Io, Manu e Paolino l'Alpino
Si torna in quota, l'altissima quota!
Prima uscita stagionale nell'aria sottile dei Quattromila metri, dopo una serie di rinvii a causa del meteo avverso o comunque non affidabile.
All'appello rispondono Paolino e Manu, cge manca da un po' di tempo e non sarà quindi molto allenato.
All'appello rispondono Paolino e Manu, cge manca da un po' di tempo e non sarà quindi molto allenato.
La meta è decisa, con il conforto del meteo: gruppo del Monte Bianco, Mont Blanc du Tacul (m 4.248), che saliremo lungo la Via Normale (PD 45° 750 m) sul versante nord.
Partenza alle 3,15 e guido io.
Attraversiamo la Valle d'Aosta ed il costoso traforo del Monte Bianco, per giungere quindi a Chamonix verso le 6,00.
Attraversiamo la Valle d'Aosta ed il costoso traforo del Monte Bianco, per giungere quindi a Chamonix verso le 6,00.
Ci prepariamo e raggiungiamo la partenza della funivia per l'Aiguille du Midi (m 3.832), dove però c'è già una bella fila di gente...
OK, la prima cabina è persa, ma non abbiamo molta fretta, in quanto la nostra via è relativamente breve.
OK, la prima cabina è persa, ma non abbiamo molta fretta, in quanto la nostra via è relativamente breve.
Saliamo sulla terza benna, il meteo è splendido e non fa freddo come temevamo (zero termico dato al di sotto dei Tremila metri).
Il panorama è già grandioso: da destra, il Dome du Gouter (m 4.306), la Capanna Vallot e la cima del Monte Bianco (m 4.810):
Il panorama è già grandioso: da destra, il Dome du Gouter (m 4.306), la Capanna Vallot e la cima del Monte Bianco (m 4.810):
Raggiungiamo subito la grotta di ghiaccio che conduce alla aerea cresta che discende il versante est dell'Aiguille du Midi, da dove partono le cordate:
La cresta è splendida e richiede subito attenzione:
Parto anch'io:
L'attenzione è rapita dallo scenario grandioso che ci circonda: le Grandes Jorasses (m 4.208) ed il Dente del Gigante (m 4.014):
La discesa ci impegna per una ventina di minuti:
Ben presto ci troviamo al cospetto della mitica parete sud dell'Aiguille du Midi (m 3.842), dove corre la altrettanto mitica via Rébuffat-Baquet:
Il Col du Midi, con alcune sparute tende e, davanti a noi, la mole del Tacul, con la via che saliremo; all'estrema sinistra della foto, spunta il Grand Capucin (m 3.838):
L'immenso e splendente plateau glaciale del Col du Midi, la nostra traccia e le Jorasses sullo sfondo:
Paolino l'Alpino davanti alla nostra via di salita, con in primo piano il Triangle du Tacul e le sue goulottes, ancora molto frequentate (Contamine-Grisolle e Cheré soprattutto):
Ci avviciniamo alla parete nord del Tacul, lasciandoci alle spalle il Refuge des Cosmiques e l'Arete des Cosmiques, sempre molto frequentata:
Non c'è una nuvola e fa piuttosto caldo:
La celebre Goulotte Cheré:
Inizia la salita e quasi subito Manu comincia a dire che il serbatoio delle energie è tutt'altro che pieno...
La consistenza della neve è ottima:
Come al solito, io non avverto assolutamente la quota e sono di ottimo umore:
La traccia sale dritto per dritto e supera abbondantemente i dichiarati 45° di pendenza; molti tratti superano anche i 50°:
In ogni caso, si sale benissimo, la neve è ben gradinata:
I famosi e numerosi seracchi che mettono un pochino di apprensione a chi sale e a chi scende:
Manu è effettivamente poco allenato e sento spesso tirare la corda dietro di me...
Altri tratti a pendenza piuttosto accentuata:
Altri tratti a pendenza piuttosto accentuata:
Ci avviciniamo ai giganteschi seracchi che anticipano la spalla del Tacul, dove siamo già transitati esattamente sette anni fa durante la salita del Monte Bianco (m 4.810) per la via dei Trois Mont Blanc:
Continuiamo a salire:
Eccoci al grande seracco prima della spalla, a destra del quale incrociamo una serie di cordate in discesa, con qualche problemino a causa di alcuni alpinisti non propriamente con la A maiuscola...
