Io e Paolino l'Alpino
Si prospetta una tipica giornata autunnale, illuminata però da un po' di sole secondo le previsioni, specie a settentrione.
La scelta cade così su un luogo per noi nuovo, il Vallone di Forzo, nel Parco del Gran Paradiso.
La meta è l'Alpherian (m 1.400), struttura solcata da un paio di vie piuttosto rinomate, grazie alla qualità della roccia.
Partiamo alle 5,45, la strada piuttosto lunga; nonostante ciò, quando parcheggiamo l'auto regna sovrana la brina e la temperatura è di appena 1,5°C...
Il colpo d'occhio con i colori autunnali è bellissimo:
Ma se la temperatura rimane questa non si può certo arrampicare... non di certo con le dita infilate nelle gelide fessure...
Mentre il preannunciato sole tarda a saltar fuori, ci viene in mente un'alternativa, un po' più a monte: la via Kangarus (6a TD- 5L 180 m) alla Parete del Falco (m 1.300):
Le pareti sono ancora in ombra, ma decidiamo di rimanere qui e aspettare un po', prima di provare questa Kangarus:
E' ormai quasi mezzogiorno quando partiamo, in prossimità della scritta sbiadita:
Non abbiamo la relazione della via, telefoniamo a Manu per farci dare due dritte sulle difficoltà massime, poi si parte, tanto la spittatura è a dir poco ascellare:
Attacco io il primo tiro (6a), verticale, lungo una fessura con grossi quarzi (piuttosto scivolosi):
Tocca a me, mentre è spuntato un bel sole che subito migliora le cose:
In versione Spalmen:
Salgo il tiro:
La scelta cade così su un luogo per noi nuovo, il Vallone di Forzo, nel Parco del Gran Paradiso.
La meta è l'Alpherian (m 1.400), struttura solcata da un paio di vie piuttosto rinomate, grazie alla qualità della roccia.
Partiamo alle 5,45, la strada piuttosto lunga; nonostante ciò, quando parcheggiamo l'auto regna sovrana la brina e la temperatura è di appena 1,5°C...
Il colpo d'occhio con i colori autunnali è bellissimo:
Ma se la temperatura rimane questa non si può certo arrampicare... non di certo con le dita infilate nelle gelide fessure...
Mentre il preannunciato sole tarda a saltar fuori, ci viene in mente un'alternativa, un po' più a monte: la via Kangarus (6a TD- 5L 180 m) alla Parete del Falco (m 1.300):
Le pareti sono ancora in ombra, ma decidiamo di rimanere qui e aspettare un po', prima di provare questa Kangarus:
E' ormai quasi mezzogiorno quando partiamo, in prossimità della scritta sbiadita:
Non abbiamo la relazione della via, telefoniamo a Manu per farci dare due dritte sulle difficoltà massime, poi si parte, tanto la spittatura è a dir poco ascellare:
Attacco io il primo tiro (6a), verticale, lungo una fessura con grossi quarzi (piuttosto scivolosi):
Il tiro non è lungo, non più di 20 m; dopo il muro verticale la parete si abbatte, ma rimane decisamente povera di prese.
La seconda lunghezza (6a) è su questa falsariga: non troppo verticale, ma quasi totalmente liscia:
Chiodatura da falesia e roccia di ottima qualità garantiscono sicurezza e grip:Tocca a me, mentre è spuntato un bel sole che subito migliora le cose:
In versione Spalmen:
Procediamo alternati.
Terzo tiro (5c): un traverso a sinistra molto divertente, con i piedi lungo una provvidenziale fessura...
...conduce poi a una serie di muri verticali, con alcuni passi impegnativi, mentre purtroppo il sole già se ne va:
Ora siamo avvolti da nebbie che salgono dal fondovalle, gelide...
Paolino sale intanto il quarto tiro (5c/6a): un risalto verticale, poi una sequenza di bombé e muri lisci un po' disturbati dal lichene:
La temperatura è scesa immediatamente e purtroppo le mani ne risentono...Salgo il tiro:
Per attaccare subito l'ultima lunghezza (5c/6a), una serie di tetti e di risalti verticali decisamente divertenti:
Molto indicati per riscaldarsi le membra:
Gli ultimi metri della via:
Rapido autoscatto in cima alla via (semiserio...), poi via con le calate:
Con sole tre calate in doppia siamo a terra, mentre ricevo la chiamata di Paul e Rena che mi raccontano della loro salita in Val Pellice.
Anche oggi è andata, speriamo in un meteo più clemente per l'immediato futuro.
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