Sabato 3 maggio 2008
Io, Carlo, Vilfredo, Valerio, Paolino l'Alpino, Giorgio, Riccardo e ???
Grande uscita alpinistica, arricchita da una nuova compagnia e da... un errore!
Partiamo alle 5,00 con l'obiettivo di salire il Coulour Bianco (40° PD 500 m) , tra Punta Venezia (m 3.095) e Rocce Fourioun (m 3.153).
Parcheggiamo al Pian della Regina (m 1.740), da cui partiamo alle 6,45.
Mezz'ora dopo transitiamo per il Pian del Re (m 2.020) e proseguiamo in direzione Colle delle Traversette.
Fa già un caldo incredibile, di prima mattina, ma la neve sta tenendo più di quanto temessimo.
Passiamo di fronte all'imbocco del Couloir del Porco:
Raggiungiamo il fronte di un'estesa valanga e facciamo una pausa per ramponarci e bere un goccio; da destra, Paolino, Wil e suo fratello Valerio, che mi è stato preannunciato come pazzo incosciente incontenibile ed esuberante...
Carlo, il nostro Cavallo Polacco:
Ecco il nostro canale, all'imbocco:
Io e Wil siamo un po' provati dalle scorrerie di ieri al Monte Coudrey, ma attacchiamo tutti il couloir.
Nella prima parte la neve comincia già a "smollare", anche perchè ne è venuta parecchia e l'ultima non è ancora trasformata.
Mi segue Valerio e, più sotto, Wil; subito uno di noi annuncia che torna indietro.
A circa un terzo del canale, anche Wil deve alzare bandiera bianca, colto da crampi alle gambe, a causa della comprensibile fatica del giorno precedente.
Salendo, le condizioni sono accettabili, anche se la neve è abbondante:
L'errore di cui parlavo sopra: oltre la metà del canale, il couloir si divide in due rami; il Coulour Bianco, seguendo un andamento a "S", va ad uscire sulla destra, come si vede nella foto:
I nostri battistrada sanno che la diramazione di sinistra è il Couloir Nord di Punta Venezia e, quando scorgono un ramo a sinistra, lo evitano e salgono poi su diritti: il fatto è che quello evitato è un ramo minore, che finisce nel nulla, mentre proprio quello imboccato è il Couloir Nord di Punta Venezia (50° PD+/AD- 500 m)...
Infatti, confrontando a posteriori le nostre foto con le relazioni in letteratura, scopro che quest'ultimo couloir sbuca proprio a sinistra del torrione che si vede sotto, verso cui puntiamo decisi:
Per di più, i famosi quattro apripista tentano dapprima l'uscita sulla sinistra, in corrispondenza della variante al Couloir, la cui relazione prevede un'uscita a 60° di misto e consiglia il ricorso a friend e chiodi:
Da sotto, ricordo loro che salire va bene, ma poi bisogna saper scendere... per cui tornano indietro, faccia a monte.
Intanto, Valerio e io proseguiamo verso l'uscita corretta del Couloir Nord, con pendenza 50° di neve abbastanza profonda.
Ci troviamo l'uscita sbarrata da un accumulo di neve enorme, che per quanto ne sappiamo potrebbe nascondere una cornice sul lato opposto.
Proviamo a scavare gradini, ma quando carichiamo il peso sprofondiamo impietosamente; intanto ci raggiungono gli altri compari, proviamo anche a scavare con la pala, ma niente.
Io propongo di tornare indietro, d'altronde il couloir è finito e poco importa se avevo una mezza idea di proseguire fino in vetta alla Venezia, dato che ci sono già stato altre due volte...
L'ultimo a desistere è Valerio, che tenta un'uscita lungo una lingua di neve qualche metro a sinistra, che riesce effettivamente a risalire, ma per trovarsi poi su rocce infide e ghiacciate: sempre tenendo presente che poi bisognerebbe anche saper tornare indietro da dove saliremmo, ci convinciamo tutti a cominciare la discesa del canale.
La neve smolla e chi (come me) è senza anti-zoccolo sui ramponi deve fare particolarmente attenzione.
La prima parte della discesa è affrontata faccia a monte, poi la pendenza diminuisce e si scende più rapidamente.
Ci riposiamo alla base del canale, tutti insieme, poi torniamo giù, rapiti dal fascino magnetico della parete nord del Monviso:
1 commento:
GRANDE GIORNATA, ITINERARIO DI MAGNIFICO SPLENDORE, OTTIMA COMPAGNIA.
MI SEMBRAVA DI ESSERE IN QUALCHE DOCUMENTARIO HYMALAIANO, IN COMPAGNIA DI KAMMERLANDER E SIMONE MORO...
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