 7 o 8 metri e sarebbe impossibile non vederla in due...
Faccio sosta su uno spit quando le corde finiscono e l'amico mi raggiunge:
Sale a sua volta il decimo tiro (5b), percorrendo solo una decina di metri prima di trovare una sosta e decide di fermarsi.
Lo raggiungo, poi attacco subito l'undicesima lunghezza (5c), splendida, con un tratto in placca liscia, prima di raggiungere il filo di cresta grazie ad un diedrino e volgere poi a sinistra fino alla lontana sosta posta al culmine di una facile cresta, finalmente al sole:
Alla mia destra, la vetta è vicina e ormai non ci sono più difficoltà da superare:
Lollo spunta in cresta e mi raggiunge, affacciandosi sul lago di Nasta a sua volta:
Scende poi all'intaglio, 12-esimo tiro (3a), poi raggiunge il terreno facile e detritico, dove ci sleghiamo e da cui mi fotografa in sosta S11:
Poco dopo siamo in cima, tocco per l'ennesima volta la croce di vetta, con l'Argentera (m 3.297) sullo sfondo:
Il rifugio, piccolissimo:
Autoscatto in vetta, dove intanto sono sopraggiunti due simpatici escursionisti:
La discesa lungo la via normale non pone problemi di sorta e poco dopo siamo al Remondino a fare una pausa ristoratrice, prima di ripartire verso il fondovalle, volgendoci per un saluto alle amate pareti ovest della Nasta:
Il tracciato della via salita, una via che mi è piaciuta, che ha rispettato in pieno le aspettative e che pertanto consiglio vivamente agli amanti del genere:
Anche questa è andata, alle prossime avventure!
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