Io e Paolino l'Alpino
L'estate è in dirittura di arrivo, ma le condizioni sono ancora perfette per l'alta quota, così l'Alpino propone la via Io per Te! (6a TD- 6L 250 m) al Monte Granero (m 3.171), gruppo del Monviso: perfetto!
Partenza non troppo anticipata, visto che le temperature ormai sono più basse: poco dopo le 7,00 siamo al Pian del Re (m 2.020), dove posteggiamo, trovando un numero sorprendente di persone, per essere dopo la metà di settembre.
Ci incamminiamo verso le 7,30, ci sono 6°C.
Dopo diversi anni dall'ultima volta, mi godo il bellissimo sentiero che sale verso le Traversette ed il rinnovato Buco di Viso; purtroppo una decina di minuti avanti a noi abbiamo due ragazzi con caschi e corde: non posso credere che vadano a fare proprio la "nostra" via, che non sento ripetere da nessuno da anni!
Comunque sia, la camminata è splendida, sempre con vista di alto livello:
Dopo un'oretta, eccoci in vista del Meidassa (m 3.105):
e, alla sua sinistra, del Granero (m 3.171), la nostra meta:
In totale l'avvicinamento si rivela più breve di quanto recensito nelle guide, mezz'ora in meno delle 2 ore descritte.
La parete sopra di noi mostra chiaramente l'attacco della via, lungo la placca chiara evidente in foto:
La giornata è splendida, non ci sono nuvole e non tira vento.
Fortunatamente la cordata che ci precedeva è diretta (come previsto) alla via Michelin-Masoero, che attacca più in alto e già salita molti anni fa.
Sono le 9,30 quando mi preparo ad attaccare la prima lunghezza della via (5c):
In definitiva, il primo tiro è lungo circa 40 m, non certo i 50 riportati in alcune relazioni.
Trovo una ottima sosta su due spit collegati da cordone, con anello di calata.
Recupero il socio:
Alle nostre spalle, lo spettacolo del Monviso (m 3.841), imbiancato dalla prima neve:
Il terzo tiro (3b) è di trasferimento: ancora per gradoni e risalti successivi,
poi attraverso la grande cengia e mi porto alla base della grande placconata che segue:
Decisamente invitante:
In realtà forse 5c è anche troppo, al massimo un passo... comunque bellissimo.
Le soste continuano ad essere collegate con anello di calata.
La quinta lunghezza (5c) vede Paolino spalmarsi in placca, verso sinistra, per poi aggirare un grande strapiombo e tornare a destra al di sopra del suo bordo:
Eccomi nel traverso poco prima della sosta, sulla prua rocciosa alla base del grande torrione finale:
Dopo i primi risalti verticali, ricchi di appigli netti, supero un primo breve tetto ben manigliato:
Poi leggermente a sinistra a superare il bombé di 6a:
Infine l'uscita leggermente strapiombante, ma molto ben protetta e con ottime prese in uscita:
Paolino in sosta, visto da sopra, ormai in cresta:
Peraltro è possibile aggirare il tratto di 6a uscendo subito a sinistra in cresta, dove si vede una sosta con anello di calata.
La cresta finale, facile, e lassù la madonnina di vetta:
Paolino mi raggiunge, poi iniziamo a salire in conserva la cresta:
Dopo pochi metri, ci sleghiamo e raggiungiamo tranquillamente la vetta, poco dopo mezzogiorno:
La vista verso gli Ecrins:
Il solito fenomeno che caratterizza la Valle Po: lato italiano, nubi e nebbia in ebollizione; lato francese, sole pieno e cielo sereno:
L'Aiguillette mostra la prima spruzzata di neve:
Partenza non troppo anticipata, visto che le temperature ormai sono più basse: poco dopo le 7,00 siamo al Pian del Re (m 2.020), dove posteggiamo, trovando un numero sorprendente di persone, per essere dopo la metà di settembre.
Ci incamminiamo verso le 7,30, ci sono 6°C.
Dopo diversi anni dall'ultima volta, mi godo il bellissimo sentiero che sale verso le Traversette ed il rinnovato Buco di Viso; purtroppo una decina di minuti avanti a noi abbiamo due ragazzi con caschi e corde: non posso credere che vadano a fare proprio la "nostra" via, che non sento ripetere da nessuno da anni!
