sabato 26 aprile 2014

CONTRAFFORTI SUD dell'UIA di MONDRONE (m 1.900): Adriana

Sabato 26 aprile 2014

Io e Paolino l'Alpino

Oggi l'idea di Paolino ci porta in un posto nuovo: Balme, in alta Val di Lanzo...
Ok, mi convinco subito; oggi abbiamo voglia di visitare posti nuovi e, data la giornata radiosa, di respirare aria di alta montagna, di arrampicare in ambiente, come si dice.
Partenza alle 5,45.
Salto il panettiere di Sommariva, tanto "hai voglia quanti ne trovo, fino in cima alle valli di Lanzo!".
Risultato: oggi non mangerò... Non ci sono più i panettieri di una volta, specie in montagna... alle 7,30 tutti chiusi, di sabato... boh...
Giunti a Balme, rimaniamo stupiti da tanta roccia tutt'intorno... eppure non è che abbia notizia di tutte 'ste vie, qui intorno... Come mai?
Se viene a saperlo JM Cambon, qua ci piazza due petroliere di spit!
In fondo alla valle, la regina, l'Uia Bessanese (m 3.601), ancora in veste invernale:
Non vogliamo perdere tempo: le previsioni dicono sole fino a metà pomeriggio, poi si annuvola.
L'avvicinamento dovrebbe impegnarci per un'oretta; parcheggio nella piazzetta del paese, poi ci infiliamo tra caratteristici vicoletti tra le baite.
Saliamo lungo il sentiero, fino ad un bivio con cartello, che però ignoriamo, poiché indica un... non sentiero! C'è infatti l'erba alta e non si vedono i bolli rossi che dovremmo seguire, bolli che invece vediamo salire verso l'alto: sbagliando, saliamo...
Raggiungiamo una falesia, poi a destra ci portiamo sotto un muro paravalanghe: proseguiamo verso destra, traversando sotto le grandi pareti che ci sovrastano, sempre cercando targhette o spit.
Raggiungiamo la cascata del Pis, poi sbagliamo ancora, seguendo bolli arancio anziché bianchi e arancio... ebbene sì, son giornate così...
Quando è ormai chiaro che siamo fuori strada, Paolino ostinato continua a salire lungo quella che sembra essere una via normale, con tanto di incisioni dell'800 su qualche roccia; intanto, non siamo soli:
Torniamo giù e fortunatamente almeno la cascata era quella giusta: da lì scorgiamo finalmente i bolli bianco-arancioni citati dalla relazione e poco dopo, superata in diagonale verso destra la lunga pietraia, con tanto di corda fissa per attraversare un canalone detritico, eccoci all'attacco della via, mentre alle nostre spalle l'ambiente pare davvero himalayano:

Ok, sono le 10,00 quando attacchiamo la parete, che si presenta molto invitante per l'aspetto della roccia compatta; da oggi in poi non penserò più a priori che il serpentino è una roccia che non mi ispira, perchè qui per esempio è veramente ottimo, buono anche in aderenza:
Primo tiro (5a), fantastico: una bella parete verticale, con una fessura netta da seguire verso sinistra:
Piazzo un friend, anche se la via è protetta a spit, poi proseguo verso l'alto:

Dalla comoda sosta, oltre la quale la parete si abbatte, recupero Paolino:

La seconda lunghezza (3c) percorre facili placche appoggiate, tanto che Paolino parte normalmente, poi, dopo pochi metri, mi chiede di mollare tutto e dare corda a manetta:
Ancora incisioni sulla roccia, addirittura del 1.803:
Terzo tiro (5c): decido di percorrere la variante chiodata sulla destra, o meglio su diritto, anziché il facile aggiramento a sinistra del risalto della via originale: Paolino accetta e resta davanti, anche perchè il secondo tiro non è stato nulla di che.
Un passo tecnico in partenza, poi bei movimenti in opposizione e l'uscita in placca:
Quarta lunghezza (4c): avanzo prima su uo spigolo, poi lungo un bellissimo diedro-camino, infine lungo una bella placca lavorata:

Più in alto, la placca si fa più verticale e seguo una fessura verso sinistra per uscire su una sella:
Trovo un paio di spit senza placchetta, ma supplisco con un friend medio (sempre ottime possibilità di integrazione, volendo si potrebbe fare tutta la via solo con protezioni veloci); quindi Paolino sale a sua volta:
Il quinto tiro (4b) non oppone difficoltà:

Alla nostra sinistra, l'incredibile monolito piantato a terra come un missile, strapiombante:
La sesta, magnifica lunghezza (5a), tocca a me:
Su diritto in verticale lungo una parete articolata:
Dopo una sella, mi aspetta ancora una placca con un'uscita carina tra blocchi fessurati:
Settimo tiro (4c): breve facile placca, poi Paolino si gode un estetico diedro-fessura:
Alla nostra sinistra, la Bessanese si staglia contro il cielo terso:
Ottavo tiro, facile, fino ad una comoda sella, dove mi raggiunge Paolino:
Che riparte per il bellissimo nono tiro (5a), una lunga placconata articolata, in aderenza:

L'uscita è su uno spigoletto sulla destra:
Dalla nona sosta, dove molte cordate fanno dietrofront, ci caliamo per circa 4 m con l'ausilio di una fettuccia collegata ad uno spit e guadagniamo la partenza della decima ed ultima lunghezza (4c):
Un breve passaggio in aderenza, poi la placca diventa via via più facile e pochi istanti dopo sono in cima alla struttura:
Di fronte a me, l'enormità della parete sud vera e propria dell'Uia di Mondrone (m 2.964):
Paolino sbuca e mi raggiunge in cima:
Autoscatto celebrativo:
La discesa è un po' laboriosa, sfruttiamo una serie di calate in doppia a sinistra della via (faccia a monte), ma lungo i tratti meno ripidi è sempre scomodo trascinarsi giù le corde...
Comunque arriviamo a terra senza incastri o problemi di sorta e da lì scendiamo a ritroso lungo il sentiero.
Eccoci sotto la cascata:
Stavolta teniamo il sentiero fino al paese, senza intoppi.
Mentre siamo qui, perchè non andare a dare un'occhiata al Pian della Mussa, un classico per i torinesi?
C'è ancora neve, ma il posto merita una visita: chissà, in vista della scalata dello Spigolo Murari alla Bessanese?

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