Pieghiamo a sinistra, superiamo un tratto pendente piuttosto ghiacciato, ma per pochi passi, e sbuchiamo sulla spalla del Tacul, da dove possiamo ammirare la vetta, non lontana:
Manu posa davanti alla parete del Mont Maudit (m 4.468), ammirando il verticale scivolo ghiacciato che avevamo superato anni fa e ripensando alla tragedia capitata pochi giorni fa proprio su quella parete, in seguito al distacco di un seracco:
Ripartiamo, ora sferzati da un vento gelido e forte; estraggo il guscio e mi vesto.
Intanto i miei soci cominciano a commentare negativamente l'aspetto dello scivolo finale di ghiaccio, prima dei pochi metri di roccette che conducono alla croce:
Intanto i miei soci cominciano a commentare negativamente l'aspetto dello scivolo finale di ghiaccio, prima dei pochi metri di roccette che conducono alla croce:
Io non noto nulla di strano e continuo a fotografare, ora rapito dalla parte superiore della Cresta di Peutérey, fino al Monte Bianco di Courmayeur (m 4.765) ed alla cima del Bianco (m 4.810):
Quando ci avviciniamo agli ultimi metri della via, i miei due compari, dispiaciuti, mi dicono che si fermano lì: Manu è stanco e teme di non essere lucido sul ghiaccio che conduce alle ultime roccette, mentre Paolino dice che non si fida del medesimo terreno...
OK, siamo a poche decine di metri dalla croce, ma io vorrei proseguire (come sempre :-D).
O perlomeno tentare: così mi stacco dalla cordata, mi slego e proseguo percorrendo la crestina nevosa di fronte a noi:
OK, siamo a poche decine di metri dalla croce, ma io vorrei proseguire (come sempre :-D).
O perlomeno tentare: così mi stacco dalla cordata, mi slego e proseguo percorrendo la crestina nevosa di fronte a noi:
Mi volto indietro, guardo la cresta che ho percorso e i miei soci laggiù:
Arrivo agli ultimi metri, dove ci sono i pochi metri ghiacciati: da vicino vedo che sono ben gradinati, ma comunque un po' insidiosi: studioil da farsi... sono a non più di 10-12 metri dalla croce... e chi lo direbbe a casa che sono caduto per 1.000 m dopo essermi slegato dalla cordata per fare 10 metri in più???
OK, per oggi va bene così, il Tacul lo metto in archivio anche così.
OK, per oggi va bene così, il Tacul lo metto in archivio anche così.
Torno dagli altri, si scende:
Chamonix sembra vista dall'aereo, da quassù...
Scendendo, commentiamo la pendenza del percorso, superiore a quanto ci aspettassimo:
Poco dopo facciamo una pausa ristoratrice sul plateau glaciale, quando ormai siamo fuori dal tiro dei sempre pericolosi seracchi che incombono su tutta la parete nord del Tacul.
Ammiriamo l'Arete des Cosmiques e l'Aiguille du Midi:
Ammiriamo l'Arete des Cosmiques e l'Aiguille du Midi:
Manu si trascina sul ghiacciaio:
Alla nostra destra, Grandes Jorasses e Dente del Gigante:
L'Eperon des Cosmiques, dove corre la via Rébuffat un po' meno nota della vicina:
Ed eccoci ora sotto la sud della Midi, dove una cordata è impegnata sulla mitica Rébuffat-Bacquet:
Riprendiamo a salire, mentre a Paolino pulsano le tempie a causa della quota ed il "vecchio Berny" che si lamenta alle mie spalle per il poco allenamento...
Un quadretto niente male:
Un quadretto niente male:
Attacchiamo la cresta affilata che conduce alla terrazza da cui parte la funivia, facendo soste continue:
Al nostro arrivo veniamo incredibilmente accolti da fragorosi applausi da parte di un nutrito gruppo di turisti giapponesi in visita alla terrazza panoramica della Midi...
Evidentemente siamo i primi alpinisti che vedono da vicino...
Evidentemente siamo i primi alpinisti che vedono da vicino...
I miei soci scendono subito, mentre io, mentre ci sono, approfitto per visitare un po' il museo dell'alpinismo e le varie terrazze:
Quando ci ritroviamo alla partenza della funivia, facciamo ancora un giretto a Chamonix, poi si torna a casa.
1 commento:
Si, ma il Tacul bisogna farlo per bene prima di entrare nel club del 4000... e se qualcuno spifferasse ? :-)
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