venerdì 17 agosto 2012

CIMA PAGANINI (m 3.051): Filo a Piombo + Ellena-Giuliano

Giovedì e Venerdì 16-17 agosto 2012

Io e Paolino l'Alpino





Uscita tranquilla, una volta tanto, nel cuore delle Alpi Marittime.
Dopo le ultime avventure ad alto tasso adrenalinico e dopo un giorno e mezzo di riposo ad Alassio per il Ferragosto, si torna in quota, per rilassarci, dormire al fresco sfuggendo alla caldazza biblica che da giorni flagella la pianura e, perchè no, salire una bella via su roccia.

La destinazione è il Rifugio Remondino (m 2.430), sempre bello ed accogliente, ed il secondo giorno saliremo la via Filo a Piombo (5c   D   7L   310 m) alla Cima Paganini (m 3.051).
Paolino passa a prendermi alle 14,30 e ci dirigiamo verso le Terme di Valdieri.
Ci prepariamo e saliamo per l'ennesima volta il sentiero che ci conduce al rifugio in circa 1h 20'.
Come sempre siamo accolti da uno scenario spettacolare:
Al nostro arrivo ci assegnano la camera e poco dopo una lavata ristoratrice eccoci a tavola per la cena delle 18,30.
Facciamo la conoscenza di alcuni ragazzi italiani, francesi ed una famiglia di olandesi; intanto arriva al rifugio il grandissimo Patrick Gabarrou, di casa da queste parti, che sta risistemando l'attrezzatura di alcune vie della zona: in particolare, è appena tornato dalla via Lupo Alberto alla Cima di Nasta (m 3.108), che io ho già scalato un paio di anni fa...
Una volta tanto non mi aspetta la sveglia alle 2,00 di notte, bensì incredibilmente alle 7,00!!! Roba da hotel lusso...
Prima di dormire, dato lo spegnimento delle luci alle 22,00, mi dedico con la mia pila frontale alla lettura di un libro sul grande Ettore Castiglioni, di cui un giorno di questi andrò finalmente a scalare la via sulla Torre Castello...
La mattina di venerdì una splendida colazione di accoglie, oltre alla ormai solita giornata radiosa, dal punto di vista meteo; un'estate spettacolare.
Come promesso esattamente un anno fa, quando ho salito la super-via di Gabarrou Bouquet des Amis (6b   TD+   11L   460 m), sempre alla Nasta, il grande Patrick la mattina dopo posa con me e Paolino l'Alpino, sulla terrazza del rifugio:
Sempre simpaticissimo e soprattutto incredibilmente entusiasta di continuare a scalare e parlare di roccia, nonostante i decenni che passano: un grande personaggio!
Con calma, ci prepariamo e partiamo: l'avvicinamento non è il massimo della vita... si tratta dello stesso percorso che si dirige al Passo dei Detriti ed all'Argentera (m 3.297) lungo la via normale; abbandoniamo il sentiero dopo una quarantina di minuti e risaliamo la pietraia in direzione della parete ovest della Cima Paganini (m 3.051), una bella placconata solcata da un enorme diedro, che in pratica costeggeremo per diversi tiri di corda, rimanendo sulle placche alla sinistra:
Finalmente ci siamo. Nessun altro sulla parete, come piace a me.
Paolino attacca le placche facili della parte bassa (3b), tanto che io salirei in slego fino alla prima sosta. Ma in effetti oggi non abbiamo alcuna fretta, sono convinto che saliremo la via molto velocemente e senza difficoltà, in relax.
Alla nostra sinistra si snoda la magnifica Cresta Sigismondi, la lunga cavalcata che ho compiuto qualche anno fa fino alla vetta dell'Argentera (m 3.297):
Attacco la placca del secondo tiro (4a), che mi porta poi verso il diedro alla mia destra, senza difficoltà:
La nuova sosta, accanto alla vecchia; forse si è un po' esagerato col trapano...
Paolino mi raggiunge:
Terza lunghezza (5b): prima facilmente in placca, quindi un passaggino delicato, molto breve, poi di nuovo lungo placche articolate:
Il quarto tiro (5a) è un piacevole viaggetto di 40 m lungo placche articolate, senza difficoltà:
Il compagno mi raggiunge:
Paolino prosegue lungo la quinta lunghezza (4b): prima facilmente su parete appoggiata, poi lungo una bella fessura più diritta, fino alla sosta posta alcuni metri sotto al tratto chiave della via, il tetto:
Il sesto tiro (5c) tocca a me: salgo le belle placche che i separano dal tetto che sbarra la parete, quindi mi avvicino al suo punto debole traversando leggermente a destra, con buone prese rovesce, quindi lo affronto direttamente, trovandolo meno duro del previsto:
In breve sono al di sopra dell'ostacolo (secondo me è 5b) e posso proseguire rapido lungo le facili placche, ora appoggiate, fino alla sosta, dopo quasi 50 metri.
Paolino poco dopo sbuca dal tetto a sua volta:
Alla nostra destra, la Cima di Nasta (m 3.108) e, di profilo, il magnifico Spigolo Vernet salito un mese fa:
Terminiamo la nostra via con la settima lunghezza, facile (3a) ma divertente, fino alla sosta posta al di sotto del filo di cresta sommitale:
OK, fin qui nessun problema, la via è stata particolarmente plaisir, come mi aspettavo.
Ora volgiamo lo sguardo all anostra destra, per studiare la via Ellena-Giuliano (IV+   AD   3L   150 m), che ci condurrà in vetta alla Cima Paganini (m 3.051):
 