Comunque sia, la camminata è splendida, sempre con vista di alto livello:
Dopo un'oretta, eccoci in vista del Meidassa (m 3.105):
e, alla sua sinistra, del Granero (m 3.171), la nostra meta:
In totale l'avvicinamento si rivela più breve di quanto recensito nelle guide, mezz'ora in meno delle 2 ore descritte.
La parete sopra di noi mostra chiaramente l'attacco della via, lungo la placca chiara evidente in foto:
La giornata è splendida, non ci sono nuvole e non tira vento.
Fortunatamente la cordata che ci precedeva è diretta (come previsto) alla via Michelin-Masoero, che attacca più in alto e già salita molti anni fa.
Sono le 9,30 quando mi preparo ad attaccare la prima lunghezza della via (5c):
La placca verticale è ancora gelida, in quanto il diedro alla sua destra l'ha tenuta all'ombra fino ad ora...
La roccia è gabbro, mi piace, anche se non è il top assoluto, in generale; più in alto diverrà meno licia e con più grip.
La partenza a freddo non è mai agevole, comunque sia supero il muro iniziale, poi un breve tratto strapiombante, con buone prese alte per le mani:
Poco dopo esco su una piccola cengia, da dove inizia una divertente sequenza di muri e placche, che sarebbero a volte evitabili stando in un diedro-canale a sinistra (ma il divertimento dove sarebbe???):In definitiva, il primo tiro è lungo circa 40 m, non certo i 50 riportati in alcune relazioni.
Trovo una ottima sosta su due spit collegati da cordone, con anello di calata.
Recupero il socio:
Alle nostre spalle, lo spettacolo del Monviso (m 3.841), imbiancato dalla prima neve:
Paolino mi raggiunge:
Secondo tiro (5b): una bella placca, poi si esce su uno spigoletto, per reperire una serie di gradoni più facili:Il terzo tiro (3b) è di trasferimento: ancora per gradoni e risalti successivi,
poi attraverso la grande cengia e mi porto alla base della grande placconata che segue:
Decisamente invitante:
E' la quarta lunghezza (5c): resto davanti e mi inerpico lungo le fantastiche placche di gabbro, ora più rugoso:
Magnifico:In realtà forse 5c è anche troppo, al massimo un passo... comunque bellissimo.
Le soste continuano ad essere collegate con anello di calata.
La quinta lunghezza (5c) vede Paolino spalmarsi in placca, verso sinistra, per poi aggirare un grande strapiombo e tornare a destra al di sopra del suo bordo:
Eccomi nel traverso poco prima della sosta, sulla prua rocciosa alla base del grande torrione finale:
Eccolo, splendido contro il cielo azzurrissimo:
Attacco il sesto tiro (6a):Dopo i primi risalti verticali, ricchi di appigli netti, supero un primo breve tetto ben manigliato:
Poi leggermente a sinistra a superare il bombé di 6a:
Infine l'uscita leggermente strapiombante, ma molto ben protetta e con ottime prese in uscita:
Peraltro è possibile aggirare il tratto di 6a uscendo subito a sinistra in cresta, dove si vede una sosta con anello di calata.
La cresta finale, facile, e lassù la madonnina di vetta:
Paolino mi raggiunge, poi iniziamo a salire in conserva la cresta:
Dopo pochi metri, ci sleghiamo e raggiungiamo tranquillamente la vetta, poco dopo mezzogiorno:
La vista verso gli Ecrins:
Il solito fenomeno che caratterizza la Valle Po: lato italiano, nubi e nebbia in ebollizione; lato francese, sole pieno e cielo sereno:
L'Aiguillette mostra la prima spruzzata di neve:
Dopo una lunga pausa in vetta, dove troviamo addirittura un dentifricio intero (!), torniamo in cresta e scendiamo a reperire la Via Normale (spittatissima!), lungo la quale raggiungiamo il Colle Luisas, per scendere tranquillamente al Pian del Re.
Nel complesso la via ci è piaciuta, non capisco proprio il motivo per cui il 90% degli scalatori venga qui per la Michelin-Masoero ed ignori questa via: la spittatura è in ordine, la via è un pochino più difficile, ma senz'altro più bella.
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