sabato 4 agosto 2012

GUGLIA di SAN BERNOLFO (m 2.600): Makita + Nunatak



























Sabato 4 agosto 2012

Io e Paolino l'Alpino

Ancora una volta passiamo il venerdì ad analizzare e sviscerare le previsioni meteo, piuttosto avverse...
C'è però motivo di speranza in Marittime, dove dovrebbe tenere fino a metà pomeriggio: visto che è da un po' che menzioniamo queste vie (anche per via dell'addio al celibato di Paolo il Pazzo...), optiamo per la Guglia di San Bernolfo (m 2.600), di accesso relativamente veloce, ideale per mezze giornate da trascorrere comunque in bell'ambiente alpino.
Partiamo presto, avendo l'assillo del maltempo in arrivo; parcheggiamo a San Bernolfo, frazione nei pressi dei Bagni di Vinadio, e ci avviamo verso il Rifugio Laus.
Oltrepassiamo il rifugio ed il Lago di San Bernolfo, quindi svoltiamo a destra e saliamo; dopo meno di un'ora, ecco la nostra destinazione in vista:
Per il momento non c'è una nuvola, bene così.
Ci avviciniamo, non c'è nessuno in giro, bene così.
Il tracciato delle due vie che abbiamo intenzione di concatenare: in blu, Makita (5b   4L   350 m); in rosso, Nunatak (5c   4L   400 m), contando anche il tratto di cresta che conduce in vetta:
Troviamo l'attacco quasi subito, ci prepariamo e si parte, con Paolino che attacca il primo tiro (5a), prima lungo uno sperone vago, poi in placca:
La Cresta Nord-Est della Rocca di San Bernolfo (m 2.681), percorsa in solitaria lo scorso autunno:
Il secondo tiro (5b) percorre una bella placca, su ottimo gneiss, un po' lichenato, quindi devia a destra e supera dei bei muri verticali:

Ambiente:
La sosta:
Paolino mi raggiunge:
La terza lunghezza (5a) è molto strana... Paolino supera la prima placca, breve e senza problemi, rinvia uno spit e raggiunge una cengia; ora, al di sopra della cengia parte una bella placca, mentre a destra la parete è più articolata.
Il fatto è che Paolino non trova più alcuno spit, né chiodi o altro... Strano, in quanto la relazione parla di altri due tiri e di una sosta intermedia... Niente da fare, prova di qua e di là, ma non vede nulla e non si fida a salire così, alla ricerca...
Intanto, ecco spiegato il maillon che pende dal primo (ed unico) spit...
Paolino torna indietro, lo calo in sosta e decido di andare avanti io.
Salgo a mia volta, guardo ovunque nella parete, ma non c'è nulla...
Chissenefrega, vado su lo stesso: la parete non mi sembra così repulsiva, quindi salgo leggermente a destra, rinviando un paio di spuntoni.
Non trovo nulla, nemmeno in alto; continuo a salire, portandomi leggermente a destra, in modo da avvicinarmi alla vicina via Nunatak, in caso di problemi, e, quando il socio mi annuncia che la corda sta per finire, traverso ancora qualche metro e faccio sosta su uno degli spit di questa via, in posizione non proprio comoda:
Da qui, Paolino va avanti e dopo soli 10 o 15 metri trova la sosta conclusiva della via:
Lo raggiungo:
L'idea già in partenza era quella di concatenare le due vie Makita e Nunatak e di percorrere almeno una volta la cresta che conduce in vetta:
Saliamo la cresta in conserva, senza problemi:

L'unico passo di IV è in placca, dove trovo anche un paio di spit:
Sorpresa, a pochi metri dalla vetta: uno splendido esemplare di stambecco se ne sta tranquillamente coricato, indifferente:
Quando proprio gli arrivo a mezzo metro, si sposta di qualche passo:
Che quadretto fantastico:
Ma attenzione, non è solo!
Altri 5 o 6 stambecchi saltano fuori dalle vicinanze:
Il tempo sembra reggere, anche se ora qualche nuvola solca il cielo.
Per noi, la classica firma del libro di vetta e l'autoscatto con la croce:
Scendiamo lungo la normale, dopo una breve pausa ristoratrice, e ci riportiamo in 15 minuti alla base della parete, dove attacca la via Nunatak (5c   4L   400 m):
Ci rileghiamo e attacco io: il primo tiro di questa via è una placca di 5c che da sola vale il prezzo dell'intera giornata!
La roccia è fantastica, una placca liscia simile al Corno Stella, addirittura con qualcuna delle sue tipiche vaschette:
Qualche passo delicato, quindi esco dall'ultimo diedro e arrivo in catena (spit non molto ravvicinati...):
Paolino mi raggiunge:

Ci alterniamo, Paolino traversa a destra e sale il bellissimo pilastro che segue (5b):
La terza lunghezza (5a) mi vede salire il pilastrino a sinistra della sosta, quindi in placca senza difficoltà, ma, anziché trovare la sosta prima del quarto tiro, trovo quella che chiude la via... da dove prima avevamo iniziato la cresta sommitale:
Non rifaremo la cresta una seconda volta, anche perchè ora si è annuvolato più seriamente.
Con due calate in doppia siamo a terra, mentre qualche goccia si fa sentire:
Fortunatamente non pioverà: mangiamo qualcosa e scendiamo tranquillamente, ammirando le placche della Testa del Vallonetto (m 2.482), dove abbiamo già salito alcune vie e dove probabilmente torneremo tra qualche giorno per l'addio al celibato del mitico Paolo il Pazzo:

 

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