Dopo aver sgranocchiato qualcosa e ancor prima che il sole arrivi ad illuminare la nostra parete, siamo pronti a ripartire per la seconda parte del nostro viaggio verticale di oggi.
Traverso a destra al di sotto della cresta e mi porto alla base della bella placca del primo risalto della cresta che ci porterà in vetta:
Salgo in diagonale verso destra, su roccia magnifica e senza difficoltà particolari (III+), rinviando un paio di spuntoni: 
Raggiungo il filo di cresta proprio mentre le corde da 60 m finiscono e sosto su un solidissimo spuntone, esposto sul baratro della parete opposta:
Paolino mi raggiunge:
La via prosegue ora decisamente verso destra: Paolino traversa e sale ancora in diagonale verso destra, quindi risale un pilastro piuttosto appoggiato (III+), andando a sostare sul filo di cresta:
Alle spalle dell'Alpino, l'Argentera:
Il terzo ed ultimo tiro non è esattamente banale, almeno non dove sono passato io...
Prima mi sposto verso destra, sulla parete opposta, oltre il diedro-canale, salgo una prima paretina rinviando uno spuntoncino:
In seguito mi sposto verso sinistra ed affronto direttamente un muro delicato (IV+) e senza alcuna possibilità di protezione:
Studio un paio di volte il passaggio, quindi mi lancio e passo.
Gli ultimi metri sono più facili, seppur verticali, e spunto a pochi passi dalla croce di vetta, finalmente in un caldo sole.
Sosto su un solido spuntone e recupero il compagno:

Eccomi in cima alla Paganini, per la prima volta; quando avevo salito Viva le Donne!!! mi ero calato in doppia.
Il panorama è magnifico, non ci sono nuvole e riesco anche a telefonare a casa dalla cima: 
La vicina Nasta:
Autoscatto di vetta, con alle spalle Argentera...
e Nasta:
L'Argentera, la regina delle Marittime:
Il bacino del Chiotas:
Sullo sfondo, il Clapier (m 3.045) e la Cima della Maledia (m 3.061):
Laggiù, lontano, il rifugio:
Dopo aver sgranocchiato e bevuto qualcosa, scendiamo, dapprima con semplici passi su roccette fino al Colle di Nasta (m 2.939), che separa la Cima Paganini dalla Cima di Nasta.
Da qui in poi è un calvario, dal momento che ci tocca scendere l'infinita e franosissima pietraia che conduce fino alla traccia che collega il rifugio al Passo dei Detriti ed alla via normale all'Argentera:
Ma prima o poi tutto ha una fine, dice il saggio...
Quando finalmente siamo alla base del canalone detritico, possiamo ammirare la bellezza e la compattezza della grande placconata che forma la parete ovest della Paganini:
Simpatici incontri sulla via del ritorno:
Torniamo al rifugio quando sono quasi le 14,00 e vengo accolto con un fantastico piatto di pasta al pomodoro e basilico!!!
Che non manco di consumare comodamente seduto in terrazza, con una vista strepitosa soprattutto sullo Spigolo Vernet alla Nasta, salito meno di un mese fa:
Mentre ci siamo, l'occhio cade su un prossimo obiettivo in zona: il Torrione Querzola (m 2.857) e la via L'Uccello di Fuoco (6b   TD+   7L   300 m):
Ma andiamo per ordine... non dimentichiamo che domani mi aspetta Bruno per andare a cogliere un altro grande sogno, la Barre des Ecrins (m 4.102): dalla regina delle Marittime alla regina del Delfinato!

Nessun commento: